Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Giorgio De Chirico / Lisa Sotilis – Il sogno metafisico
Doppia personale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
“Lo spazio plastico di De Chirico non è una costruzione prospettica, ma la rottura, il crollo di ogni schema
tradizionale; la rottura dello schema architettonico. Non si tratta più di provocare la sorpresa dalla rottura
della consuetudine e di mettere in moto o in stasi il meccanismo dell'immaginazione, ma di suscitare
un'emozione e di prolungarla nel tempo, di darle un percorso in cui tutti i fatti sognati, gli aspetti del passato,
del presente e del futuro vengono toccati e riaccesi”. (Lisa Sotilis)
Giorgio De Chirico sarà protagonista, assieme a Lisa Sotilis, della mostra “Il sogno metafisico”, dal 25
aprile all’11 maggio 2014 presso il Centro Culturale Caradium di Carrè (Vi).
Organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Carrè in collaborazione con MV Eventi e curata
dal professor Floriano De Santi, la mostra vuole essere spunto per indagare le tematiche principali del
grande genio della Metafisica in un excursus di oltre 30 opere su carta e sculture.
“Ospitare alcune preziose opere di Giorgio De Chirico e di Lisa Sotilis al Centro Culturale Caradium di
Carrè” afferma l’Assessore alla Cultura Giovanni Colasante “é la dimostrazione di come si possano far
giungere in periferia eventi di grande valore artistico.
Inaugurato dall'attuale Amministrazione all'inizio del presente mandato, il Caradium ha ospitato mostre
internazionali di fotografia, storiche, di pittura, opere teatrali su scottanti temi sociali, affermandosi come
soggetto culturale di spicco nel panorama dell'Alto Vicentino.
Abbiamo sempre creduto nel valore dell'arte come strumento in grado di aprire la mente, di insegnare a
vedere “oltre”, di stimolare la fantasia, di aiutare la comprensione reciproca e di appianare i conflitti, oltre
che di sollevarci dalle pene quotidiane e regalarci una vera serenità interiore.
E De Chirico che con la propria visione mistica del mondo trasmette significati immediati al visitatore, è
l'interprete ideale di questo bisogno che alberga in ciascuno di noi”.
Figlio di un ingegnere ferroviario, De Chirico visse dapprima ad Atene, dove studiò al locale Politecnico,
poi, nel 1905, si trasferì con la madre e col fratello Andrea (Alberto Savinio) a Monaco di Baviera. L'arte
di A. Böcklin e la filosofia di Nietzsche lo impressionarono profondamente. Cominciò a dipingere quadri
allegorici e nel 1910 compì un viaggio a Firenze.
Dipinse allora l'Enigma dell'oracolo e l'Enigma d'un pomeriggio d'autunno, le prime opere in cui si rivelano
le possibilità simboliche del sogno, in cui oggetti reali si trovano in relazioni innaturali e insolite, calate
entro un'atmosfera sospesa. Dal 1911 al 1915 fu a Parigi, dove frequentò G. Apollinaire, M. Jacob, P.
Picasso. Rivelatore e chiarificatore fu soprattutto l'incontro con G. Apollinaire.
Tornato in Italia (servizio militare durante la guerra) è stato, con Carlo Carrà, l'iniziatore della
pittura "metafisica", rivolta a creare suggestioni fantastiche con l'accostamento di oggetti disparati e
specialmente di statue antiche in uno spazio costruito secondo le regole della prospettiva quattrocentesca,
ma acceso da colori di timbro decisamente moderno, con associazioni stupefacenti non soltanto di sensi e di
idee, ma anche di storia e di tempo.
Sin dalle prime terracotte e dalle ceramiche policrome del 1938-40 de Chirico dimostra come il classicismo
non sia per lui una determinata concezione del mondo, ma un atteggiamento umano che è perfettamente
legittimo valutare sotto l’aspetto morale, come fu valutato nel periodo del grande classicismo francese dal
Poussin.
Il desiderio di bello che al pensiero classico è strettamente connesso, ma che cessa di essere un bello
naturale per diventare un bello spirituale, sopravvive così all’idea di spazio e di natura, e si collega ad ogni
forma, e non già in quanto finge e rappresenta, ma in quanto è e significa.
Se la pittura, il disegno, la stampa d’arte di de Chirico escogitano tutti i mezzi per abbreviare il processo
della fattura, per raggiungere la durata minima, la sua scultura, non sembra affatto assillata dalla stessa
premura. Quasi tutte le opere tridimensionali dechirichiane sono di bronzo, e il processo di trasposizione da
una materia all’altra richiede parecchie fasi successive: anche quando la forma si attua come trasposizione
diretta della “cosa”, quella cosa è costretta ad eternarsi nel bronzo.
Del resto, uno dei temi dominanti de Il grande Archeologo del 1970 è proprio l’antagonismo di forma e di
spazio. Si può dire che la forma nasce dalla distinzione dello spazio, raggiunge la propria pienezza quando
ha fatto intorno a sé il vuoto, quando cessa di reagire alla luce e all’atmosfera, al vicino e al lontano, e
determina da sé, con il ritmo sicuro dei volumi e dei piani, le proprie condizioni prospettiche.
“Nell’opera pittorica e scultorea di Giorgio de Chirico e di Lisa Sotilis” afferma Floriano De Santi “è
facile dedurre come l’itinerario di una ricerca che ha per tema il mito, che anzi s’identifica con il mythos,
più si avvicina a noi nel tempo più allontana il fuoco del suo obbiettivo. Si configura cioè come una
prospettiva rovesciata le cui linee di convergenza si dirigono verso il riguardante e trovano il punto focale di
congiunzione alle spalle del piano di intersezione della nostra coscienza oltrepassandone la lucida superficie
riflettente.
È una prospettiva che si allontana progressivamente dai Campi Elisi del mito dai quali era partita per
addentrarsi fra la nebbia del noumeno e dell’inespresso, verso l’origine delle cose, in quello che Goethe
nella Pandora aveva chiamato “l’oscuro regno della possibilità mescolatrice delle forme”.
È una prospettiva che indica la continuità di una linea, la persistenza d’un rapporto – certo sempre più
precario ed insidiato, ma forse più aperto a sollecitazioni – con i grandi archetipi mitici che si rivelano ora
spogli del loro aspetto simbolico, “culturale”, che appaiono come qualcosa che insorge e si subisce nella sua
barbarica imminenza”.
Informazioni.
Centro culturale Caradium – via Monte Ortigara, Carrè (Vi)
Orari: venerdì 16.00-19.00; sabato, domenica e festivi 10.00-12.00 / 15.00 - 19.30
Ingresso 5 euro
Linea diretta con la mostra:
MV Eventi – Tel. 3292812223 / Mail. info@mveventi.com / Web. www.mveventi.com
Visite guidate (gruppo minimo 10 persone)
Tutti i giorni su prenotazione al costo di 3 euro + biglietto d’ingresso
Prenotazioni al numero 329 2812223 o alla email: prenotazioni@mveventi.com
tradizionale; la rottura dello schema architettonico. Non si tratta più di provocare la sorpresa dalla rottura
della consuetudine e di mettere in moto o in stasi il meccanismo dell'immaginazione, ma di suscitare
un'emozione e di prolungarla nel tempo, di darle un percorso in cui tutti i fatti sognati, gli aspetti del passato,
del presente e del futuro vengono toccati e riaccesi”. (Lisa Sotilis)
Giorgio De Chirico sarà protagonista, assieme a Lisa Sotilis, della mostra “Il sogno metafisico”, dal 25
aprile all’11 maggio 2014 presso il Centro Culturale Caradium di Carrè (Vi).
Organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Carrè in collaborazione con MV Eventi e curata
dal professor Floriano De Santi, la mostra vuole essere spunto per indagare le tematiche principali del
grande genio della Metafisica in un excursus di oltre 30 opere su carta e sculture.
“Ospitare alcune preziose opere di Giorgio De Chirico e di Lisa Sotilis al Centro Culturale Caradium di
Carrè” afferma l’Assessore alla Cultura Giovanni Colasante “é la dimostrazione di come si possano far
giungere in periferia eventi di grande valore artistico.
Inaugurato dall'attuale Amministrazione all'inizio del presente mandato, il Caradium ha ospitato mostre
internazionali di fotografia, storiche, di pittura, opere teatrali su scottanti temi sociali, affermandosi come
soggetto culturale di spicco nel panorama dell'Alto Vicentino.
Abbiamo sempre creduto nel valore dell'arte come strumento in grado di aprire la mente, di insegnare a
vedere “oltre”, di stimolare la fantasia, di aiutare la comprensione reciproca e di appianare i conflitti, oltre
che di sollevarci dalle pene quotidiane e regalarci una vera serenità interiore.
E De Chirico che con la propria visione mistica del mondo trasmette significati immediati al visitatore, è
l'interprete ideale di questo bisogno che alberga in ciascuno di noi”.
Figlio di un ingegnere ferroviario, De Chirico visse dapprima ad Atene, dove studiò al locale Politecnico,
poi, nel 1905, si trasferì con la madre e col fratello Andrea (Alberto Savinio) a Monaco di Baviera. L'arte
di A. Böcklin e la filosofia di Nietzsche lo impressionarono profondamente. Cominciò a dipingere quadri
allegorici e nel 1910 compì un viaggio a Firenze.
Dipinse allora l'Enigma dell'oracolo e l'Enigma d'un pomeriggio d'autunno, le prime opere in cui si rivelano
le possibilità simboliche del sogno, in cui oggetti reali si trovano in relazioni innaturali e insolite, calate
entro un'atmosfera sospesa. Dal 1911 al 1915 fu a Parigi, dove frequentò G. Apollinaire, M. Jacob, P.
Picasso. Rivelatore e chiarificatore fu soprattutto l'incontro con G. Apollinaire.
Tornato in Italia (servizio militare durante la guerra) è stato, con Carlo Carrà, l'iniziatore della
pittura "metafisica", rivolta a creare suggestioni fantastiche con l'accostamento di oggetti disparati e
specialmente di statue antiche in uno spazio costruito secondo le regole della prospettiva quattrocentesca,
ma acceso da colori di timbro decisamente moderno, con associazioni stupefacenti non soltanto di sensi e di
idee, ma anche di storia e di tempo.
Sin dalle prime terracotte e dalle ceramiche policrome del 1938-40 de Chirico dimostra come il classicismo
non sia per lui una determinata concezione del mondo, ma un atteggiamento umano che è perfettamente
legittimo valutare sotto l’aspetto morale, come fu valutato nel periodo del grande classicismo francese dal
Poussin.
Il desiderio di bello che al pensiero classico è strettamente connesso, ma che cessa di essere un bello
naturale per diventare un bello spirituale, sopravvive così all’idea di spazio e di natura, e si collega ad ogni
forma, e non già in quanto finge e rappresenta, ma in quanto è e significa.
Se la pittura, il disegno, la stampa d’arte di de Chirico escogitano tutti i mezzi per abbreviare il processo
della fattura, per raggiungere la durata minima, la sua scultura, non sembra affatto assillata dalla stessa
premura. Quasi tutte le opere tridimensionali dechirichiane sono di bronzo, e il processo di trasposizione da
una materia all’altra richiede parecchie fasi successive: anche quando la forma si attua come trasposizione
diretta della “cosa”, quella cosa è costretta ad eternarsi nel bronzo.
Del resto, uno dei temi dominanti de Il grande Archeologo del 1970 è proprio l’antagonismo di forma e di
spazio. Si può dire che la forma nasce dalla distinzione dello spazio, raggiunge la propria pienezza quando
ha fatto intorno a sé il vuoto, quando cessa di reagire alla luce e all’atmosfera, al vicino e al lontano, e
determina da sé, con il ritmo sicuro dei volumi e dei piani, le proprie condizioni prospettiche.
“Nell’opera pittorica e scultorea di Giorgio de Chirico e di Lisa Sotilis” afferma Floriano De Santi “è
facile dedurre come l’itinerario di una ricerca che ha per tema il mito, che anzi s’identifica con il mythos,
più si avvicina a noi nel tempo più allontana il fuoco del suo obbiettivo. Si configura cioè come una
prospettiva rovesciata le cui linee di convergenza si dirigono verso il riguardante e trovano il punto focale di
congiunzione alle spalle del piano di intersezione della nostra coscienza oltrepassandone la lucida superficie
riflettente.
È una prospettiva che si allontana progressivamente dai Campi Elisi del mito dai quali era partita per
addentrarsi fra la nebbia del noumeno e dell’inespresso, verso l’origine delle cose, in quello che Goethe
nella Pandora aveva chiamato “l’oscuro regno della possibilità mescolatrice delle forme”.
È una prospettiva che indica la continuità di una linea, la persistenza d’un rapporto – certo sempre più
precario ed insidiato, ma forse più aperto a sollecitazioni – con i grandi archetipi mitici che si rivelano ora
spogli del loro aspetto simbolico, “culturale”, che appaiono come qualcosa che insorge e si subisce nella sua
barbarica imminenza”.
Informazioni.
Centro culturale Caradium – via Monte Ortigara, Carrè (Vi)
Orari: venerdì 16.00-19.00; sabato, domenica e festivi 10.00-12.00 / 15.00 - 19.30
Ingresso 5 euro
Linea diretta con la mostra:
MV Eventi – Tel. 3292812223 / Mail. info@mveventi.com / Web. www.mveventi.com
Visite guidate (gruppo minimo 10 persone)
Tutti i giorni su prenotazione al costo di 3 euro + biglietto d’ingresso
Prenotazioni al numero 329 2812223 o alla email: prenotazioni@mveventi.com
25
aprile 2014
Giorgio De Chirico / Lisa Sotilis – Il sogno metafisico
Dal 25 aprile all'undici maggio 2014
arte contemporanea
Location
CENTRO CULTURALE
Carrè, Via Monte Ortigara, (Vicenza)
Carrè, Via Monte Ortigara, (Vicenza)
Biglietti
5 euro
Orario di apertura
venerdì 16.00-19.00; sabato, domenica e festivi 10.00-12.00 / 15.00 - 19.30
Autore
Curatore