Raffinate decorazioni, lustri, eleganti figure femminili: al MIC di Faenza la mostra “Galileo Chini. Ceramiche tra Liberty e Déco” scopre l’opera di un artista poliedrico, inventore, dalla fine dell’800, della ceramica moderna italiana.
La mostra dal titolo “Galileo Chini. Ceramiche tra Liberty e Déco”, curata da Claudia Casali e Valerio Terraroli, espone circa trecento pezzi tra ceramiche (tra cui inediti) e disegni preparatori a documentare le varie fasi di attività delle due manifatture – L’Arte della Ceramica (Firenze, 1896) e le Fornaci San Lorenzo (Borgo San Lorenzo, 1906)- fondate da Galileo Chini.
Prendendo ispirazione dal modernismo internazionale, sull’onda del movimento delle art and crafts inglesi di William Morris, nel 1986 Galileo Chini insieme a Giovanni Montelatici, Vittorio Giunti e Giovanni Vannuzzi aprono a Firenze la manifattura “L’arte della ceramica” consapevole che era ormai “l’epoca del Liberty e bisognava assimilare a questo stile anche il soprammobile”.
Le ceramiche della Manifattura conquistarono da subito premi e fama per le loro raffinate decorazioni in principio ispirate a motivi floreali di gusto Liberty e a figure femminili di influenza rinascimentale, poi caratterizzate dalla copertura a lustri metallici, da sintesi decorative e da una varia gamma di grès.
La mostra è legata a doppio filo con il MIC e le sue origini. Galileo Chini fu chiamato a decorare i locali deputati alle arti dell’Esposizione Torricelliana di Faenza nel 1908, da cui prese avvio la fondazione del Museo Internazionale delle Ceramiche. Un primo nucleo di opere venne donato da lui stesso alla città di Faenza, per il costituendo museo. Purtroppo queste andarono perse durante la seconda Guerra mondiale, ma molte altre furono donate dalla Manifattura Chini negli anni successivi.
Informazioni
Sabato 26 novembre, ingresso gratuito dalle ore 14.
Tel. 0546697311
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