In alcune nuove sale del complesso vasariano agli Uffizi inaugura la mostra âRiviste. La cultura in Italia nel primo â900â, a cura di Giovanna Lambroni, Simona Mammana e Chiara Toti, fruibile fino al 17 settembre 2023. Una carrellata di preziosi documenti che hanno fatto la storia culturale del Paese tra edizioni originali delle riviste, libri, manifesti, fogli, copertine, caricature Ăš una sezione di dipinti, disegni e sculture dellâepoca.
«Le avanguardie culturali del primo Novecento, che ebbero Firenze come epicentro, costituirono un momento di grande originalitĂ e fervore per la cultura italiana, che si svecchiĂČ e assunse una dimensione europea», ha dichiarato il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, durante lâinaugurazione.
Si va dalle turbolenti invettive del Leonardo di Papini e Prezzolini, al pluralismo de La Voce, fondamentale organo di circolazione di idee di respiro internazionale. Da Lacerba di Soffici con la sua vocazione per la libertĂ assoluta dellâArte agli slanci del futurismo di Marinetti su Poesia fino al socialismo di Gobetti con La rivoluzione liberale e di Gramsci con LâOrdine nuovo. In mostra anche le penne di coloro che sfiorarono la soglia degli anni Venti: Longanesi e Maccari con LâItaliano e Il Selvaggio. Malaparte e Bontempelli con lâinternazionalismo di 900.
Tutti gli accenti della grande stagione delle riviste riunite per la prima volta in un percorso istituzionale. Unâidea nata forse dalla sempre piĂč crescente urgenza attuale di ritrovare spazio per il dibattito ed il confronto, nella ricerca di nuove linee di ricerca e piste da seguire per non soccombere alle derive degli individualismi. «Le prime riviste della mostra â ha affermato il Presidente del Senato Ignazio La Russa, presente alla conferenza di presentazione insieme al Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani â sono tutte opera di ragazzi. Oggi, a quellâetĂ i nostri figli qualche volta sono ancora âmammoniâ, loro giĂ facevano riviste e cambiavano il mondo».
Menti affilate e brillanti, personalitĂ complesse, non di rado contrapposte animarono i primi decenni del Secolo Breve, senza mai rinunciare allo sguardo critico, allâindipendenza di giudizio, alla libertĂ di spirito che in ogni epoca Ăš sintomo di spessore intellettuale e voglia di fare.
Un percorso, quello proposto dagli Uffizi, senzâaltro originale e di nicchia che dice anche della ricchezza del patrimonio italiano dei documenti culturali dâarchivio. «Questa esposizione costituisce unâulteriore occasione per conoscere e valorizzare i periodici che possediamo â ha commentato la Direttrice Generale Biblioteche e Diritto dâAutore Paola Passarelli â sono oltre 160mila i titoli, in alcuni casi conservati in una sola copia, 3.400.000 i volumi fisici».
Fu in quegli anni che si affrontarono problemi cruciali come la questione meridionale, il suffragio universale, la riforma scolastica, il modernismo. In quelle colonne dâepoca si addensarono la cultura dello Strapaese di Longanesi, il frammentismo crociano, la proposta di nuovi stili di poesia e di prosa entro i quali incanalare il flusso di coscienza. Il nazionalismo de Il Regno di Corradini. Cui si aggiunse la rivista letteraria di ispirazione dâannunziana Hermes e La Critica, pubblicazione che nacque a Napoli con lâintento di svolgere un attenta attivitĂ di analisi del panorama del tempo, garantita dallâautorevolezza di Croce e di Gentile. Fu unâepoca dâoro in cui si andava a fondo, anche a costo di risultare fuori contesto: «Lâimperativo Ăš guardar dentro», si legge infatti nel primo numero de La Voce.
«La mostra costituisce una prima in assoluto per ampiezza e contenuti â ha spiegato il Direttore della Galleria degli Uffizi, Eike Schmidt â le riviste, la grafica delle copertine, le opere dâarte di grandi artisti del momento ci fanno subito entrare in un mondo di scambi fervidi. Ă come vedere il film storico di quei decenni di inizio Novecento che hanno cambiato il volto dellâItalia e sua posizione rispetto allâEuropa».
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