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Francesco Cocco – Prisons
una mostra sulle carceri italiane
Comunicato stampa
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Mercoledì 28 Febbraio alle ore 18.00 inaugura a Roma presso la Sala Santa Rita la mostra fotografica Prisons, un ritratto delle carceri italiane attraverso le suggestive immagini raccolte dal fotografo Francesco Cocco.
La mostra, promossa dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali in collaborazione con Contrasto sarà aperta al pubblico dall’1 al 30 marzo 2007.
Prisons è un percorso fotografico all’interno delle carceri, nelle celle e nei corridoi dei maggiori istituti penitenziari italiani, dove uomini e donne, detenuti e detenute, si sono lasciati ritrarre per dare in qualche modo voce alle loro esistenze. Più di una descrizione sulle carceri, Prisons vuole essere una finestra su quell’umanità che popola, come dice Cocco, “gli interni di quei contenitori, di quei grandi e asettici edifici che a volte osservavo mentre percorrevo in automobile qualche tangenziale”.
La sua narrazione è pura, a tratti scarna, dolorosa e impietosa; condotta con un linguaggio essenziale che non cerca ornamenti e non cela l’essenza.
Le fotografie, in bianco e nero, sono state realizzate tra il 2001 e il 2005 nelle carceri di Milano, Modena, Palermo, Bologna, Trani, Roma, Messina, Prato, Torino, Cagliari, Alghero, Pisa e sono state raccolte nel volume Prisons pubblicato in Italia da Logos nel 2006, con testi di Adriano Sofri e Renata Ferri.
La sequenza visiva rappresenta la testimonianza preziosa di un mondo a parte, di cui conosciamo l’esistenza ma che non vediamo e di cui, di conseguenza, non ci occupiamo.
Il progetto Prisons è stato realizzato grazie alla preziosa collaborazione con il Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria e il Ministero di Giustizia.
La mostra è stata presentata a Modena nell’estate del 2006 prodotta dalla Federazione DS di Modena.
Note biografiche
Nato a Recanati nel 1960, Francesco Cocco vive e lavora a Carpi.
Comincia la sua attività di fotografo nel 1989, interessato soprattutto dai temi sociali e dal desiderio di esplorare, con la macchina fotografica, gli ambienti sociali più emarginati o fragili, si sposta presto verso paesi “difficili”, specialmente d’area asiatica. In Bangladesh, fotografa le condizioni di vita dei bambini di strada e il lavoro minorile; in Vietnam, subito dopo la riapertura delle frontiere, realizza un reportage, confluito nel 1993 nella mostra Vietnam Oggi (1993); in Cambogia, in collaborazione con Emergency, affronta il dramma delle vittime delle mine antiuomo e, con New Humanity, realizza un progetto fotografico sulla prostituzione minorile.
Nel 1999 una selezione di sue foto sul tema dell’infanzia traumatizzata dalla guerra viene esposta nella mostra Ci sono bambini a zig-zag. Nel 2000, nell’ambito del progetto educativo Semi di pace, realizza a Mitrovica (Kosovo) un lavoro di testimonianza sulle condizioni di vita dei civili nel dopo guerra.
Nel frattempo, Cocco porta avanti una ricerca personale sul mondo dell’handicap e su quello delle cosiddette “abilità differenti” dal titolo “Babilonia“.
Nel 2001 realizza un progetto all’interno del reparto di onco-ematologia pediatrica dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna.
Nel 2002, su incarico della Commissione Pari Opportunità di Carpi e sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, inizia il suo complesso lavoro di documentazione sulla condizione carceraria in Italia.
Dal 2003, inoltre, comincia a realizzare una vasta ricognizione sull’immigrazione in Italia, in collaborazione con Medici senza frontiere.
Dal 2003 collabora con Contrasto; i suoi reportage appaiono regolarmente su testate come Repubblica, l’Espresso, Panorama, Marie Claire, Vanity Fair. Ha esposto a Milano, Roma e Arezzo nell’ambito della mostra collettiva Eurogeneration (2003-2005); a Perpignan, nel quadro del festival Visa pour l’image (2005) e a Arles, ai Rencontre Internationales de la Photographie (2006).
La mostra, promossa dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali in collaborazione con Contrasto sarà aperta al pubblico dall’1 al 30 marzo 2007.
Prisons è un percorso fotografico all’interno delle carceri, nelle celle e nei corridoi dei maggiori istituti penitenziari italiani, dove uomini e donne, detenuti e detenute, si sono lasciati ritrarre per dare in qualche modo voce alle loro esistenze. Più di una descrizione sulle carceri, Prisons vuole essere una finestra su quell’umanità che popola, come dice Cocco, “gli interni di quei contenitori, di quei grandi e asettici edifici che a volte osservavo mentre percorrevo in automobile qualche tangenziale”.
La sua narrazione è pura, a tratti scarna, dolorosa e impietosa; condotta con un linguaggio essenziale che non cerca ornamenti e non cela l’essenza.
Le fotografie, in bianco e nero, sono state realizzate tra il 2001 e il 2005 nelle carceri di Milano, Modena, Palermo, Bologna, Trani, Roma, Messina, Prato, Torino, Cagliari, Alghero, Pisa e sono state raccolte nel volume Prisons pubblicato in Italia da Logos nel 2006, con testi di Adriano Sofri e Renata Ferri.
La sequenza visiva rappresenta la testimonianza preziosa di un mondo a parte, di cui conosciamo l’esistenza ma che non vediamo e di cui, di conseguenza, non ci occupiamo.
Il progetto Prisons è stato realizzato grazie alla preziosa collaborazione con il Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria e il Ministero di Giustizia.
La mostra è stata presentata a Modena nell’estate del 2006 prodotta dalla Federazione DS di Modena.
Note biografiche
Nato a Recanati nel 1960, Francesco Cocco vive e lavora a Carpi.
Comincia la sua attività di fotografo nel 1989, interessato soprattutto dai temi sociali e dal desiderio di esplorare, con la macchina fotografica, gli ambienti sociali più emarginati o fragili, si sposta presto verso paesi “difficili”, specialmente d’area asiatica. In Bangladesh, fotografa le condizioni di vita dei bambini di strada e il lavoro minorile; in Vietnam, subito dopo la riapertura delle frontiere, realizza un reportage, confluito nel 1993 nella mostra Vietnam Oggi (1993); in Cambogia, in collaborazione con Emergency, affronta il dramma delle vittime delle mine antiuomo e, con New Humanity, realizza un progetto fotografico sulla prostituzione minorile.
Nel 1999 una selezione di sue foto sul tema dell’infanzia traumatizzata dalla guerra viene esposta nella mostra Ci sono bambini a zig-zag. Nel 2000, nell’ambito del progetto educativo Semi di pace, realizza a Mitrovica (Kosovo) un lavoro di testimonianza sulle condizioni di vita dei civili nel dopo guerra.
Nel frattempo, Cocco porta avanti una ricerca personale sul mondo dell’handicap e su quello delle cosiddette “abilità differenti” dal titolo “Babilonia“.
Nel 2001 realizza un progetto all’interno del reparto di onco-ematologia pediatrica dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna.
Nel 2002, su incarico della Commissione Pari Opportunità di Carpi e sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, inizia il suo complesso lavoro di documentazione sulla condizione carceraria in Italia.
Dal 2003, inoltre, comincia a realizzare una vasta ricognizione sull’immigrazione in Italia, in collaborazione con Medici senza frontiere.
Dal 2003 collabora con Contrasto; i suoi reportage appaiono regolarmente su testate come Repubblica, l’Espresso, Panorama, Marie Claire, Vanity Fair. Ha esposto a Milano, Roma e Arezzo nell’ambito della mostra collettiva Eurogeneration (2003-2005); a Perpignan, nel quadro del festival Visa pour l’image (2005) e a Arles, ai Rencontre Internationales de la Photographie (2006).
28
febbraio 2007
Francesco Cocco – Prisons
Dal 28 febbraio al 30 marzo 2007
fotografia
Location
SALA SANTA RITA
Roma, Via Montanara, 8, (Roma)
Roma, Via Montanara, 8, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18
Vernissage
28 Febbraio 2007, ore 18
Editore
CONTRASTO
Ufficio stampa
ZETEMA
Autore