Se le chiese sono dimora del Signore, i musei sono i templi laici dell’arte: si entra in silenzio, quasi con devozione, si ammirano le opere cercando di catturarne tutti i significati e si esce, consci delle altissime potenzialità dell’essere umano.
Spesso però bisogna aggiungere piccoli inconvenienti: lunghe code all’ingresso, percorsi stabiliti all’interno e qualche attesa per poter contemplare con comodo le opere di maggior interesse.
A questo, da sempre ritenuto il modo deputato per godere di un contatto diretto con l’arte, si è via via aggiunta l’abitudine di organizzare mostre in luoghi terzi dai musei e dalle gallerie, anche per conquistare un pubblico più giovane ed eterogeneo.
Dalle piazze alle università, dai castelli ai giardini, l’arte è uscita dalle sue antiche dimore per diventare evento sociale e collettivo, facilmente fruibile e al contempo memorabile perché vede gli spettatori come parte integrante dell’esibizione artistica.
Lungo questo importante solco si muove oggi un’azienda bresciana che ha fatto del culto del bello, accessibile ad ampio raggio, la sua base produttiva: Rossi Mobili ha infatti fortemente voluto ed organizzato una mostra antologica dedicata alle più significative opere di Margherita Serra.
Questa retrospettiva della felice carriera della scultrice bresciana abbraccia un intero ventennio di produzione artistica, dal 1980 al 2000: un riassunto in forma fisica dell’evoluzione di un’ispirazione artistica,per la cui esposizione sono stati scelti gli eleganti ed accoglienti locali dello show-room Rossi Mobili a Botticino.