A Venezia, per la Biennale, abbiamo avuto solo un assaggio di questa ampia retrospettiva sui lavori dello studio Venturi Scott Brown; tutti i pannelli preparati a suo tempo trovano finalmente spazi espositivi sufficentemente ampi nelle nuove aule recuperate dalla Facoltà di Architettura Roma Tre nell’ Ex Mattatoio di Testaccio. Nè nasce una strana mostra, fatta di grandi manifesti e kilometrici slogans, scenario per un’ officina di progetti dove centosessanta studenti, sia italiani che americani, lavorano full immersion nel Seminario Internazionale di Progettazione “Continuità e Discontinuità”.
Il materiale esposto potrebbe risultare alquanto ermetico per un visitatore che non conosca preliminarmente i lavori di Venturi: la Comunicatività, cavallo di battaglia del grande postmodernista, si esplica in una presentazione ipergrafica delle opere che riflette nell’ allestimento la sua poetica architettonica … si vede molto ma, salvo spiegazioni, si capisce poco.
Torna dunque particolarmente gradita l’ illustrazione data da Venturi nella conferenza di Martedì 27, e non tanto per il livello di approfondimento, visto che il discorso si è limitato ad una veloce infarinatura sui contenuti dei suoi celebri saggi, quanto per l’ aspetto divulgativo che queste argomentazioni possono avere per i giovani presenti. Poche frasi, qualche elenco di parole chiave, un po’ di battutine da intenditori, ed il messaggio di Venturi è arrivato forte e chiaro, a partire dal “parliamo di Comunicazione, non di Spazio”, alla monumentalità ottenibile con “iconografia elettronica su di architettura generica”.
Una lezione di pratica progettuale è arrivata invece da Denise Scott Brown: il ruolo sociale delle scelte dell’ Architetto, che intervenendo sulle funzioni “esterne” va a sovrapporsi alla figura dell’ urbanista, deve portare ad una attenta analisi che sfugge dal dominio dell’ arte; concetto che può risultare poco gradito ai progettisti italiani, formati in tutt’ altra visione, come ha ribadito Purini in un caldo dibattito a contorno della manifestazione.
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Marco Felici
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