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Conversazione con l’artista – Vettor Pisani
incontro
Comunicato stampa
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Il lavoro di Vettor Pisani, artista, architetto e drammaturgo, inizia negli anni ’70, dopo il suo trasferimento da Ischia, dove è nato nel 1934, a Roma, città più ricca di stimoli e intellettualmente più vivace.
Così, dall’isola–luogo della memoria, dell’infanzia, della storia personale, Vettor Pisani è accolto con trasporto dalla capitale che ospita la sua prima personale, Maschile Femminile e Androgino. Incesto e cannibalismo in Marcel Duchamp nelle sale della galleria La Salita. Da allora Roma rimane lo sfondo creativo e d’ispirazione dell’artista che presenzierà a Documenta di Kassel nel 1972, ad almeno 6 Biennali di Venezia dal 1976 al 1993, oltre a circa 200 mostre in tutto il mondo.
La Roma degli anni Settanta è la Roma della Saraghina di Federico Fellini, delle squallide periferie di Accattone di Pier Paolo Pasolini, la Roma mangiona, godereccia e dissipatoria di Marco Ferreri della Grande Abbuffata.
Gli amici di Piazza del Popolo, trascinati però via dal “nero violino” della morte, sono Gino De Dominicis e Carmelo Bene, con i quali Vettor Pisani condivide il comune interesse per l’invisibile e il soprannaturale.
Ma gli anni Settanta sono anche quelli in cui l’arte abbandona i musei e le gallerie d’arte e scende per le strade, andando ad alimentare l’utopia che tutti sono artisti.
Vettor Pisani ne prende le distanze, consapevole che il destino dell’artista non sia semplicemente quello di “fare arte”, ma di capire che “cos’è l’arte”, ponendosi davanti alle questioni sollevate dalla Storia dell’arte e dal Museo.
Per Pisani esiste infatti un percorso al di là del presente da raggiungere attraverso una ricerca nella storia e questo viaggio va inevitabilmente intrapreso come un viaggio iniziatico che parte dalla Storia stessa. Tutti i riferimenti culturali e i rimandi intertestuali delle sue opere, tra cui Beuys, Klein e Duchamp, sono perciò affinità che assume dalla storia ed ostenta attraverso una modalità personale, inserendole in un tessuto iconografico neutro, per non contaminarne la freschezza e l’attualità.
Oltre alle citazioni dall’arte e dalla storia, all’utilizzo del simbolo, al richiamo costante alla psicoanalisi e all’esoterismo, nei lavori di Pisani si ritrovano anche dei prelievi dal quotidiano o da magazine di ogni tipo che si mescolano in opere composte dal caso o dalla fantasia, pronte però a ricomporsi agli occhi dell’osservatore in un insieme armonico di riferimenti.
Le creazioni di Vettor Pisani si articolano attraverso il multimediale in una rielaborazione grafico–digitale che ripropone tracce visive distanti cronologicamente e concettualmente: il Marat di David e Wittgenstein, busti greci e spogliarelliste, il Castello Aragonese istriano immaginato nelle sembianze dell’Isola dei Morti di Böcklin. Ecco il continuo ritorno, la perenne rimescolanza, il nuovo che nel vecchio acquista sfumature diverse, come le parrucche di Andy Warhol che convivono con le sculture neoclassiche.
Sopravvive anche il disegno, sottile, delicato, sinuoso e con esso le installazioni, tutte giocate attraverso un utilizzo sincronico di materiali e supporti diversi.
Note Biografiche
Vettor Pisani, architetto, pittore e commediografo, nasce a Napoli il 12.7.1934. Nel 1970 si trasferisce a Roma, dove tiene la sua prima mostra personale presso la Galleria La Salita.
Sempre nel 1970 ottiene il Premio Pino Pascali attribuito dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna.
Agli inizi degli anni Settanta si dedica all'arte teatrale considerando il teatro come luogo iniziatico e metafora, dove convergono archetipi dell'immaginario collettivo, rimandi simbolici e mitologici.
Nel 1972 viene invitato a "Documenta 5" di Kassel; nel dicembre 1975 realizza alla Galleria Sperone di Roma l'azione Il coniglio non ama Joseph Beuys, replicata a Bologna nel 1977. Nel 1976 partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia con l'opera Theatrum, anticipatrice di una ricerca che si protrarrà lungo tutto il corso della sua carriera artistica. Si ricordano lavori quali Il Teatro di Edipo, il Teatro della Vergine, l'Isola Azzurra, Il Teatro della Sfinge, Il Teatro di Cristallo.
Oltre alla Biennale di Venezia del 1976, Pisani partecipa alle Biennali del 1978, 1984, 1986, 1990 e 1993, alle Quadriennali di Roma del 1986 e 1992 e a mostre come Avanguardia/Transavanguardia a Roma e Italian Art Now: an american Perspective al Guggenheim Museum di New York nel 1982; Arte Italiana 1960-1982 alla Hayward Gallery di Londra nel 1982, Terrae Motus e Terrae Motus 2 a Villa Campolieto ad Ercolano nel 1986 e al Grand Palais di Parigi nel 1987; Beuys zu Ehren, Stadtische Galerie in Lenbachhaus, Monaco, 1986; Mythos Italien, Bayerische Staatsgemaeldesammlungen di Monaco, 1988.
Nel 1982 il Museum Folkwang di Essen dedica all'artista una mostra antologica, seguita da quelle organizzate nel 1990 a Valencia e dalla Galleria Civica d'Arte Contemporanea di Trento nel 1992. Nel 1997 è presente alla mostra Pittura italiana da Collezioni Italiane presso il Castello di Rivoli. Partecipa a Minimalia. Da Giacomo Balla a … (1997 - 2000, Venezia, Palazzo Querini Dubois; Roma, Palazzo delle Esposizioni; New York, P.S.1) a cura di Achille Bonito Oliva.
Nel 2005 partecipa alla mostra Il Bello e le bestie - Metamorfosi, artifici e ibridi dal mito all'immaginario scientifico presso il MART di Rovereto a cura di Lea Vergine e Giorgio Verzotti. Con Nostalgia: volo di ritorno, sempre nel 2005, torna a Ischia, negli spazi della Torre di Guevara, con installazioni e opere bidimensionali (sculture, disegni e dipinti), che appartengono all'ultimo ciclo della sua produzione.
Così, dall’isola–luogo della memoria, dell’infanzia, della storia personale, Vettor Pisani è accolto con trasporto dalla capitale che ospita la sua prima personale, Maschile Femminile e Androgino. Incesto e cannibalismo in Marcel Duchamp nelle sale della galleria La Salita. Da allora Roma rimane lo sfondo creativo e d’ispirazione dell’artista che presenzierà a Documenta di Kassel nel 1972, ad almeno 6 Biennali di Venezia dal 1976 al 1993, oltre a circa 200 mostre in tutto il mondo.
La Roma degli anni Settanta è la Roma della Saraghina di Federico Fellini, delle squallide periferie di Accattone di Pier Paolo Pasolini, la Roma mangiona, godereccia e dissipatoria di Marco Ferreri della Grande Abbuffata.
Gli amici di Piazza del Popolo, trascinati però via dal “nero violino” della morte, sono Gino De Dominicis e Carmelo Bene, con i quali Vettor Pisani condivide il comune interesse per l’invisibile e il soprannaturale.
Ma gli anni Settanta sono anche quelli in cui l’arte abbandona i musei e le gallerie d’arte e scende per le strade, andando ad alimentare l’utopia che tutti sono artisti.
Vettor Pisani ne prende le distanze, consapevole che il destino dell’artista non sia semplicemente quello di “fare arte”, ma di capire che “cos’è l’arte”, ponendosi davanti alle questioni sollevate dalla Storia dell’arte e dal Museo.
Per Pisani esiste infatti un percorso al di là del presente da raggiungere attraverso una ricerca nella storia e questo viaggio va inevitabilmente intrapreso come un viaggio iniziatico che parte dalla Storia stessa. Tutti i riferimenti culturali e i rimandi intertestuali delle sue opere, tra cui Beuys, Klein e Duchamp, sono perciò affinità che assume dalla storia ed ostenta attraverso una modalità personale, inserendole in un tessuto iconografico neutro, per non contaminarne la freschezza e l’attualità.
Oltre alle citazioni dall’arte e dalla storia, all’utilizzo del simbolo, al richiamo costante alla psicoanalisi e all’esoterismo, nei lavori di Pisani si ritrovano anche dei prelievi dal quotidiano o da magazine di ogni tipo che si mescolano in opere composte dal caso o dalla fantasia, pronte però a ricomporsi agli occhi dell’osservatore in un insieme armonico di riferimenti.
Le creazioni di Vettor Pisani si articolano attraverso il multimediale in una rielaborazione grafico–digitale che ripropone tracce visive distanti cronologicamente e concettualmente: il Marat di David e Wittgenstein, busti greci e spogliarelliste, il Castello Aragonese istriano immaginato nelle sembianze dell’Isola dei Morti di Böcklin. Ecco il continuo ritorno, la perenne rimescolanza, il nuovo che nel vecchio acquista sfumature diverse, come le parrucche di Andy Warhol che convivono con le sculture neoclassiche.
Sopravvive anche il disegno, sottile, delicato, sinuoso e con esso le installazioni, tutte giocate attraverso un utilizzo sincronico di materiali e supporti diversi.
Note Biografiche
Vettor Pisani, architetto, pittore e commediografo, nasce a Napoli il 12.7.1934. Nel 1970 si trasferisce a Roma, dove tiene la sua prima mostra personale presso la Galleria La Salita.
Sempre nel 1970 ottiene il Premio Pino Pascali attribuito dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna.
Agli inizi degli anni Settanta si dedica all'arte teatrale considerando il teatro come luogo iniziatico e metafora, dove convergono archetipi dell'immaginario collettivo, rimandi simbolici e mitologici.
Nel 1972 viene invitato a "Documenta 5" di Kassel; nel dicembre 1975 realizza alla Galleria Sperone di Roma l'azione Il coniglio non ama Joseph Beuys, replicata a Bologna nel 1977. Nel 1976 partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia con l'opera Theatrum, anticipatrice di una ricerca che si protrarrà lungo tutto il corso della sua carriera artistica. Si ricordano lavori quali Il Teatro di Edipo, il Teatro della Vergine, l'Isola Azzurra, Il Teatro della Sfinge, Il Teatro di Cristallo.
Oltre alla Biennale di Venezia del 1976, Pisani partecipa alle Biennali del 1978, 1984, 1986, 1990 e 1993, alle Quadriennali di Roma del 1986 e 1992 e a mostre come Avanguardia/Transavanguardia a Roma e Italian Art Now: an american Perspective al Guggenheim Museum di New York nel 1982; Arte Italiana 1960-1982 alla Hayward Gallery di Londra nel 1982, Terrae Motus e Terrae Motus 2 a Villa Campolieto ad Ercolano nel 1986 e al Grand Palais di Parigi nel 1987; Beuys zu Ehren, Stadtische Galerie in Lenbachhaus, Monaco, 1986; Mythos Italien, Bayerische Staatsgemaeldesammlungen di Monaco, 1988.
Nel 1982 il Museum Folkwang di Essen dedica all'artista una mostra antologica, seguita da quelle organizzate nel 1990 a Valencia e dalla Galleria Civica d'Arte Contemporanea di Trento nel 1992. Nel 1997 è presente alla mostra Pittura italiana da Collezioni Italiane presso il Castello di Rivoli. Partecipa a Minimalia. Da Giacomo Balla a … (1997 - 2000, Venezia, Palazzo Querini Dubois; Roma, Palazzo delle Esposizioni; New York, P.S.1) a cura di Achille Bonito Oliva.
Nel 2005 partecipa alla mostra Il Bello e le bestie - Metamorfosi, artifici e ibridi dal mito all'immaginario scientifico presso il MART di Rovereto a cura di Lea Vergine e Giorgio Verzotti. Con Nostalgia: volo di ritorno, sempre nel 2005, torna a Ischia, negli spazi della Torre di Guevara, con installazioni e opere bidimensionali (sculture, disegni e dipinti), che appartengono all'ultimo ciclo della sua produzione.
03
dicembre 2005
Conversazione con l’artista – Vettor Pisani
03 dicembre 2005
arte contemporanea
incontro - conferenza
incontro - conferenza
Location
FONDAZIONE AMBROSETTI – PALAZZO PANELLA
Palazzolo Sull'oglio, Via Giacomo Matteotti, 53, (Brescia)
Palazzolo Sull'oglio, Via Giacomo Matteotti, 53, (Brescia)
Vernissage
3 Dicembre 2005, ore 11
Autore
Curatore