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Marco Dalbosco – Incerti arredi
Il progetto Incerti arredi si sviluppa attraverso la creazione di una campagna pubblicitaria di un prodotto di arredo, seguendo il modello di quelle promosse da una nota ditta svedese. Il lavoro si sviluppa attraverso la creazione di una serie di mobili con dimensioni e materiali inconsueti.
Comunicato stampa
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INCERTI ARREDI
Tra le conseguenze più dirette e tangibili della globalizzazione possiamo annoverare la progressiva omologazione del gusto estetico. Questo importante fenomeno, continuo ed inarrestabile, investe svariati ambiti della società contemporanea impedendo l’emergere di tendenze ed identità particolari in funzione di una “visione” trainante unica e generale.
L’omologazione del gusto si realizza in modo non esplicito e prende forma grazie alla diffusione di un modello estetico di riferimento, operazione svolta dai mezzi di comunicazione di massa.
Tra gli ambiti maggiormente interessati dal fenomeno dell’omologazione troviamo il gusto per l’arredamento.
In questo ambito il livellamento nasce con l’obbiettivo di rendere accessibili ad un pubblico più vasto oggetti di design desiderabili attraverso l’abbassamento del costo degli stessi. Se in passato, infatti, solo un pubblico ristretto aveva accesso a mobili di design ora alcune multinazionali hanno reso possibile la produzione e quindi l’acquisto di tali oggetti a basso costo.
Il progetto Incerti arredi si sviluppa attraverso la creazione di una campagna pubblicitaria di un prodotto di arredo, seguendo il modello di quelle promosse da una nota ditta svedese. Tale ditta diviene il simbolo del livellamento estetico, risultato di una globalizzazione che non lascia più scampo a nessuna identità. Il lavoro si sviluppa attraverso la creazione di una serie di mobili con dimensioni e materiali inconsueti. Questi oggetti d’arredo divengono mezzo di comunicazione se resi accessibili su cartelloni pubblicitari esposti in luoghi facilmente visibili. La comunicazione e la critica all’appiattimento del gusto estetico prendono così forma attraverso un oggetto che potrebbe non avere alcuna funzione utilitaristica ma che è denso di riflessioni sull’omologazione.
Marco Dalbosco
Vive tra Rovereto e Bologna, città dove si è laureato nel 2001. A metà degli anni Novanta ha inizio l’attività espositiva, in età relativamente adulta, anche a causa di un periodo di lavoro e formazione che vedono Dalbosco inpegnato in lavori di diversa natura. Dal 2002, anno in cui vince il premio DAMS di Bologna, ha seguito diversi workshops in varie discipline: video-installazione con Studio Azzurro, teatro con La Fura dels Baus, danza con la Compagnia Abbondanza-Bertoni e Dietere Heitkamp. Attualmente si interessa al rapporto tra l’arte e altre discipline, tra cui la religione.
Tra le conseguenze più dirette e tangibili della globalizzazione possiamo annoverare la progressiva omologazione del gusto estetico. Questo importante fenomeno, continuo ed inarrestabile, investe svariati ambiti della società contemporanea impedendo l’emergere di tendenze ed identità particolari in funzione di una “visione” trainante unica e generale.
L’omologazione del gusto si realizza in modo non esplicito e prende forma grazie alla diffusione di un modello estetico di riferimento, operazione svolta dai mezzi di comunicazione di massa.
Tra gli ambiti maggiormente interessati dal fenomeno dell’omologazione troviamo il gusto per l’arredamento.
In questo ambito il livellamento nasce con l’obbiettivo di rendere accessibili ad un pubblico più vasto oggetti di design desiderabili attraverso l’abbassamento del costo degli stessi. Se in passato, infatti, solo un pubblico ristretto aveva accesso a mobili di design ora alcune multinazionali hanno reso possibile la produzione e quindi l’acquisto di tali oggetti a basso costo.
Il progetto Incerti arredi si sviluppa attraverso la creazione di una campagna pubblicitaria di un prodotto di arredo, seguendo il modello di quelle promosse da una nota ditta svedese. Tale ditta diviene il simbolo del livellamento estetico, risultato di una globalizzazione che non lascia più scampo a nessuna identità. Il lavoro si sviluppa attraverso la creazione di una serie di mobili con dimensioni e materiali inconsueti. Questi oggetti d’arredo divengono mezzo di comunicazione se resi accessibili su cartelloni pubblicitari esposti in luoghi facilmente visibili. La comunicazione e la critica all’appiattimento del gusto estetico prendono così forma attraverso un oggetto che potrebbe non avere alcuna funzione utilitaristica ma che è denso di riflessioni sull’omologazione.
Marco Dalbosco
Vive tra Rovereto e Bologna, città dove si è laureato nel 2001. A metà degli anni Novanta ha inizio l’attività espositiva, in età relativamente adulta, anche a causa di un periodo di lavoro e formazione che vedono Dalbosco inpegnato in lavori di diversa natura. Dal 2002, anno in cui vince il premio DAMS di Bologna, ha seguito diversi workshops in varie discipline: video-installazione con Studio Azzurro, teatro con La Fura dels Baus, danza con la Compagnia Abbondanza-Bertoni e Dietere Heitkamp. Attualmente si interessa al rapporto tra l’arte e altre discipline, tra cui la religione.
03
aprile 2008
Marco Dalbosco – Incerti arredi
Dal 03 aprile al 02 maggio 2008
arte contemporanea
Location
PAOLO TONIN ARTE CONTEMPORANEA
Torino, Via San Tommaso, 6, (Torino)
Torino, Via San Tommaso, 6, (Torino)
Orario di apertura
Orario di apertura dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 19,30 dal lunedì al venerdì, sabato su appuntamento
Vernissage
3 Aprile 2008, Inaugurazione giovedì 3 aprile dalle 18,30 alle 21
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