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Francesco De Molfetta – New Idols
L’omaggio di de Molfetta agli anni Ottanta ha un sapore quasi sociologico, che supera con agilità il facile tranello della riproduzione oleografica, del souvenir della memoria, portandoci in una dimensione dove un acuto e disincantato occhio critico ricrea un pantheon contemporaneo, forse volutamente un po’ scalcinato, dove trovano spazio idoli vintage e icone contemporanee, tutte accomunate da un sottile ed irrefrenabile senso di decadenza e da una regale nudità.
Comunicato stampa
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La The Don Gallery di Milano è lieta di presentare New Idols, una selezione dei nuovi lavori dell’artista milanese Francesco de Molfetta.
Nel testo critico introduttivo di Igor Zanti scrive:
“Alla fine degli anni Ottanta, Raf - al secolo Raffaele Riefoli da Benevento - si interrogava, dal palco del più nazional-popolare dei festival della canzone italiana, su quale sarebbe stata l’eredità di questo decennio caratterizzato dagli yuppies di Wall street, dallo scontro/incontro Regan-Gorbaciov, dalle spalline imbottite, dagli american gigolò, dagli scaldamuscoli e dall’edonismo più esagerato.
Raf forse non poteva prevedere che di li a poco sarebbe caduto un muro, non solo metaforico, che avrebbe cambiato la vita di intere generazioni e che la guerra fredda, che aveva tenuto con il fiato sospeso milioni di esseri umani, avrebbe perso la sua minacciosa vis.
Vien da pensare che “Cosa resterà di questi anni ottanta” sia stata la colonna sonora che ha accompagnato Francesco De Molfetta -milanese classe 1979- mentre giocava col suo cubo di Rubik o mentre cercava di inserire una malandata cassettina nel suo nuovo Commodore Vic 20 per fare un’appassionante partitina a Ping pong.
E’ inevitabile che la contemporaneità e la generazione dei trenta/quarantenni sia intrisa di cultura anni ottanta, dei suoi idoli delle sue icone, ed è inevitabile che prima o poi si senta la necessità di rendere omaggio a questo decennio con i suoi splendori e le sue miserie.
New Idols è il personalissimo omaggio di Francesco de Molfetta a questo periodo storico che l’ha visto bambino, ai suoi vitelli d’or, ai suoi miti di cartapesta.
Come sempre, quando ci troviamo di fronte ad un lavoro di questo artista, che è giovane solo da un punto di vista biografico –vanta, infatti, un curriculum di tutto rispetto che l’ha visto più volte protagonista di esposizioni di alto livello e oggetto di un ricercato e affezionato collezionismo- si rimane piacevolmente spiazzati dalla forza dissacrante delle sue opere, dalla dose di ironia, dal recupero di quel gusto duchampiano per il gioco di parole, per il sovvertire le certezze, per trovare nuove chiavi di lettura della realtà.
L’omaggio di de Molfetta agli anni Ottanta ha un sapore quasi sociologico, che supera con agilità il facile tranello della riproduzione oleografica, del souvenir della memoria, portandoci in una dimensione dove un acuto e disincantato occhio critico ricrea un pantheon contemporaneo, forse volutamente un po’ scalcinato, dove trovano spazio idoli vintage e icone contemporanee, tutte accomunate da un sottile ed irrefrenabile senso di decadenza e da una regale nudità.
Se Kennedy, o meglio J.F. Canedy- personaggio simbolo della guerra fredda, già martire laico che ha caratterizzato tutto l’evolversi della cultura politica occidentale - apre in maniera simbolica questa carrellata di idoli, nelle vesti di un cane da guardia che difende la democrazia occidentale, ad accoglierci fisicamente all’ingresso della mostra ci sarà un Batman, versione Keaton, che però ha perso l’agilità di un tempo per ritrovarsi, in un’epoca che non crede più ai super eroi, obeso con un triste gelato gocciolante in mano, trasformandosi dal fascinoso e misterioso abitante dell’inquietante e dark Gotham City, immaginata dall’onirico Tim Burton, nello stupito e goffo Fatman
De Molfetta non è tenero neanche con altre icone che hanno fatto la loro fortuna negli anni Ottanta, se troviamo un influenzato E:T che si trasforma in un bronzeo Etcì o un Supersilvio -super eroe brevilineo- colto nell’atto di spiccare il volo e di trionfare sul sogno utopistico delle sue lussuose ed esclusive città ideali, simbolo dell’edonismo urbanistico del penultimo decennio del XX secolo, che dialogano con Gundama - ibrido contemporaneo creato dalla fusione tra il bianco robot, mito infantile dei trenta- quarantenni contemporanei e l’abbronzato Barack Obama- o con un King Kong che, fuor di metafora, svela le sue vere intenzioni ad una spaventata e, forse, compiaciuta Jessica Lange.
Francesco de Molfetta mette nelle provette del Piccolo Chimico storia, cinema, arte, comunicazione, musica; mixa e riscalda, aggiunge essenza di ironia e gocce di cinismo, sperimenta tecniche nuove che vanno dalla ceramica alla scultura in bronzo, passando per la resina scolpita; agita divertendosi come un pazzo, spiazzandoci, prendendoci in giro, facendosi beffa dei ben pensanti, e canticchiando, con sguardo malandrino,: “Cosa resterà di questi anni Ottanta, Novanta, Duemila ecc.ecc...”
New Idols - Mostra personale di Frencesco De Molfetta
Opening – giovedì 1° aprile 2010
Durata: dal 1°al 25 aprile 2010
The Don Gallery, via Cola Montano 15, Milano
Informazioni: tel. 335 7439985 info@thedongallery.com - www.thedongallery.com
Orari: dalle 12 alle 18, 30. Sabato e domenica solo su appuntamento.
Ufficio stampa Elena Bari: press@newrelease.it - 02.47956722
FRANCESCO DE MOLFETTA - BIOGRAFIA
Francesco De Molfetta è nato nel 1979 - vive e lavora a Milano.
Il suo lavoro è stato esposto in Italia da Franco Toselli (Oggetti che cambiano il loro destino, Quasiarte,Miart, Artissima,ARTFORUM Berlin, ARCO Madrid, Vienna Art Fair), Artoteca (Portofranco),Galleria Colossi Arte(chiari e geniali, automobile/autonobile, chiarimenti,Fiato sprecato),Galleria Forni, Galleria Ierimonti(Looking for Equilibrium), Galleria 2000 e Novecento(Frankie goes to Hollywood, L’opera al nero ,Artefiera Bologna, Miart, Art Verona) ,Galleria Paola Verrengia(Play Again), Galleria Ronchini ( E’ la fine del mondo, Miart, Art Verona),Ermanno Tedeschi Gallery(Mi ricordo,Artissima,slalom gigante), Duetart Gallery(Fra me e te),Angel Art Gallery,
Ar Contemporary Gallery(container.1) Galleria Vinciana , FabbricaEos, Galleria Glauco Cavaciuti, Galleria 2000 , A15 , Aus18, galleria Luisa Delle Piane,Wannabee gallery; ha collaborato inoltre con Artedamangiare-mangiarearte realizzando una installazione per il Macef nel 2000. Ha ricevuto una menzione al Trofeo Brera 2000 ed ha vinto il concorso della città di Biella partecipando ad una mostra indetta dalla Fondazione Pistoletto per l’Arte.
All’estero è stato esposto in una importante mostra sull’arte contemporanea occidentale presso la Tokyo Gallery di Tokyo, dal museo d’arte contemporanea di Besançon in Francia , dal museo di Vitoria nei paesi Baschi, dalla galleria T20 artecontemporanea a Mursia in Spagna e dalla RAAB Galerie di Berlino. Per il cinema ha realizzato 4 cortometraggi in pellicola che sono tuttora in distribuzione, vincendo l’Ambrogino d’oro ed una menzione dalla critica per l’opera “The River-run”(Il Corso del Fiume) . In teatro ha diretto 5 spettacoli teatrali , tra cui un’assistenza al Piccolo Teatro con Lamberto Pugelli. Odia il calcio, non fuma e non beve alcolici ma adora gli animali, soprattutto i suoi cani , il cioccolato e il buon sano e fottuto rock ‘n’roll .
Nel testo critico introduttivo di Igor Zanti scrive:
“Alla fine degli anni Ottanta, Raf - al secolo Raffaele Riefoli da Benevento - si interrogava, dal palco del più nazional-popolare dei festival della canzone italiana, su quale sarebbe stata l’eredità di questo decennio caratterizzato dagli yuppies di Wall street, dallo scontro/incontro Regan-Gorbaciov, dalle spalline imbottite, dagli american gigolò, dagli scaldamuscoli e dall’edonismo più esagerato.
Raf forse non poteva prevedere che di li a poco sarebbe caduto un muro, non solo metaforico, che avrebbe cambiato la vita di intere generazioni e che la guerra fredda, che aveva tenuto con il fiato sospeso milioni di esseri umani, avrebbe perso la sua minacciosa vis.
Vien da pensare che “Cosa resterà di questi anni ottanta” sia stata la colonna sonora che ha accompagnato Francesco De Molfetta -milanese classe 1979- mentre giocava col suo cubo di Rubik o mentre cercava di inserire una malandata cassettina nel suo nuovo Commodore Vic 20 per fare un’appassionante partitina a Ping pong.
E’ inevitabile che la contemporaneità e la generazione dei trenta/quarantenni sia intrisa di cultura anni ottanta, dei suoi idoli delle sue icone, ed è inevitabile che prima o poi si senta la necessità di rendere omaggio a questo decennio con i suoi splendori e le sue miserie.
New Idols è il personalissimo omaggio di Francesco de Molfetta a questo periodo storico che l’ha visto bambino, ai suoi vitelli d’or, ai suoi miti di cartapesta.
Come sempre, quando ci troviamo di fronte ad un lavoro di questo artista, che è giovane solo da un punto di vista biografico –vanta, infatti, un curriculum di tutto rispetto che l’ha visto più volte protagonista di esposizioni di alto livello e oggetto di un ricercato e affezionato collezionismo- si rimane piacevolmente spiazzati dalla forza dissacrante delle sue opere, dalla dose di ironia, dal recupero di quel gusto duchampiano per il gioco di parole, per il sovvertire le certezze, per trovare nuove chiavi di lettura della realtà.
L’omaggio di de Molfetta agli anni Ottanta ha un sapore quasi sociologico, che supera con agilità il facile tranello della riproduzione oleografica, del souvenir della memoria, portandoci in una dimensione dove un acuto e disincantato occhio critico ricrea un pantheon contemporaneo, forse volutamente un po’ scalcinato, dove trovano spazio idoli vintage e icone contemporanee, tutte accomunate da un sottile ed irrefrenabile senso di decadenza e da una regale nudità.
Se Kennedy, o meglio J.F. Canedy- personaggio simbolo della guerra fredda, già martire laico che ha caratterizzato tutto l’evolversi della cultura politica occidentale - apre in maniera simbolica questa carrellata di idoli, nelle vesti di un cane da guardia che difende la democrazia occidentale, ad accoglierci fisicamente all’ingresso della mostra ci sarà un Batman, versione Keaton, che però ha perso l’agilità di un tempo per ritrovarsi, in un’epoca che non crede più ai super eroi, obeso con un triste gelato gocciolante in mano, trasformandosi dal fascinoso e misterioso abitante dell’inquietante e dark Gotham City, immaginata dall’onirico Tim Burton, nello stupito e goffo Fatman
De Molfetta non è tenero neanche con altre icone che hanno fatto la loro fortuna negli anni Ottanta, se troviamo un influenzato E:T che si trasforma in un bronzeo Etcì o un Supersilvio -super eroe brevilineo- colto nell’atto di spiccare il volo e di trionfare sul sogno utopistico delle sue lussuose ed esclusive città ideali, simbolo dell’edonismo urbanistico del penultimo decennio del XX secolo, che dialogano con Gundama - ibrido contemporaneo creato dalla fusione tra il bianco robot, mito infantile dei trenta- quarantenni contemporanei e l’abbronzato Barack Obama- o con un King Kong che, fuor di metafora, svela le sue vere intenzioni ad una spaventata e, forse, compiaciuta Jessica Lange.
Francesco de Molfetta mette nelle provette del Piccolo Chimico storia, cinema, arte, comunicazione, musica; mixa e riscalda, aggiunge essenza di ironia e gocce di cinismo, sperimenta tecniche nuove che vanno dalla ceramica alla scultura in bronzo, passando per la resina scolpita; agita divertendosi come un pazzo, spiazzandoci, prendendoci in giro, facendosi beffa dei ben pensanti, e canticchiando, con sguardo malandrino,: “Cosa resterà di questi anni Ottanta, Novanta, Duemila ecc.ecc...”
New Idols - Mostra personale di Frencesco De Molfetta
Opening – giovedì 1° aprile 2010
Durata: dal 1°al 25 aprile 2010
The Don Gallery, via Cola Montano 15, Milano
Informazioni: tel. 335 7439985 info@thedongallery.com - www.thedongallery.com
Orari: dalle 12 alle 18, 30. Sabato e domenica solo su appuntamento.
Ufficio stampa Elena Bari: press@newrelease.it - 02.47956722
FRANCESCO DE MOLFETTA - BIOGRAFIA
Francesco De Molfetta è nato nel 1979 - vive e lavora a Milano.
Il suo lavoro è stato esposto in Italia da Franco Toselli (Oggetti che cambiano il loro destino, Quasiarte,Miart, Artissima,ARTFORUM Berlin, ARCO Madrid, Vienna Art Fair), Artoteca (Portofranco),Galleria Colossi Arte(chiari e geniali, automobile/autonobile, chiarimenti,Fiato sprecato),Galleria Forni, Galleria Ierimonti(Looking for Equilibrium), Galleria 2000 e Novecento(Frankie goes to Hollywood, L’opera al nero ,Artefiera Bologna, Miart, Art Verona) ,Galleria Paola Verrengia(Play Again), Galleria Ronchini ( E’ la fine del mondo, Miart, Art Verona),Ermanno Tedeschi Gallery(Mi ricordo,Artissima,slalom gigante), Duetart Gallery(Fra me e te),Angel Art Gallery,
Ar Contemporary Gallery(container.1) Galleria Vinciana , FabbricaEos, Galleria Glauco Cavaciuti, Galleria 2000 , A15 , Aus18, galleria Luisa Delle Piane,Wannabee gallery; ha collaborato inoltre con Artedamangiare-mangiarearte realizzando una installazione per il Macef nel 2000. Ha ricevuto una menzione al Trofeo Brera 2000 ed ha vinto il concorso della città di Biella partecipando ad una mostra indetta dalla Fondazione Pistoletto per l’Arte.
All’estero è stato esposto in una importante mostra sull’arte contemporanea occidentale presso la Tokyo Gallery di Tokyo, dal museo d’arte contemporanea di Besançon in Francia , dal museo di Vitoria nei paesi Baschi, dalla galleria T20 artecontemporanea a Mursia in Spagna e dalla RAAB Galerie di Berlino. Per il cinema ha realizzato 4 cortometraggi in pellicola che sono tuttora in distribuzione, vincendo l’Ambrogino d’oro ed una menzione dalla critica per l’opera “The River-run”(Il Corso del Fiume) . In teatro ha diretto 5 spettacoli teatrali , tra cui un’assistenza al Piccolo Teatro con Lamberto Pugelli. Odia il calcio, non fuma e non beve alcolici ma adora gli animali, soprattutto i suoi cani , il cioccolato e il buon sano e fottuto rock ‘n’roll .
01
aprile 2010
Francesco De Molfetta – New Idols
Dal primo al 25 aprile 2010
arte contemporanea
Location
THE DON GALLERY – VIA COLA MONTANO
Milano, Via Cola Montano, 15, (Milano)
Milano, Via Cola Montano, 15, (Milano)
Orario di apertura
dalle 11,30 alle 18,30. Sabato e domenica solo su appuntamento.
Vernissage
1 Aprile 2010, ore 18.30
Ufficio stampa
ELENA BARI - NEWRELEASE
Autore