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MAC Museo d’Arte Contemporanea
Viale Elisa Ancona 6, Lissone (MB)
(fronte Stazione FS)
ORARI
fino al 23 mag. 2021
Mercoledì e Venerdì 10.00-13.00
Giovedì 16.00 -21.00
Sabato e Domenica 10.00-12.00 / 15.00-19.00
Prenotazione obbligatoria (posti limitati) da effettuarsi:
Chiamando:
039 2145174 MAC MUSEO (orari museo)
039 7397202 COMUNE (orari uffici)
Per email
prenotazioni.museo@comune.lissone.mb.it
Raffaele Cioffi espone al MAC Museo di Arte Contemporanea di Lissone
presentando 25 dipinti degli ultimi 2 anni di attività e di ricerca trentennale.
La mostra curata da Alberto Barranco di Valdivieso, critico ed esperto d’arte contemporanea, si intitola “Soglie 2018-2020” e presenta lavori inediti degli ultimi due anni e, soprattutto, grandi tele realizzate da Cioffi appositamente per gli spazi del nuovissimo museo, oggi tra i più importanti del Nord Italia anche grazie allo storico Premio Lissone che qui viene conferito.
Il titolo scelto da Barranco non è casuale: appunto “soglie”, e non “porte”, proprio perché il termine sottolinea maggiormente una demarcazione metafisica, non tangibile ma percepibile, che definisce il varco tra la dimensione fisica e il luogo dello spirito (e non solo della mente, cioè dell’immaginazione).
L’allestimento di Barranco di Valdivieso, già architetto e storico, assume la volontà di scandire fisicamente un ritmo progressivo, in cui le difficili superfici del museo, irregolari e articolate, diventano occasione ideale per istruire un ritmo espositivo complesso, e nello stesso tempo minimale, che accompagna lo spettatore nel mondo ultra-dimensionale di Cioffi.
Il carattere di trascendenza di questa pittura rappresenta l’essenza del fare dell’artista lombardo: oltrepassare la dimensione visibile e reale dell’opera d’arte provocando nell’osservatore una narrazione interiore, innescata proprio dalle sensazioni estetiche delle sue immaginifiche visioni pulsanti dalle ricche e cangianti cromie.
In questo modo si attua il primato della pittura contemporanea astratta (nelle sue varie tipologie), troppo spesso dal grande pubblico valutata come incomprensibile, criptica, sfuggente, in realtà capace, forse più della figurazione, simbolica o oggettiva che sia, di condurre lo spettatore a stimoli profondi che trovano nella psiche, nell’inconscio, il terreno fertile per realizzare la percezione amplificata della propria intima realtà.
Le opere di Raffaele Cioffi esprimono esiti di una raggiunta maturità intellettuale, pur conservando sempre l’istinto sensuale e l’entusiasmo per la disciplina della pittura che da sempre alimenta il suo impegno. Cioffi manifesta, oggi più che mai, la capacità di declinare un linguaggio, di colore e di luce, secondo paradigmi che superano l’articolazione della “pittura in sé” della scuola aniconica, pur rimanendo entro quello spazio di pittura, seguendo una prassi di lavoro disciplinata e coerente, senza assumere il distacco emozionale e “narrativo” di quella scuola.
Le sue composizioni che risultano avvolgenti e stereoscopiche, dai movimenti cromatici, fibrillanti e porosi, costruite con una complessa tecnica di sovrapposizione dei pigmenti e con un movimento del pennello pivotante e nervoso, permettono di coinvolgere chi guarda attraverso una sorprendente esperienza di profondità iper-dimensionali. Sottolinea il curatore che “allo spettatore le particelle di colore sembrano dissolversi in uno strano moto perpetuo, rivelandosi allo sguardo per gradi successivi, disegnando misteriose soglie oscillanti e fulcri ottici in continua pulsazione verso vettori che oltrepassano il piano fisico della tela, pur senza attuare operazioni meccaniche su di essa”. Lo stesso Barranco continua affermando che “la pittura astratta di Cioffi ha una direzione evocativa e poetica inusuale nella pittura aniconica. Una ricerca, quella di Cioffi, che volutamente non si ferma alla semplice immanenza dell’oggetto pittura, pur tecnicamente efficace e perfettamente eseguito, ma esprime il desiderio appassionato, feroce, doloroso di trascendere la nostra dimensione reale, la dimensione nella quale esiste l’opera ed esiste l’osservatore. Valicare la misura di una condizione oggettiva, talvolta difficile, nella quale noi tutti, specialmente in questo momento, proviamo un senso di smarrimento” Ecco, allora, che l’arte di Cioffi testimonia l’esistenza di altre possibilità di immaginazione e di comprensione. Il Curatore: “Le sue “macchine pittoriche”, i suoi portali, agiscono tramite il meccanismo, ancora in gran parte misterioso, che l’arte provoca nell’essere umano, non solo nella sua mente razionale ma nella sfera istintiva più profonda, in quelle zone segrete che sono i veri accessi alla libertà dalle catene della “verità tangibile”.
Per Cioffi, dunque, il primato della pittura è proprio quello per cui, l’arte più antica dell’uomo, che esiste dai primordi della sua intelligenza, sia ancora oggi, nonostante la dissimulante religione della tecnologia del mondo iper-industriale, il diaframma liberatorio e la spinta motrice verso dimensioni che, da sempre, sono presenti dentro di noi, e nelle quali, noi tutti, desideriamo ardentemente, e finalmente, raggiungere. Questa mostra, allestita in un momento difficile della nostra storia rappresenta un gesto di fiducia nell’arte e nella sua capacità di confortarci e di stimolarci, di condurci in una dimensione migliore