08 giugno 2005

Il Caligola secondo Francesco

 
Milla Jovovich, Benicio del Toro, Courtney Love, Barbara Bouchet. A Venezia. Non è il cast di un film in concorso alla prossima Mostra del Cinema, ma quello di un remake di un film di Tinto Brass. Anzi, un “trailer per un remake”, con sceneggiature di Gore Vidal e costumi di Donatella Versace. L’autore? Può essere uno soltanto: Francesco Vezzoli. Ecco la sua ultima fatica per la Biennale di Venezia…

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La Biennale si sa, è alle porte, e nel magro elenco di artisti italiani ecco far capolino Francesco Vezzoli (Brescia 1971). Il giovane artista, noto per la sua duplice ossessione per il cinema e per il ricamo, ha negli ultimi anni pazientemente tratteggiato un personalissimo immaginario che lo ha portato dai primi film con partecipazioni più nostrane (Franca Valeri, Iva Zanicchi), a progetti sempre più articolati ed ambiziosi, come quest’ultimo video girato a Los Angeles con un cast di “all stars”.
Il nuovo progetto Trailer for a remake of Gore Vidal’s Caligula, esposto nella sezione L’esperienza dell’arte, curata da Maria de Corral, sarà l’ultima (in ordine di apparizione) indagine che l’artista rivolge al mondo dell’intrattenimento popolare. Dopo il reality Comizi di Non Amore, e la soap-opera dedicata alla regina del fado Amàlia Rodrigues Amàlia Traìda, Vezzoli ha nuovamente attinto alla “fonte meravigliosa” del cinema per costruire la sua opera. Questa volta infatti, il punto di partenza è il controverso film Io, Caligola diretto nel 1980 da Tinto Brass. Pellicola che narra la vita del più scellerato imperatore di Roma. Un film che ebbe numerosi problemi di realizzazione, e che annoverava partecipazioni illustri e variegate. Dal produttore Bob Guccione (sì, il proprietario di Penthouse) agli sceneggiatori, Gore Vidal e Masolino D’amico. E fu proprio Gore Vidal a ritirarsi dal progetto ritenendo “tradita” la sua sceneggiatura. Francesco Vezzoli ora lo ricontatta e gli chiede di partecipare ad un trailer proprio ispirato al suo Caligula. Recupera poi due attrici del film originale: Helen Mirren ed Adriana Asti. Ed ancora, un’infilata di attori e di vedette che comprendono star contemporanee e non, quali: Benicio Del Toro, Milla Jovovich, Courtney Love, Gerard Butler, Michelle Phillips, Glenn Shadix, Tasha Tilberg, Karen Black e Barbara Bouchet.
Avvalendosi poi di uno staff di professionisti del cinema hollywoodiano ha girato e montato un trailer perfettamente “mainstream” in una sontuosa villa di Sunset Boulevard, chiedendo infine di disegnare i costumi dei personaggi principali a Donatella Versace.
Sembra divertente, ma anche questa volta non sarà solo intrattenimento: l’apparente leggerezza ed euforia degli accostamenti verrà proiettata da Vezzoli in una profonda analisi sulla società che rappresenta, disillusa anche se non disperata. Dove l’artista si trattiene dall’esprimere giudizi ma lascia piuttosto che siano le icone e i mille riferimenti -che spaziano tra scene volgari e salotti intellettuali- a mettere alla berlina la decadenza e di un’epoca che si autocommenta con feroce e sottile ironia. Come in Comizi di Non Amore, dove al dì là dell’accattivante viaggio nel grado zero del linguaggio televisivo, si andava dipanando un’impietosa satira sociale, che parlava di ambizione, desiderio, vitalità e voglia di riscatto dei protagonisti.
Ma non è finita. Francesco Vezzoli bisserà la sua presenza a Venezia con un altro evento: la Fondazione Prada (per festeggiare i dieci anni di attività) riproporrà il progetto Trilogia della Morte, precedentemente allestito nello spazio milanese di V ia Spartaco, nella veneziana Fondazione Giorgio Cini. Nei bellissimi spazi sarà proiettato ininterrottamente il reality Comizi di Non Amore e, ispirato dal suggestivo contesto, Vezzoli ha questa volta sostituito il luttuoso schermo ricamato con la parola “Fine” con una nuova opera. L’artista ha progettato e fatto realizzare due altri “finti” schermi da proiezione che si susseguiranno lungo la durata della mostra, costituiti da grandi arazzi che riportano eloquenti scene dei film di Pasolini I Racconti di Canterbury e Edipo Re. Queste due opere, oltre a rappresentare un sorta di nuovo fermo immagine, dialogheranno con lo spazio della Fondazione Cini, famosa anche per l’importante collezione di arazzi fiamminghi che ospita. Signore e signori, inizia lo spettacolo!

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www.cini.it
www.labiennale.org/it/arti-visive

riccardo conti


Francesco Vezzoli Trilogia della Morte, 9 giugno (apertura 10-18; vernissage: ore 18) 24 giugno 2005 – 31 agosto – 8 settembre 2005-06-02
Fondazione Giorgio Cini – Isola di San Giorgio Maggiore – Venezia
10-18.Chiuso Lunedì – ingresso libero – Fondazione Prada tel 0254670515, fax 0254670258 – www.fondazioneprada.org  – info@fondazioneprada.org
Fondazione Cini – www.cini.it
 

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9 Commenti

  1. GRANDE VEZZOLI!

    aiutatemi a capire perchè Francesco Vezzoli che sencondo me è senza dubbio il più grande artista italiano dopo Cattelan, non viene mai valutato abbastanza nelle riviste e dai soliti critici italiani, noiosi e annoiati… Forse perchè
    i critici nostrani non sono abbastanza umili da capire quando hanno tra le mani un artista del genere, che riesce ad architettare una cosa simile, o come la mostra da Prada.

    non vedo l’ora di guardare questo nuovo video che sembra già un capolavoro! per fortuna almeno voi gli avete dedicato davvero un bel pezzo!

    Fefe

  2. mica vero. Flash Art ha sponsorizzato a lungo Vezzoli come la naturale alternativa internazionale a Cattelan. La chance all’estero l’ha avuta: buco nell’acqua. E adesso si sta riciclando in Italia.

  3. Adesso vorrei vedere dei commenti..ma tutto tace
    Inorriditi? esterefatti? schifati? strabiliati? imbarazzati?

    a me non è piaciuta, anzi, mi ha lasciato apatica
    con profumo di garofani…

  4. L’opera di Vezzoli per la Biennale di Venezia è, a mio avviso, la più bella fin’ora creata. Dopo il fenomeno hollywoodiano ‘epopee dell’antichità’ (perchè a Hollywood pare che non si possa mai fare un film solo, ma almeno una dozzina sul generis), fà sorridere e respirare un non-commento così piacevole e sarcastico. Vale la pena chiedersi se un ‘Alexander’ di Oliver Stone possa aver influenzato l’artista o se piuttosto quest’ultimo ha raffigurato con lungimiranza l’immediato futuro. In questa società materialista, così interessata al sesso, al consumo usa e getta ed all’acquisto di opere come titoli di borsa, Vezzoli sfrutta il canale mediatico più contemporaneo per farci giungere la sua opera. Il cast d’eccezione, forse inutile ai fini del budget, concorre tuttavia a creare l’illusione del vero. Un vero troppo vero!

  5. questa è un offesa all immagine di caligola narrata sia ad A.CAMUS MA ANCHE A TUTTI GLI ATTORI DI TEATRO CLASSICO.TRA L ALTRO L IMMAGINE DI UN CALIGOLA LEGATA A SCENE EROTICHE DI BASSO LIVELLO NON COMBACIA ASSOLUTAMENTE ALLA VERA PERSONA CHE LA STORIA CI INSEGNA.STUDIATE I PERSONAGGI E LA LORO VITA PRIMA DI SPORCARE LA LORO IMMAGINE TRA L ALTRO CON PERSONE CHE POSSONO FARE TUTTO TRANNE RECITARE.VERGOGNA

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