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Christian Holstad – I confess
Il percorso espositivo presenta installazioni, sculture e disegni inediti, un itinerario personale e crudo che si spinge ad investigare le contraddizioni della società americana contemporanea. Un racconto introspettivo articolato in 12 stazioni successive. Tra ascese e cadute, creatività e dissacrazione, la mostra rivisita le tappe salienti della produzione di Christian Holstad.
Comunicato stampa
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Ironico o dissacrante manipolatore di stili, Christian Holstad usa con disinvoltura diverse modalità espressive - scultura, installazione, disegno, collage, assemblage, video e performance - per visionarie incursioni in spazi e situazioni che giocano un ruolo di rivisitazione, o riabilitazione degli immaginari più diversi.
Artista eclettico e versatile non disdegna il ricorso a manufatti artigianali e cuce con ago e filo, e all'occorrenza lavora a maglia e all'uncinetto, nuove interpretazioni di icone, ideologie e oggetti di un passato recente.
Domenica 20 settembre 2009 alle 12,00 inaugurerà a Palazzo Santa Margherita, in corso Canalgrande 103 a Modena, la mostra Christian Holstad. I Confess.
Prima personale italiana dell'artista americano, organizzata e coprodotta dalla Galleria Civica di Modena e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, curata da Milovan Farronato, la mostra si accompagna alle iniziative del festivalfilosofia, dedicato quest'anno al tema della Comunità. Per l'occasione la mostra sarà aperta al pubblico già a partire da venerdì 18 settembre 2009, giorno in cui è prevista la visita ufficiale delle autorità, alle 17,30.
Il percorso espositivo presenta installazioni, sculture e disegni inediti, un itinerario personale e crudo che si spinge ad investigare le contraddizioni della società americana contemporanea. Un racconto introspettivo articolato in 12 stazioni successive. Tra ascese e cadute, creatività e dissacrazione, la mostra rivisita le tappe salienti della produzione di Christian Holstad, includendo alcune delle opere più celebri dell'artista americano: le sculture mobiles costruite con abiti usati, grucce e accessori; i serpenti realizzati in tessuti preziosi; una serie di disegni inediti su carta da giornale e foglia oro. L'arte di Holstad si lega visceralmente alla sua manualità, trasformando, in alcuni casi, vestiti e costumi in un bestiario, come accade per i serpenti di Defined Through Deflation and Limits of Exposure (2004-2005).
Strutturata in due ambienti contigui la mostra si apre con una "cappella votiva" realizzata con assi di legno inchiodate tra loro, sulle cui pareti sono affissi dodici disegni inediti, che ripercorrono una personale via crucis. E una seconda stanza, in cui l'illuminazione è capovolta e le opere appese al soffitto sono collegate tra loro da catene che disegnano un improbabile candelabro. Anche in questo caso si tratta di dodici stazioni, dodici tappe introspettive, un itinerario tra visione e allucinazioni, cadute e ascese sul Monte Calvario percorso dalla Comunità americana contemporanea.
"Ed è proprio la società americana - scrive Milovan Farronato - nei suoi paradossi, miti, ideologie e contraddizioni, il suo privilegiato campo d'indagine. In questi meandri si compie la sua "ricerca sentimentale", e la sua ipotetica confessione. La leggendaria Marilyn Monroe, l'icona pop Maria Veronica Ciccone, l'infausto e grottesco caso del Superman Christopher Reeve sono alcuni dei personaggi che Holstad ha investigato in altrettante opere. E insieme a loro storie di cronaca recente e passata. I titoli stessi di alcune mostre di Holstad sembrano puntare l'accento sul "dominio" e sul "consumismo" americani: American Standard o American Express. Al di là della produzione più propriamente scultorea e installativa, ogni suo disegno ha come base e supporto le immagini e gli articoli delle più importanti testate americane".
Sempre nell'ambito del festivalfilosofia, in occasione della notte del Tiratardi, nel Chiostro di Palazzo Santa Margherita, sabato 19 settembre, a partire dalle 24,00, Dj Set by Christian Holstad. Ingresso gratuito.
Nella foto: Christian Holstad, The Gift, 2009, grafite e foglia d'oro su carta da giornale, courtesy Galleria Massimo De Carlo, Milano.
Note Biografiche
Christian Holstad è nato ad Anaheim, California, nel 1972; è cresciuto in Minnesota e si è diplomato presso il Kansas City Art Institute. Dal '94 vive a New York. I suoi lavori sono presenti nelle più importanti collezioni museali americane, tra cui il MOMA di New York, il Carnegie Museum of Art di Pittsburg, il Museum of Modern Art di Los Angeles, di North Miami, di Chicago, e inoltre l'Hammer Museum e il County Museum of Art di Los Angeles. Ha esposto in importanti rassegne internazionali come la Biennale del Whitney (2004), di Mosca (2007), di Lione (2007) e la Triennale di Yokohama (2008). Kunstverein di Amburgo, X-Iniziative di New York, Kunsthalle di Zurigo, MOCA di Miami, P.S.1 di New York sono alcune delle istituzioni che gli hanno dedicato recentemente una personale. E unitamente a queste, l'artista ha esposto in spazi non convenzionali come al Prince Dali, un locale indiano abbandonato sulla terza avenue di New York.
A Palazzo Santa Margherita, tra l'altro, inaugura anche l'installazione di Ana Maria Bresciani dal titolo Omnia Vincit Labor, con la quale prosegue il ciclo di mostre realizzate per Area Progetto che a partire da quest'anno, grazie alla collaborazione con il circuito GAI, interessa tutto il territorio nazionale.
Nelle Sale Superiori, infine, Ethos degli italiani, una delle tappe della trilogia di mostre fotografiche ospitate anche alla Biblioteca Civica Luigi Poletti e all'ex ospedale Sant'Agostino proposta in seno al festivalfilosofia. Questo step presenta il tema dell'eccentricità dello sguardo sul territorio contemporaneo. Ciò in relazione al progetto site specific_MODENA 08, recentemente portato a termine da Olivo Barbieri nella zona Tempio della città, nell'ambito di un progetto di riqualificazione del quartiere. Ethos degli italiani. Olivo Barbieri. site specific MODENA 08 resterà aperta al pubblico fino al prossimo 18 ottobre.
Artista eclettico e versatile non disdegna il ricorso a manufatti artigianali e cuce con ago e filo, e all'occorrenza lavora a maglia e all'uncinetto, nuove interpretazioni di icone, ideologie e oggetti di un passato recente.
Domenica 20 settembre 2009 alle 12,00 inaugurerà a Palazzo Santa Margherita, in corso Canalgrande 103 a Modena, la mostra Christian Holstad. I Confess.
Prima personale italiana dell'artista americano, organizzata e coprodotta dalla Galleria Civica di Modena e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, curata da Milovan Farronato, la mostra si accompagna alle iniziative del festivalfilosofia, dedicato quest'anno al tema della Comunità. Per l'occasione la mostra sarà aperta al pubblico già a partire da venerdì 18 settembre 2009, giorno in cui è prevista la visita ufficiale delle autorità, alle 17,30.
Il percorso espositivo presenta installazioni, sculture e disegni inediti, un itinerario personale e crudo che si spinge ad investigare le contraddizioni della società americana contemporanea. Un racconto introspettivo articolato in 12 stazioni successive. Tra ascese e cadute, creatività e dissacrazione, la mostra rivisita le tappe salienti della produzione di Christian Holstad, includendo alcune delle opere più celebri dell'artista americano: le sculture mobiles costruite con abiti usati, grucce e accessori; i serpenti realizzati in tessuti preziosi; una serie di disegni inediti su carta da giornale e foglia oro. L'arte di Holstad si lega visceralmente alla sua manualità, trasformando, in alcuni casi, vestiti e costumi in un bestiario, come accade per i serpenti di Defined Through Deflation and Limits of Exposure (2004-2005).
Strutturata in due ambienti contigui la mostra si apre con una "cappella votiva" realizzata con assi di legno inchiodate tra loro, sulle cui pareti sono affissi dodici disegni inediti, che ripercorrono una personale via crucis. E una seconda stanza, in cui l'illuminazione è capovolta e le opere appese al soffitto sono collegate tra loro da catene che disegnano un improbabile candelabro. Anche in questo caso si tratta di dodici stazioni, dodici tappe introspettive, un itinerario tra visione e allucinazioni, cadute e ascese sul Monte Calvario percorso dalla Comunità americana contemporanea.
"Ed è proprio la società americana - scrive Milovan Farronato - nei suoi paradossi, miti, ideologie e contraddizioni, il suo privilegiato campo d'indagine. In questi meandri si compie la sua "ricerca sentimentale", e la sua ipotetica confessione. La leggendaria Marilyn Monroe, l'icona pop Maria Veronica Ciccone, l'infausto e grottesco caso del Superman Christopher Reeve sono alcuni dei personaggi che Holstad ha investigato in altrettante opere. E insieme a loro storie di cronaca recente e passata. I titoli stessi di alcune mostre di Holstad sembrano puntare l'accento sul "dominio" e sul "consumismo" americani: American Standard o American Express. Al di là della produzione più propriamente scultorea e installativa, ogni suo disegno ha come base e supporto le immagini e gli articoli delle più importanti testate americane".
Sempre nell'ambito del festivalfilosofia, in occasione della notte del Tiratardi, nel Chiostro di Palazzo Santa Margherita, sabato 19 settembre, a partire dalle 24,00, Dj Set by Christian Holstad. Ingresso gratuito.
Nella foto: Christian Holstad, The Gift, 2009, grafite e foglia d'oro su carta da giornale, courtesy Galleria Massimo De Carlo, Milano.
Note Biografiche
Christian Holstad è nato ad Anaheim, California, nel 1972; è cresciuto in Minnesota e si è diplomato presso il Kansas City Art Institute. Dal '94 vive a New York. I suoi lavori sono presenti nelle più importanti collezioni museali americane, tra cui il MOMA di New York, il Carnegie Museum of Art di Pittsburg, il Museum of Modern Art di Los Angeles, di North Miami, di Chicago, e inoltre l'Hammer Museum e il County Museum of Art di Los Angeles. Ha esposto in importanti rassegne internazionali come la Biennale del Whitney (2004), di Mosca (2007), di Lione (2007) e la Triennale di Yokohama (2008). Kunstverein di Amburgo, X-Iniziative di New York, Kunsthalle di Zurigo, MOCA di Miami, P.S.1 di New York sono alcune delle istituzioni che gli hanno dedicato recentemente una personale. E unitamente a queste, l'artista ha esposto in spazi non convenzionali come al Prince Dali, un locale indiano abbandonato sulla terza avenue di New York.
A Palazzo Santa Margherita, tra l'altro, inaugura anche l'installazione di Ana Maria Bresciani dal titolo Omnia Vincit Labor, con la quale prosegue il ciclo di mostre realizzate per Area Progetto che a partire da quest'anno, grazie alla collaborazione con il circuito GAI, interessa tutto il territorio nazionale.
Nelle Sale Superiori, infine, Ethos degli italiani, una delle tappe della trilogia di mostre fotografiche ospitate anche alla Biblioteca Civica Luigi Poletti e all'ex ospedale Sant'Agostino proposta in seno al festivalfilosofia. Questo step presenta il tema dell'eccentricità dello sguardo sul territorio contemporaneo. Ciò in relazione al progetto site specific_MODENA 08, recentemente portato a termine da Olivo Barbieri nella zona Tempio della città, nell'ambito di un progetto di riqualificazione del quartiere. Ethos degli italiani. Olivo Barbieri. site specific MODENA 08 resterà aperta al pubblico fino al prossimo 18 ottobre.
20
settembre 2009
Christian Holstad – I confess
Dal 20 settembre 2009 al 10 gennaio 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA CIVICA DI MODENA – PALAZZO SANTA MARGHERITA
Modena, Corso Canalgrande, 103, (Modena)
Modena, Corso Canalgrande, 103, (Modena)
Orario di apertura
martedì - venerdì 10,30 - 13,00; 15,00 - 18,00
sabato, domenica e festivi 10,30 - 18,00 Lunedì chiuso Festività 25 e 26 dicembre 2009 e 1 gennaio 2010, 15,00 - 18,00. Orari durante il festivalfilosofia*
venerdì 18 settembre 9,00 - 23,00
sabato 19 settembre 9,00 - 2,00
domenica 20 settembre 9,00 - 21,00 *con visita ufficiale delle autorità, venerdì 18 settembre 2009, ore 17,30
Vernissage
20 Settembre 2009, ore 12 alla Sala Grande
Ufficio stampa
STUDIO PESCI
Autore
Curatore