22 aprile 2008

fino al 10.V.2008 Per Barclay Bologna, Otto Gallery

 
Traghettati sull'acqua in una mostra a doppia percorrenza. Per ridare nuovi sensi alla vita e alla morte. O, meglio, per scoprire che non sono due definizioni contrarie. L’artista norvegese torna a Bologna...

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La seconda personale di Per Barclay (Oslo, 1955) alla Otto Gallery, a distanza di due anni, ha per tema l’acqua. Un effetto sonoro di gocce che cadono accompagna il visitatore per i tre ambienti della galleria, insieme a un’atmosfera umida, quasi invasiva.
All’arrivo, ciò che si percepisce è un ordine rovesciato. Il primo tema, infatti, è la morte, esemplificata dal tragico, lirico ed evocativo personaggio shakespeariano di Ofelia. L’acqua la uccide, la sommerge, è il mezzo dell’atto definitivo della sua follia. A seguire, con un’elaborata installazione viene proposto il tema dell’eterno ritorno, uno dei concetti cardine della filosofia di Nietzsche. La negazione del concetto di inizio e fine, implicita nella circolarità, è rappresentata da Barclay con la forma di una casa di vetro dove l’acqua defluisce continuamente grazie a un circuito meccanico. Una casa, nella sua metafora abituale di habitat umano, dove il liquido, linfa vitale, non arresta mai il proprio cammino.
Il passo successivo non potrebbe non presentare un’opera sul tema della vita. Un’immagine di un uomo giovane e in forze che medita ai bordi dell’acqua che gli fa da sfondo, ma anche da culla, da guida, da cicerone in un mondo spirituale che l’essere umano può ricercare a contatto con la natura. Vita su vita: del corpo, dell’anima, della biologia umana, di quella terrestre, di quella che trascende la scienza e si spinge nel labirinto di filosofia elaborato nella storia dell’umanità come in quello di ogni singolo individuo.
Per Barclay - Simen - 2004 - stampa lambda in b/n - cm 110x121 - courtesy Otto Gallery, Bologna
A questo punto il percorso della mostra è chiaro. E si srotola a ritroso nel giusto senso cronologico quando, per abbandonare la galleria, si è costretti a ripercorrere le sale nell’ordine inverso, ormai già svezzati, preparati a vedere l’opera con un secondo sguardo, più analitico, e a cogliere i tre stadi nella loro conseguenza logica. Nel nuovo ordine, la vita è simboleggiata come s’è appena visto. Quasi seguendo la corrente dell’acqua in movimento, ci si ritrova nella sala centrale: ora si può percepire pienamente l’installazione come tratto d’unione fra la vita e la morte e, al contempo, come negazione di entrambe, in quanto eterno ritorno, negazione dell’unicità dell’esperienza umana.
Per Barclay - veduta parziale dell'installazione presso la Otto Gallery, Bologna 2008 - vasca di legno, alluminio, vetro, acqua - 1992 - cm 210x212x210 - photo Dario Lasagni
Così l’Ofelia cullata dalle acque diventa una rappresentazione di morte solo apparente. Perché Barclay ha dimostrato che l’unico concetto valido è quello di eternità. Adesso possiamo accorgerci che la sua Ofelia è in una posizione inverosimile. Rilassata, con un’espressione serena in viso, quasi voluttuosamente abbandonata all’acqua, il suo non sembra essere un suicidio disperato, piuttosto un consapevole epilogo, un ritorno all’acqua e al circolo della vita. Una decisione lucida, un’accettazione della morte come anello della catena, perché in realtà la vita non si esaurisce mai.

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carolina lio
mostra visitata l’8 marzo 2008


dal primo marzo al 10 maggio 2008
Per Barclay – Stanze d’acqua
Otto Gallery
Via D’Azeglio, 55 – 40123 Bologna
Orario: dal martedì al sabato ore 10.30-13 e 16-20; domenica e lunedì su appuntamento
Ingresso libero
Info: tel. +39 0516449845; fax +39 0513393794; info@otto-gallery.it; www.otto-gallery.it

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