Il trentenne architetto francese David Serero elabora la sua formazione internazionale tra lâaccademia di Francia (Prix de Rome 2004) e un master alla Columbia University. Soprattutto questâultimo ambiente propone temi e modalitĂ la cui potenza visiva è spesso fuorviante per i giovani progettisti, se non rielaborata attentamente. E questa elaborazione è riuscita appieno a Serero, che propone espressioni progettuali frutto di un sistema visivo digitale assimilato con maturitĂ . Lâarchitetto deriva infatti il suo linguaggio dalla prassi dei flussi di lavoro digitali, ma struttura la sua attivitĂ di progettazione attorno ad unâevidente attenzione al disegno e con conseguenze prive di derive formaliste. Un metodo postcaad. Nellâutilizzo di meshes rigorose e nella tendenza orografica di molti progetti sembra di riconoscere la linea progettuale severa e geografica che FOA ci ha presentato in Phylogenesis. (Foreign Office Architects, Phylogenesis, Actar, Barcelona, 2003).
Avverti la tua attivitĂ progettuale come derivata -in senso anche matematico- da un ambiente contemporaneo e digitale?
Mi interessa sviluppare delle dinamiche progettuali che si ispirino e che abbiano il rigore della logica del calcolo. Unâessenza del digitale. Da questo punto di vista la complessitĂ del progetto emerge attraverso un processo basato sulla ripetizione di routines reiterate. Ă unâidea vicina al lavoro del matematico americano Stephen Wolfram, che lavora allo sviluppo di simulazioni di fenomeni naturali, biologici o organici, partendo dallâinterazione di processi semplici e limitati che interagiscono tra loro. La forma delle cupole acustiche a configurazione variabile per Villa Medici a Roma è stata calcolata in modo che la capacitĂ di assorbimento e di riflessione sulla superficie delle onde sonore determinasse uno spazio dalle qualitĂ acustiche variabili e appropriate.
Da questo punto di vista il disegno risulta essenziale. Non è solo una semplice forma di rappresentazione ma piuttosto una pratica diagrammatica, la struttura del processo progettuale. Cerco infatti di integrare nellâatto di disegnare, lâessenza stessa del progetto, del calcolo, delle interazioni con i clienti e le condizioni del sito. Il disegno come progetto e processo.
Un metodo letteralmente da applicare, vale a dire da utilizzare per ridefinire superficiâŚ
La tendenza topografica dei progetti deriva dal fatto che i miei strumenti progettuali sono efficaci nel lavoro sulle superfici piuttosto che sui volumi o sugli oggetti. Lavoro allâidea di una visione antivolumetrica in cui lo spazio non è che il risultato di un processo di differenziazione del suolo o una rappresentazione del programma, ma non un fine in se stesso.
Mi sembra che tu abbia trovato la definizione ideale di questo processo in occasione del concorso vinto per il Park Hellenikon, modellando le tue routines sulle dinamiche naturali dei tracciati di drenaggio del territorio.
Il mio progetto sul sito dellâex aeroporto internazionale di Atene è basato sullâidea che la costruzione di un ambiente naturale sia un processo legato a parametri semplici e misurabili. Le acque di ruscellamento dei 530 ettari del sito formano una griglia che minime alterazioni topografiche possono modificare considerevolmente con uno sforzo limitato. Il parco realizza un nuovo ecosistema derivato da questa topografia di drenaggio del sito piuttosto che la proiezione di un modello preimpostato di natura.
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luca ruali
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