Categorie: Architettura

Con ALDO, l’architettura antropomorfa 2.0 esce dalle scuole di Roma

di - 30 Giugno 2022

Architettura, design, allestimento, pedagogia, sfide con il presente. Dall’unione di più idee è nato ALDO: un campus estivo dall’aspetto divertente e destrutturato, dedicato a 70 bambini provenienti da situazioni di vulnerabilità. Inaugurato il 16 giugno 2022 presso la scuola Carlo Pisacane – Istituto Comprensivo “Simonetta Salacone”, nel quartiere di Tor Pignattara a Roma, ALDO si inserisce nel progetto “Spazio di Classe” voluto da Fondazione Snam, Yolk, Mission Bambini e Cooperativa Sociale Antropos Onlus.

L’Associazione Yolk, presieduta da Clementina Cordero di Montezemolo, ha invitato il collettivo di designer Parasite 2.0 e lo studio di architettura Zarcola, a mescolare capacità e ispirazione creativa per dare forma al padiglione, sotto la guida e il coordinamento dell’associazione Gibel.

Osservando la struttura di circa 40 metri quadri, collocata nel cortile della scuola e già fortino di decine di bambini, salta subito all’occhio la contrapposizione tra la leggerezza della copertura a rete – costruita e cucita dallo sponsor tecnico Arno Studio – informe e trasparente, e la tempra dell’ossatura in acciaio.

Emerge l’idea di offrire all’infanzia la possibilità onirica di immaginare e di interpretare a piacimento il grande volume rigonfio e bianco che fa da tetto; una «membrana morbida che tocca quasi fino al pavimento. Tutto è stato pensato per essere montato e smontato. Abbiamo creato uno spazio indefinito che non ha una configurazione da manuale», spiegano gli architetti Edoardo Zancola e Federico Zarattini. Il loro studio, Zarcola, lavora sulla relazione tra preesistenze storiche e mutazioni mimetiche, facendo ricerca sperimentale sul metodo costruttivo in progetti nazionali e internazionali. La conformazione modulare a incastri permetterà che ALDO venga smontato e rimontato in altre scuole della periferia romana e di altre città.

Il nuovo modello educativo all’aperto prende il nome dall’architetto olandese Aldo Van Eyck, riconosciuto come il padre dei playground di Amsterdam, secondo cui «Tutti gli spazi tra le case dovrebbero essere giocabili».

Il ludico aspetto antropomorfo del campus, si sposa con alcune componenti da interni che sono state ideate da Parasite 2.0. Poiché è la mente del fanciullino a dover spaziare, ideando e immaginando, nulla ha qui una forma conchiusa. Elementi circolari in legno dai profili colorati, pannelli disposti a piramide sui quali sedere o arrampicarsi, un armadio irregolare, torre di avvistamento o luogo segreto entro cui intrufolarsi.

Stefano Colombo, Eugenio Cosentino e Luca Marullo hanno costruito per l’occasione elementi un po’ naïf, quasi a mo’ di matrioska. Non a caso, il loro focus, dal 2010, è sull’ideazione di progetti ibridi tra architettura, design e scenografia.

Si è scelto di pensare in modo non convenzionale. Sedie e banchi avrebbero riprodotto l’atmosfera tradizionale della classe, mentre l’obiettivo di ALDO è quello dell’outdoor education con la promozione degli spazi esterni della scuola. I luoghi usualmente adibiti alla ricreazione e al gioco si trasformano così in centro di iniziative sportive, danza e laboratori artistici, per contrastare il learning loss; quel fenomeno di regressione di competenze che avviene durante il periodo estivo.

Un castello sui generis che implichi flessibilità e inclusività dell’apprendimento. «Ci stiamo occupando di strutture in maniera non ortodossa – ha commentato Dario Nepoti, cofondatore di Gibel – con la creazione di una spazialità bella, smontabile, ecologica. Se vogliamo reinterpretare la scuola e l’educazione dei bambini bisogna partire dall’architettura». Come ha sottolineato Clementina Cordero di Montezemolo, c’è l’idea di investire sul design, per condurre la bellezza alla portata di tutti.

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