26 ottobre 2020

STEFANIA VICHI, RINASCIMENTO (feat. barocco). LOADING ART Palazzo Ranieri di Sorbello, Perugia

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www.stefaniavichi.com

Un’esposizione a Palazzo Ranieri di Sorbello, in pieno centro storico a Perugia, la personale di Stefania Vichi, curata da Carlo Pizzichini, Professore ordinario dell’Accademia delle Belle Arti di Brera e patrocinato da Regione Umbria e Comune di Perugia, che diventa un atto di fede e di speranza verso l’arte, che aggrappandosi con volontà ad una forma di vivere, dichiara al mondo di voler sopravvivere. “Rinascimento” quale studio dei modelli classici per estrarne luce nuova nel presente, “Barocco” come inno allo stupore: due concetti spendibili nel presente in un invito a caricarsi d’arte come bene comune, da preservare e tenere in vita, come la storia ci insegna. I giorni del confinamento fisico ci hanno reso consapevoli che tutte le rinascite, sono rinnovamenti, rinascenze di un qualcosa che, come l’arte, non è assolutamente necessario alla sopravvivenza, ma proprio per questo di estrema importanza per sopravvivere. Un viatico per una rinascenza-barocca, fatta di messaggi forti, immagini accattivanti, corteggiamenti visivi, che hanno come fine il benessere e lo stupore dell’anima che guarda. Con affascinanti altorilievi crea le serie “Lex Italica” e “Pantheon”, dove l’insegnamento della storia viene trasmesso proprio come modo nuovo di comportamento per coloro che hanno a cuore le cose d’arte. Le virtù umane sono le uniche ad essere incoraggiate per intraprendere una via d’uscita in tempi bui, e Vichi individua in alcune fondamentali famiglie storiche italiane la grande intuizione di sostenere i Geni (gli artisti) nelle loro creazioni: dai Medici agli Sforza, dai Borgia ai Borboni è il trionfo del colore e della forma, in una parata di drappeggi e simboli che le pittosculture evocano mediante accenni iconografici. Ma il teatro barocco trova il suo fulcro nel Falò delle Vanità, un’installazione di tre metri che evoca la sera di martedì grasso, 7 febbraio 1497, quando il frate Savonarola e i suoi seguaci bruciarono in Piazza della Signoria migliaia di oggetti che a loro giudizio potevano generare vanità appunto. Specchi, vestiti lussuosi, dipinti… In soccorso arrivano otto estintori (Caravaggio, Bernini, Canova, Burri…) che dominano le fiamme, controllando e spegnendo il gran fuoco, proprio con la loro sana vanità artistica e il loro genio che sopraffà chi tenta di dar fuoco all’arte per distruggerla. Questo a voler rammentare che “l’arte non arde mai”. Tra le vanità del Falò del Savonarola c’erano anche i vestiti preziosi, e Vichi non poteva che dedicare proprio con “Dress-art” un’attenzione all’argomento. Lo fa con la stessa fantasia provocatoria che rende il visitatore protagonista come eventuale indossatore di una serie di corsetti scultorei con i quali rivestirsi. E’ un invito a calzare un segno d’arte, a trasformarsi, lasciando andare i propri preconcetti e limiti. Siamo tutti nudi davanti all’arte, tutti immancabilmente uguali e l’arte è pronta a vestirci di meraviglia e stupore, a spogliarci del maligno per indossare il bene, a toglierci il velo del banale per coprirci di originali virtù. Se poi avessimo un calo di energia, ecco pronta la serie del Loading art: come cassette del pronto soccorso, se ne stanno queste composizioni di elementi essenziali alla sopravvivenza: coloro che sono affetti d’anemia verso l’arte, i carenti di sensibilità, i deboli d’idee, posso caricarsi di nuove energie con la flebo ricostituente di “VANITAS”, una panacea di stupore, con trasfusioni di bellezza e d’amore per l’arte. Un linguaggio che diventa naturalmente quasi trasgressivo, per quel sottile equilibrio tra sacro e profano su cui si muove in sostanza tutta l’opera della Vichi nel rappresentare i suoi temi universali. Con accenni alle composizioni bizzarre e provocatorie la Vichi vuol ribadire la piena libertà ed individualità dell’artista, prendendosi in carico la tendenza all’eccesso, all’illusione e alla teatralità, che si esplicano fattivamente in un’artista complessa che usa indifferentemente mezzi tradizionali, scultorei, per rappresentare concetti alti con opere contenenti riferimenti alla storia. Citazioni che producono ritorni di memorie e ripensamenti da parte del pubblico, che si trova inaspettatamente coinvolto spesso in azioni interattive, in performance artistiche che riassumono tutto lo sforzo dell’artista nel rincorrere il culto della bellezza, trasformato dalla Vichi in ciò che le sta a cuore: il culto dello Stupore e della Meraviglia. Perciò l’evento e la mostra di Perugia si inseriscono con giuste pretese nel panorama contemporaneo italiano, e con giovanile piglio di convinzioni, lasciano intendere che dietro ad affermazioni, concetti e soluzioni estetiche, in un Neo-barocco visionario e contemporaneo, frutto naturale del nostro tempo.

Info
Palazzo Ranieri di Sorbello
Via Alessi n.1 – 06122, Perugia
Orario 10.00 – 18.00
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