28 novembre 2003

fino al 15.II.2004 Laurie Anderson. The record of the Time Milano, PAC

 
Violino e performance. Suono e arte. Immagine e tecnologia. E una retrospettiva utile. per "togliere dal mio studio tutti quegli strumenti". La sofisticata sperimentazione multimediale della Anderson al Pac. Che si fa teatro…

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E’ utile avere una retrospettiva perché così ho potuto liberarmi di tutti quegli strumenti che ingombravano il mio studio” afferma serena Laurie Anderson . Ed effettivamente alla mostra al PAC i suoi “strumenti” ci sono tutti!
Una esposizione che ben ripercorre il suo complesso cammino artistico, dalle instancabili trasformazioni del violino al ripensamento della performance, dai dialoghi tra arte e tecnologia alle combinazioni di diverse forme artistiche. Difficile allestire una esperienza simile in un museo, ma questo non preoccupa l’artista americana che cerca di rendere uno spazio solitamente “statico” in uno stage teatrale aperto e scenografico.
La mostra non poteva non aprirsi con una performance che rievoca Duets on iceLaurie Anderson_playing neon bow eseguita a New York e a Genova nel 1975: l’artista, con pattini bianchi su lastre di ghiaccio, suona il violino; la performance termina quando le lastre di ghiaccio si sciolgono e l’artista perde l’equilibrio. Un intervento che riflette sul tempo e la ‘durata’.
Nelle sale del Padiglione d’arte contemporanea rimangono tracce di un lungo percorso artistico: i numerosi violini alterati e manipolati elettronicamente che hanno accompagnato le sue esperienze audiovisive e performative fino a divenire una sua “seconda voce”: “il violino è un’alter ego” – afferma – “è lo strumento che è più vicino alla voce femminile, è una sirena, per anni attraverso la tecnologia ho cercato di insegnargli a parlare”. Ai violini si alternano le immagini video, le fotografie, i disegni,Laurie Anderson_Tavolo monofono i progetti delle sue azioni, tra le quali si ricorda Cassette in Mouth del 1978, Head knock del 1980, Drum Dance del 1985, in cui si palesa la metamorfosi del suo corpo in strumento musicale. Ed ancora la magica istallazione Handphone Table del 1978: se si prende la testa tra le mani, si tappano le orecchie, si appoggiano i gomiti sul tavolo, le ossa trasmettono i suoni e le parole nascoste nel tavolo, voci che invadono segretamente i corpi, suoni che varcano gli spazi sconfinati della mente.
La sofisticata artista newyorkese, figlia della generazione di John Cage e Bob Rauschenberg, collega di Brian Eno, Peter Gabriel e Wim Wenders, con questa mostra che ha fatto tappa al Museo d’Arte Contemporanea di Lione e al MuseoLaurie Anderson_vophonograph Palast di Dusseldorf, racconta storie fatte di immagini di suono e, con la poesia di un’arte sempre in bilico con la vita, narra una personale percezione della realtà.

alessandra poggianti
mostra visitata il 10 novembre 2003


Laurie Anderson. The record of the Time
Mostra a cura di Thierry Raspail e Jean-Hubert Martin
PAC Padiglione d’Arte Contemporanea
Via Palestro, 14 – Milano
Tel. 02/76009085-02/76020400
www.pac-milano.org
e-mail: segreteria@pac-milano.org
Dal’11 novembre 2003 al 15 febbraio 2004
Orario: tutti i giorni 9.30-19.00 (chiusura cassa 18.30), giovedì 9.30-22.00 (chiusura cassa 18.30)
chiuso il lunedì, Natale e 1° gennaio
Ingresso: 5.20€ intero, 2.60€ ridotti e studenti, 1.80€ scuole in gruppo; bambini fino a 8 anni ingesso gratuito


[exibart]

3 Commenti

  1. purtroppo ho visto la mostra in un momento sfortunato quando sembrava + un centro commerciale pieno di famiglile con bambini urlanti al seguito che mettevano le mani sui violini/giradischi esposti ecc ecc va beh che i luoghi d’arte devono essere aperti a tutti però…nuovo nome del PAC? LUNA-PAC 🙁

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