11 maggio 2010

fino al 29.V.2010 Behind the Curtain Kelm Shishkin Milano, Giò Marconi

 
Mirabili tende d’artista, fotografia d’autore e grottesche visioni. Sembra un sogno surrealista, ma è l’offerta completa della galleria Giò Marconi. Tre mostre in un solo colpo...

di

Dopo la
fortunata personale di Tobias Rehberger, Marconi figlio presenta la collettiva Behind
the Curtain
e ben
due personali, la prima della fotografa tedesca Annette Kelm, la seconda
dell’artista russa Dasha Shishkin.
Behind
the Curtain
è
un’interessante collettiva dove artisti come Rosa Barba, John Bock e Nathalie Djurberg sono chiamati a riflettere
attorno al tema del tendaggio, che ognuno affronta secondo il proprio stile.
Affascinante è soprattutto il lavoro dell’artista svedese, che sporca una
classicissima tenda rosa dipingendola poi con motivi floreali dalle spesse
pennellate di colore. Appesantita, la tenda rimane incollata a terra e nasconde
dietro di sé una proiezione di uno dei film dell’artista, nel quale una
flessuosa ballerina danza come la lepre marzolina fra teiere e cupcake disposte su una tavola imbandita
che molto assomiglia a quella del Cappellaio Matto. Tutti gli oggetti le sono
però ostili e cercano di sbiancare la sua pelle d’ebano.
Annette Kelm - Untitled (Plates) - 2010 - c-print - cm 102x82 - ed. di 5
La sala dedicata ad Annette
Kelm
(Stoccarda,
1975; vive a Francoforte) presenta i suoi scatti dalle atmosfere rarefatte e
immote. I lavori fotografici di Kelm appaiono immediatamente nella loro
nitidezza e fissità, rappresentando in tutta la loro fisicità delle
“cose”; per esempio, in scatti come Plates, l’artista lavora con motivi,
oggetti di design o piante che vengono estrapolati dal loro contesto usuale e
sistemati in situazioni del tutto nuove e stranamente stilizzate.
Inaspettatamente
si ritrovano su un palcoscenico dove diventano parte di un’intenzionale e
misteriosa drammaturgia. Gli oggetti vengono infatti presentati quasi
brutalmente così come appaiono, ma qualcosa circa la loro esattezza sembra non
essere completamente coerente. Se da un lato, infatti, le immagini appaiono
immediatamente evidenti e quasi ingenue, dall’altro restituiscono un senso di
straniamento che non solo mette in discussione l’oggetto, ma anche la natura
stessa della rappresentazione.
Dasha Shishkin - Come On and Blow It - 2007 - inchiostri, acrilico e pastello su plastica - cm 152,4x278,1 - courtesy Zach Feuer Gallery, New York
I macabri soggetti di
Dasha Shishkin (Mosca,
1977; vive a New York) occupano la sala inferiore con la loro grottesca vena
umoristica. Lavori su carta come Ugly kids are hard to come by these days propongono orgiastiche visioni in
atmosfere vagamente asiatiche. Le forme dell’artista russa collidono in una
fusione di allegoria e fantasia, raccontando drammatiche storie di alienazione
e sfasamento. L’avvincente flusso di forme e colori e le figure che fluttuano e
si fondono insieme si sviluppano su sfondi cromaticamente molto accesi, creando
un brillio che accentua la narrazione.
I titoli
delle opere, giocosi ma allo stesso tempo enigmatici, completano l’opera. A
detta della stessa artista, “i titoli sono come una ciliegia sulla torta. La
ciliegia non fa la torta una torta di ciliegie, ma è sempre lì ad attrarre o
distrarre l’occhio
”.


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futuro secondo Art Review

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secondo Tim Burton

mattia
pozzoni
mostra visitata
il 24 aprile 2010


dal
22 aprile al 29 maggio 2010

Annette
Kelm / Dasha Shishkin / Behind the Curtain
Galleria
Giò Marconi
Via Tadino, 15 (zona piazza Lima) – 20124 Milano
Orario: da martedì a sabato ore 10.30-12.30 e 15.30-19
Ingresso libero
Info: tel./fax +39 0229404373;
info@giomarconi.com; www.giomarconi.com

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