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Watching into Stars on Screens
Watching into Stars on Screens” è la prima mostra personale di Flavio Degen in Italia.
L’ artista ci invita dentro una realtà, in cui gli schermi sono ponte tra noi e un cosmo costellato di stelle, emblema di identità, realtà, virtuale, tangibile e fittizio.
Comunicato stampa
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Lusvardi Art è lieta di presentare “Watching into Stars on Screens”, la prima mostra personale di Flavio Degen in Italia.
Il titolo gioca sulla polisemia del termine stella. La parola è originariamente associata agli astri, i corpi celesti che brillano nel cielo. Riferita a una persona “stella” è sinonimo di personaggio famoso e importante nell’ambito dell’intrattenimento. L’ artista ci invita dentro una realtà, in cui gli schermi
sono ponte tra noi e le stelle, emblema di identità, realtà e finzione.
La poetica di Flavio Degen declina il concetto di stella nel lavoro Life is the Medium, The Medium is Death proponendo un cosmo pulsante. Televisori con lo schermo defetto mostrano video in loop in cui forme astratte, si espandono, ritraggono, crescono e muoiono come microrganismi, creando un universo vivo oltre il vetro. Le forme organiche si muovono in sincronia con il brano “Famous” dell’icona pop Kanye West. Flavio Degen ci introduce così alla seconda possibilità di significato del termine stella: volti noti nel mondo dell’immagine.
Nella serie Memory is a strange planet, ci ritroviamo in un cosmo costellato
di icone famose. A un primo sguardo riconosciamo questi volti così popolari, identità attinte da intrattenimento e politica. Tuttavia il senso di familiarità è a tratti stravolto, creando un senso d’ incertezza sull’identità di chi osserviamo.
L’artista riesce a creare questo effetto estraniante manipolando o sovrapponendo identità diverse. Talvolta risultano in maschere grottesche o in un nuovo essere, un ibrido tra icone e celebrità.
Identità famose si accompagnano a persone qualunque che appaiono spesso in stralci di video di immagini di guerra, attività ricreative, fai da te, tutorials, etc. A esso si aggiungono video di animali, robot, macchine e natura.
Degen appropriandosi di immagini prosegue il dialogo avviato dalle avanguardie degli anni 70, i Picture Artists, facendo non solo dell’ appropriazione una scelta formale ma il anche il contenuto del lavoro. I Picture Artists all’uso di immagini di produzione di massa affiancavano talvolta fotografie di opere d’arte di altri artisti, per creare nuovi significati e porre dubbi sul concetto di originalità. Degen sottolinea come il concetto di originalità non sia nemmeno più parte della discussione. Nei singoli video che compongono le opere dell’artista, chi riprende non è dato di conoscere, evidenziando l’assenza dell’artefice. L’universo oltre lo schermo si arricchisce di eventi e cose di cui non sappiamo né l’origine né il fautore e né il quando sono state prodotte, escludendo dalla discussione il concetto di autore.
Altro tema sviluppato è l’intrattenimento. La generazione di artisti nati negli anni sessanta era cresciuta in parallelo al consumismo di una società in cui cresceva l’ossessione per le immagini e in risposta ne evidenziavano i tratti: informazione, pubblicità, arte e violenza. Se prima i confini apparivano più netti, nel 21 secolo l’immagine è senza controllo, un susseguirsi continuo in cui i margini appaiono sfocati.
Degen evidenzia le linee di demarcazione confuse tra contenuti, associando video di contesti diametralmente opposti, che concatenatosi l’uno all’altro sembrano rivelare una sincronia, portando all’attenzione concetti di percezione soggettiva, appiattimento del contenuto e contraddizione.
L’artista accompagna all’uso intensivo di immagini internet veri oggetti materiali. Insieme essi costituiscono delle installazioni.
Ci sono televisori recuperati con il vetro già rotto. Oggetti nuovi e brillanti in un passato recente ora sono già usurati e da buttare, rivelando nella forma di ready made distrutti i risvolti decadenti.
Lenzuola diventano canvas su cui Degen proietta le sue opere video.
Catene, reti metalliche, vestiti e pezzi di strada si inseriscono nelle istallazioni, arricchendone l’universo.
Internet e oggetti attinti dalla realtà tangibile interagiscono tra loro, in uno scambio simbiotico in cui l’uno è necessario all’altro.
Questa interscambio tra cosmi si percepisce non solo nella forma ma anche nei contenuti. Nel video No Power una videocamera ci mostra il panorama oltre un parabrezza durante un viaggio in macchina di quella parrebbe essere una città anglofona ignota, mostrando scorci di strade, vie e natura. L’operazione è simile nel lavoro Memory is a strange planet che a immagini desunte dai social media è aggiunto un video che riprende una passeggiata sulla spiaggia.
L’ unione di video che documentano lo spazio con video Internet, rafforzano questo interscambio tra realtà e virtuale in cui entrambi condividono l’essere testimonianze di questo decennio.
Degen affronta questa realtà odierna con un approccio talvolta ironico come in No Power in cui il volto di Jim Carrey sembra l’avatar dell’ artista che commenta il viaggio in macchina, o con i famosi manipolati all’estremo, in caricature al limite del comico.
Talora con un approccio malinconico e disilluso, veicolato tramite un audio, che unisce canzoni apprezzate della musica pop a voci fuori campo, spesso manipolando e rallentando i suoni per creare un senso di eco e difficoltà percettiva.
Questa operazione mostra come a differenza dei primi artisti che negli anni 90 si approcciavano a internet con ottimismo per le sue potenzialità e contenuti, ora artisti come Degen ne denotano la stranezza, l’inusuale e il disincanto.
Lo stato percettivo di oggi dimostra un continuo sfocarsi dei confini identitari e di consapevolezza tra realtà e finzione. L’intrattenimento contemporaneo è un collage di immagini in cui fama, conosciuto e ignoto si alternano e mischiano in una narrazione del nuovo secolo costituito da un rigurgito di immagini, dove non importa il contenuto se riesce a intrattenere. Watching into Stars on Screens è un viaggio immersivo nell’interazione tra realtà e virtuale , un’esplorazione in cui l’artista ci accompagna a guardare le stelle invitandoci a prestare attenzione per scorgere e vedere: l’universo, il pieno o il vuoto o forse qualcosa che ancora non abbiamo distinto.
Il titolo gioca sulla polisemia del termine stella. La parola è originariamente associata agli astri, i corpi celesti che brillano nel cielo. Riferita a una persona “stella” è sinonimo di personaggio famoso e importante nell’ambito dell’intrattenimento. L’ artista ci invita dentro una realtà, in cui gli schermi
sono ponte tra noi e le stelle, emblema di identità, realtà e finzione.
La poetica di Flavio Degen declina il concetto di stella nel lavoro Life is the Medium, The Medium is Death proponendo un cosmo pulsante. Televisori con lo schermo defetto mostrano video in loop in cui forme astratte, si espandono, ritraggono, crescono e muoiono come microrganismi, creando un universo vivo oltre il vetro. Le forme organiche si muovono in sincronia con il brano “Famous” dell’icona pop Kanye West. Flavio Degen ci introduce così alla seconda possibilità di significato del termine stella: volti noti nel mondo dell’immagine.
Nella serie Memory is a strange planet, ci ritroviamo in un cosmo costellato
di icone famose. A un primo sguardo riconosciamo questi volti così popolari, identità attinte da intrattenimento e politica. Tuttavia il senso di familiarità è a tratti stravolto, creando un senso d’ incertezza sull’identità di chi osserviamo.
L’artista riesce a creare questo effetto estraniante manipolando o sovrapponendo identità diverse. Talvolta risultano in maschere grottesche o in un nuovo essere, un ibrido tra icone e celebrità.
Identità famose si accompagnano a persone qualunque che appaiono spesso in stralci di video di immagini di guerra, attività ricreative, fai da te, tutorials, etc. A esso si aggiungono video di animali, robot, macchine e natura.
Degen appropriandosi di immagini prosegue il dialogo avviato dalle avanguardie degli anni 70, i Picture Artists, facendo non solo dell’ appropriazione una scelta formale ma il anche il contenuto del lavoro. I Picture Artists all’uso di immagini di produzione di massa affiancavano talvolta fotografie di opere d’arte di altri artisti, per creare nuovi significati e porre dubbi sul concetto di originalità. Degen sottolinea come il concetto di originalità non sia nemmeno più parte della discussione. Nei singoli video che compongono le opere dell’artista, chi riprende non è dato di conoscere, evidenziando l’assenza dell’artefice. L’universo oltre lo schermo si arricchisce di eventi e cose di cui non sappiamo né l’origine né il fautore e né il quando sono state prodotte, escludendo dalla discussione il concetto di autore.
Altro tema sviluppato è l’intrattenimento. La generazione di artisti nati negli anni sessanta era cresciuta in parallelo al consumismo di una società in cui cresceva l’ossessione per le immagini e in risposta ne evidenziavano i tratti: informazione, pubblicità, arte e violenza. Se prima i confini apparivano più netti, nel 21 secolo l’immagine è senza controllo, un susseguirsi continuo in cui i margini appaiono sfocati.
Degen evidenzia le linee di demarcazione confuse tra contenuti, associando video di contesti diametralmente opposti, che concatenatosi l’uno all’altro sembrano rivelare una sincronia, portando all’attenzione concetti di percezione soggettiva, appiattimento del contenuto e contraddizione.
L’artista accompagna all’uso intensivo di immagini internet veri oggetti materiali. Insieme essi costituiscono delle installazioni.
Ci sono televisori recuperati con il vetro già rotto. Oggetti nuovi e brillanti in un passato recente ora sono già usurati e da buttare, rivelando nella forma di ready made distrutti i risvolti decadenti.
Lenzuola diventano canvas su cui Degen proietta le sue opere video.
Catene, reti metalliche, vestiti e pezzi di strada si inseriscono nelle istallazioni, arricchendone l’universo.
Internet e oggetti attinti dalla realtà tangibile interagiscono tra loro, in uno scambio simbiotico in cui l’uno è necessario all’altro.
Questa interscambio tra cosmi si percepisce non solo nella forma ma anche nei contenuti. Nel video No Power una videocamera ci mostra il panorama oltre un parabrezza durante un viaggio in macchina di quella parrebbe essere una città anglofona ignota, mostrando scorci di strade, vie e natura. L’operazione è simile nel lavoro Memory is a strange planet che a immagini desunte dai social media è aggiunto un video che riprende una passeggiata sulla spiaggia.
L’ unione di video che documentano lo spazio con video Internet, rafforzano questo interscambio tra realtà e virtuale in cui entrambi condividono l’essere testimonianze di questo decennio.
Degen affronta questa realtà odierna con un approccio talvolta ironico come in No Power in cui il volto di Jim Carrey sembra l’avatar dell’ artista che commenta il viaggio in macchina, o con i famosi manipolati all’estremo, in caricature al limite del comico.
Talora con un approccio malinconico e disilluso, veicolato tramite un audio, che unisce canzoni apprezzate della musica pop a voci fuori campo, spesso manipolando e rallentando i suoni per creare un senso di eco e difficoltà percettiva.
Questa operazione mostra come a differenza dei primi artisti che negli anni 90 si approcciavano a internet con ottimismo per le sue potenzialità e contenuti, ora artisti come Degen ne denotano la stranezza, l’inusuale e il disincanto.
Lo stato percettivo di oggi dimostra un continuo sfocarsi dei confini identitari e di consapevolezza tra realtà e finzione. L’intrattenimento contemporaneo è un collage di immagini in cui fama, conosciuto e ignoto si alternano e mischiano in una narrazione del nuovo secolo costituito da un rigurgito di immagini, dove non importa il contenuto se riesce a intrattenere. Watching into Stars on Screens è un viaggio immersivo nell’interazione tra realtà e virtuale , un’esplorazione in cui l’artista ci accompagna a guardare le stelle invitandoci a prestare attenzione per scorgere e vedere: l’universo, il pieno o il vuoto o forse qualcosa che ancora non abbiamo distinto.
26
ottobre 2023
Watching into Stars on Screens
Dal 26 ottobre all'otto dicembre 2023
arte contemporanea
Location
LUSVARDI ART
Milano, Corso Buenos Aires, 45, (MI)
Milano, Corso Buenos Aires, 45, (MI)
Orario di apertura
da mercoledì a venerdi ore 14-19
Vernissage
26 Ottobre 2023, dalle 18:00
Autore