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Città Panico
La galleria Arte in movimento di Pietrasanta presenta per la stagione estiva la mostra collettiva Città Panico a cura di Francesca Baboni e Stefano Taddei.
Comunicato stampa
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Il titolo del progetto riprende quello omonimo del testo di un pensatore francese riportandone alcuni spunti. Si deve difatti al notevole magistero filosofico di Paul Virilio, filosofo e urbanista, esperto di dromologia (scienza della velocità) e teorico della “condizione ipermoderna”, una delle definizioni più pregnanti delle derive per cui le metropoli contemporanee possono investire la vita dell’uomo, quella appunto di “città panico” globalizzata, in cui la catastrofe è ormai diventata inevitabile.
Gli agglomerati urbani attuali paiono fagocitare la normale esistenza dell’essere, con importanti ricadute nel vissuto quotidiano. “Città Panico”, (edizioni Raffaello Cortina, 2004) è una sorta di reportage della catastrofe, dove al divenire storico tradizionale si sostituisce l'eterno presente dell'immediatezza, scandito dalla frenesia delle comunicazioni di massa.
Un nucleo di quattro artisti, molto differenti per tecnica e concettualizzazioni esposte, che lavorano già da tempo su tematiche legate alla città contemporanea, sono riuniti in questa mostra per dare uno spaccato esaustivo di una serie di intriganti delucidazioni artistiche.
Nei reticolati urbani di Giacomo Costa s’insinuano apparizioni che fomentano una possibile scomparsa dei circuiti cittadini ad opera di condizioni catastrofiche. Nella pittura allucinata di Tommaso Ottieri sono le luci notturne e la deformazione visiva ad indicare una qualche percezione d’umanità allo svuotamento di senso del territorio, con un particolare riferimento all'anatomia sacra (Ecce Homo). Ulrich Egger propone un’indagine che accosta alla normale visione fotografica delle grandi trasformazioni abitative un lascito materiale dell’edilizia che non può che stravolgere il senso dell’ordinaria percezione di tale continuo cambiamento e Pietro Iori lavora sull'idea di limite risolta all'interno del territorio conosciuto con intenzioni rigorosamente autoctone, con l'ossessione del limite legata al concetto di periferia.
Gli agglomerati urbani attuali paiono fagocitare la normale esistenza dell’essere, con importanti ricadute nel vissuto quotidiano. “Città Panico”, (edizioni Raffaello Cortina, 2004) è una sorta di reportage della catastrofe, dove al divenire storico tradizionale si sostituisce l'eterno presente dell'immediatezza, scandito dalla frenesia delle comunicazioni di massa.
Un nucleo di quattro artisti, molto differenti per tecnica e concettualizzazioni esposte, che lavorano già da tempo su tematiche legate alla città contemporanea, sono riuniti in questa mostra per dare uno spaccato esaustivo di una serie di intriganti delucidazioni artistiche.
Nei reticolati urbani di Giacomo Costa s’insinuano apparizioni che fomentano una possibile scomparsa dei circuiti cittadini ad opera di condizioni catastrofiche. Nella pittura allucinata di Tommaso Ottieri sono le luci notturne e la deformazione visiva ad indicare una qualche percezione d’umanità allo svuotamento di senso del territorio, con un particolare riferimento all'anatomia sacra (Ecce Homo). Ulrich Egger propone un’indagine che accosta alla normale visione fotografica delle grandi trasformazioni abitative un lascito materiale dell’edilizia che non può che stravolgere il senso dell’ordinaria percezione di tale continuo cambiamento e Pietro Iori lavora sull'idea di limite risolta all'interno del territorio conosciuto con intenzioni rigorosamente autoctone, con l'ossessione del limite legata al concetto di periferia.
03
luglio 2008
Città Panico
Dal 03 luglio al 31 agosto 2008
arte contemporanea
Location
Orario di apertura
da martedì a sabato 10,30-12 ,30 e 18-20,30 (la domenica solo il pomeriggio e la sera) sabato e domenica 21,30-24 e lunedì previo appuntamento
Vernissage
3 Luglio 2008, ore 19.00
Autore
Curatore