Musei online, da Roma uno sguardo alla situazione |

di - 31 Maggio 2002

L’istituzione museale ha una lunga storia da raccontare; nel corso del tempo il museo è stato soggetto a continui rinnovamenti, sul piano concettuale e materiale, e la sua ultima grande trasformazione è stata determinata dall’applicazione delle nuove tecnologie informatiche nei sistemi di gestione ed archiviazione dei dati prima, nella definizione di una nuova comunicazione museale poi, fino ad arrivare alla nascita di una nuova tipologia di museo:il museo virtuale.
In verità i musei in Internet sono ancora pochi, se paragonati all’immenso patrimonio italiano. Il cambiamento è avvenuto a partire dal 1994 (non dimentichiamo che, Mosaic, il primo browser grafico è del 1993) ma si può dire che siamo ancora agli inizi, almeno per quanto riguarda il nostro paese.
L’etichetta di museo virtuale va un poco chiarita, perché con essa si possono intendere diverse situazioni. Può trattarsi di un museo che non esiste da nessuna parte; può essere un museo che è sulla rete e che esiste anche nella realtà; può darsi semplicemente che si tratti dell’utilizzo delle tecnologie di realtà virtuale.
Gli autori Forte e Franzoni hanno dato questa definizione:”con il termine di museo virtuale si intende un ambiente informatico caratterizzato da una struttura ipertestuale e ipermediale ed un sistema di interfacce, di metafore che si avvalgano di una rappresentazione grafica più o meno intuitiva e che consentano la navigazione all’interno di tale ambiente, ovvero la possibilità da parte del visitatore di compiere delle azioni e quindi di interagire col contesto potendolo anche modificare ” ;
Le prerogative fondamentali del museo virtuale sono, dunque, la multimedialità, l’interattività con l’utente, la connettività.
Tenendo presenti tali presupposti, l’analisi dei musei romani di arte moderna online, svolta nel 2001, ha messo in evidenza una forte presenza di siti poco ricchi dal punto di vista dei contenuti, trattati in maniera omogenea dal punto di vista grafico e organizzati in base a mappe ipertestuali poco articolate.
I contenuti sono, generalmente, così suddivisi:
informazioni pratiche (indirizzo, locazione, tariffe, orari);
il museo (storia, architettura, distribuzione logistica delle sale);
la collezione (informazioni generali, storia, visione di alcune opere);
le mostre (passate, in corso, in programma);
i servizi (biblioteca, archivi);
le news (relative al museo, al sito);
La trattazione qualitativa di tali contenuti è spesso troppo superficiale. Nella maggioranza dei musei indagati, mancano gli autori dei testi ed i riferimenti alle fonti bibliografiche: un esempio positivo è tuttavia rappresentato dai tre siti di competenza comunale di Roma, (Museo di Roma Palazzo Braschi, Museo Napoleonico, Pinacoteca Capitolina), corredati da una ricca bibliografia.
Dei 10 siti analizzati nessuno offre differenziazioni per categorie specifiche di utenza (sezioni di gioco per i bambini o approfondimenti ipertestuali per studiosi).
L’aspetto multimediale dei siti museali romani è molto scarso: nessuno propone filmati video e sonori, ricostruzioni in realtà virtuali o tour virtuali delle sale espositive.
Per quanto riguarda l’aspetto interattivo dei siti, posso affermare che è insufficiente: solo il sito della Galleria Borghese (nel quale troviamo anche il sito di Palazzo Barberini, della Galleria Corsini e della Galleria Spada) offre una lista di discussione (mailinglist) alla quale l’utente può iscriversi per essere aggiornato, direttamente a casa tramite posta elettronica, sulle notizie e le novità riguardanti il museo.
Addirittura nessuno risponde alle richieste inviate tramite posta elettronica : su 10 indirizzi e-mail ai quali ho ripetutamente inviato domande di carattere informativo per svolgere la mia indagine, solo il sito sopra citato ha risposto, celermente e approfonditamente. Questa è una grave mancanza poiché una delle potenzialità del museo virtuale è proprio quella di ridurre la distanza che si verifica, di fatto nella realtà, tra istituzione museale e pubblico. Si potrebbe realizzare, invece, una interazione, ascoltando richieste, proponendo suggerimenti, apprezzamenti o note negative: un pubblico attento e interessato che, partecipa, collabora, contribuisce alla definizione del servizio; un utente attivo nella creazione di proposte culturali innovative.
Possiamo concludere che, data la grande presenza di ipertesti semplici che prevedono modalità di lettura spesso lineari e la cui componente multimediale è limitata ai testi e alle immagini, e data la scarsa presenza di meccanismi di feedback , per il momento non si è attuata una sostanziale e adeguata riorganizzazione della comunicazione museale in rete, almeno per quanto riguarda i musei romani di arte moderna. Essi, infatti, restano ancora troppo legati alla struttura del museo reale che tendono a riproporre e a simulare, rinunciando alle ricontestualizzazioni dei materiali, a percorsi di lettura dinamici, a forme di coinvolgimento e attività di collaborazione col pubblico che non hanno luogo nella realtà oggettiva.

link correlati
Museo di Roma
Museo Napoleonico
Pinacoteca capitolina
Galleria Borghese
Galleria Nazionale d’Arte Moderna
Galleria Doria Pamphilj
Galleria Colonna

Silvia Santoro

[exibart]

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