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Domenico Fazzari – 80mq di silenzio
L’ex Chiesa di San Sisto, la cui abside è andata distrutta nei bombardamenti della seconda guerra mondiale, ospita un dipinto scenografico di 80 metri quadri di Domenico Fazzari che ritrae l’abside della Chiesa di San Salvatore ad Africo, in Aspromonte, la sola architettura significativa sopravvissuta dopo l’alluvione del 1951, e da allora abbandonata. L’enorme scenografia innesca un dialogo tra i due luoghi, strutturalmente simili e accomunati da una storia di distruzione, e invita alla ricerca della loro identità passata e della loro memoria, facendoli rivivere l’uno nell’altro
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Lo Studio Museo Francesco Messina, ex Chiesa di San Sisto a Milano, presenta al pubblico la
mostra “80mq di silenzio. Domenico Fazzari” dal 7 luglio al 1 ottobre 2017.
L’esposizione organizzata dal Comune di Milano, Assessorato alla Cultura – Studio Museo
Francesco Messina, e voluta dalla direttrice del museo Maria Fratelli, con il supporto del
Laboratorio di Scenografia del Teatro alla Scala, propone una riflessione sul senso dei
luoghi e del tempo incentrata sul tema delle rovine di due chiese nel nord e nel sud Italia, una a
Milano e una in Aspromonte.
L’ex Chiesa di San Sisto, la cui abside è andata distrutta nei bombardamenti della seconda
guerra mondiale, ospita un dipinto scenografico di 80 metri quadri di Domenico Fazzari che
ritrae l’abside della Chiesa di San Salvatore ad Africo, in Aspromonte, la sola architettura
significativa sopravvissuta dopo l’alluvione del 1951, e da allora abbandonata.
L’enorme scenografia innesca un dialogo tra i due luoghi, strutturalmente simili e accomunati
da una storia di distruzione, e invita alla ricerca della loro identità passata e della loro memoria,
facendoli rivivere l’uno nell’altro.
Maria Fratelli nota: “Rappresentare Africo su una tela di 80mq e dislocarla in una chiesa
milanese significa riproporre all’attenzione del visitatore il miracolo della pittura. I grandi
freschisti hanno sempre creato grandi illusioni, squarciando i soffitti sull’immensità del cielo o
aprendo le pareti su paesaggi e orizzonti lontani. In San Sisto la congruenza tra lo spazio reale
e quello della Chiesa di Africo è talmente forte che la variazione non è di luogo ma di tempo.
Non si spiegherebbero altrimenti i muri scrostati, le finestre rotte, lo stato di abbandono (e quella
mucca a destra dell’altare che guarda sospettosa). Entrare in San Sisto per non essere a
Milano oggi, ma nell’immediato dopoguerra, quando l’abside non c’era più, quando il silenzio
che sempre segue a una distruzione è ancora sospeso nell’aria”.
Il silenzio, citato nel titolo dell’esposizione, rappresenta la condizione dello spettatore di fronte
alle rovine e ai luoghi abbandonati, siano essi la conseguenza di un’azione della natura o della
violenza umana. In questo suo dipinto il paesaggista Domenico Fazzari dà voce alle rovine di
Africo, e consente così alla chiesa abbandonata di essere nuovamente vista e vissuta, e a San
Sisto di recuperare temporaneamente l’abside perduta. Ancora Maria Fratelli osserva: “Fazzari
non vuole creare uno spazio che non esiste (anche se la tentazione di vedere la sua opera
come una citazione dello sfondato di Bramante in San Satiro, all’inizio di via Torino, è molto
forte), ma vuole portare una riflessione sul tema della rovina, in centro a Milano, nel cuore della
città romana dove il progresso ha costruito la capitale moderna del Paese. Vuole creare un
corto circuito, innestando in questa efficiente dinamicità l’immobilità di Africo, aprire una finestra
spazio-temporale che per qualche mese renda parallele due velocità incomparabili”.
Lo spazio architettonico rappresentato nell’opera, di forte impatto emotivo, evoca le fratture
profonde che spesso segnano l’esistenza umana: la presenza di una mucca spaesata tra le
rovine dell’abside allude ai giorni in cui la chiesa di Africo è stata riparo per gli abitanti e gli
animali del paese distrutto, così come San Sisto è stata rifugio per i senzatetto.
Nella tela di Fazzari allo Studio Museo Francesco Messina, Africo e la sua chiesa, da lui
conosciuti in una delle sue escursioni in Calabria, appaiono collocati in una dimensione in cui il
tempo sembra essersi fermato. Il senso di “80mq di silenzio” è forse anche quello di un implicito
auspicio di rinascita.
In settembre la mostra prevede una serie di eventi collaterali tra cui corsi di pittura, laboratori
teatrali, incontri e dibattiti.
mostra “80mq di silenzio. Domenico Fazzari” dal 7 luglio al 1 ottobre 2017.
L’esposizione organizzata dal Comune di Milano, Assessorato alla Cultura – Studio Museo
Francesco Messina, e voluta dalla direttrice del museo Maria Fratelli, con il supporto del
Laboratorio di Scenografia del Teatro alla Scala, propone una riflessione sul senso dei
luoghi e del tempo incentrata sul tema delle rovine di due chiese nel nord e nel sud Italia, una a
Milano e una in Aspromonte.
L’ex Chiesa di San Sisto, la cui abside è andata distrutta nei bombardamenti della seconda
guerra mondiale, ospita un dipinto scenografico di 80 metri quadri di Domenico Fazzari che
ritrae l’abside della Chiesa di San Salvatore ad Africo, in Aspromonte, la sola architettura
significativa sopravvissuta dopo l’alluvione del 1951, e da allora abbandonata.
L’enorme scenografia innesca un dialogo tra i due luoghi, strutturalmente simili e accomunati
da una storia di distruzione, e invita alla ricerca della loro identità passata e della loro memoria,
facendoli rivivere l’uno nell’altro.
Maria Fratelli nota: “Rappresentare Africo su una tela di 80mq e dislocarla in una chiesa
milanese significa riproporre all’attenzione del visitatore il miracolo della pittura. I grandi
freschisti hanno sempre creato grandi illusioni, squarciando i soffitti sull’immensità del cielo o
aprendo le pareti su paesaggi e orizzonti lontani. In San Sisto la congruenza tra lo spazio reale
e quello della Chiesa di Africo è talmente forte che la variazione non è di luogo ma di tempo.
Non si spiegherebbero altrimenti i muri scrostati, le finestre rotte, lo stato di abbandono (e quella
mucca a destra dell’altare che guarda sospettosa). Entrare in San Sisto per non essere a
Milano oggi, ma nell’immediato dopoguerra, quando l’abside non c’era più, quando il silenzio
che sempre segue a una distruzione è ancora sospeso nell’aria”.
Il silenzio, citato nel titolo dell’esposizione, rappresenta la condizione dello spettatore di fronte
alle rovine e ai luoghi abbandonati, siano essi la conseguenza di un’azione della natura o della
violenza umana. In questo suo dipinto il paesaggista Domenico Fazzari dà voce alle rovine di
Africo, e consente così alla chiesa abbandonata di essere nuovamente vista e vissuta, e a San
Sisto di recuperare temporaneamente l’abside perduta. Ancora Maria Fratelli osserva: “Fazzari
non vuole creare uno spazio che non esiste (anche se la tentazione di vedere la sua opera
come una citazione dello sfondato di Bramante in San Satiro, all’inizio di via Torino, è molto
forte), ma vuole portare una riflessione sul tema della rovina, in centro a Milano, nel cuore della
città romana dove il progresso ha costruito la capitale moderna del Paese. Vuole creare un
corto circuito, innestando in questa efficiente dinamicità l’immobilità di Africo, aprire una finestra
spazio-temporale che per qualche mese renda parallele due velocità incomparabili”.
Lo spazio architettonico rappresentato nell’opera, di forte impatto emotivo, evoca le fratture
profonde che spesso segnano l’esistenza umana: la presenza di una mucca spaesata tra le
rovine dell’abside allude ai giorni in cui la chiesa di Africo è stata riparo per gli abitanti e gli
animali del paese distrutto, così come San Sisto è stata rifugio per i senzatetto.
Nella tela di Fazzari allo Studio Museo Francesco Messina, Africo e la sua chiesa, da lui
conosciuti in una delle sue escursioni in Calabria, appaiono collocati in una dimensione in cui il
tempo sembra essersi fermato. Il senso di “80mq di silenzio” è forse anche quello di un implicito
auspicio di rinascita.
In settembre la mostra prevede una serie di eventi collaterali tra cui corsi di pittura, laboratori
teatrali, incontri e dibattiti.
06
luglio 2017
Domenico Fazzari – 80mq di silenzio
Dal 06 luglio al primo ottobre 2017
arte contemporanea
Location
STUDIO MUSEO FRANCESCO MESSINA
Milano, Via San Sisto, 4A, (Milano)
Milano, Via San Sisto, 4A, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a domenica, ore 10-18
Vernissage
6 Luglio 2017, ore 18
Ufficio stampa
IRMA BIANCHI
Autore