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Giovanni Boldini
Della enorme produzione pittorica di Boldini, artista di superbo mestiere e veramente prolifico, sono state selezionate circa centoventi opere, provenienti dai maggiori musei e collezioni private europee e americane.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Archiviati i Macchiaioli con oltre trecentomila presenze, Palazzo Zabarella inaugura la più ampia mostra mai dedicata in Italia a Boldini.
Per tutti è il magnifico interprete della Belle Epoque e dei suoi brillanti protagonisti. Certamente Giovanni Boldini è anche questo ma è anche molto di più: un grande artista che, partendo dall’ambiente sperimentale dei macchiaioli, si è presto confrontato con la ribalta internazionale seguendo un suo percorso attraverso un modo del tutto personale di dipingere, ancora sensibile al nuovo ma altrettanto radicato nella tradizione dell’arte italiana ed europea, tra Velazquez e Tiepolo.
Pochi artisti italiani di quel momento hanno, e continuano a riscuotere, il successo che egli ha saputo conquistarsi in tutta Europa e in America. Un successo legato naturalmente ai suoi celeberrimi (e contesi) ritratti, soprattutto quelli femminili, ma anche ai paesaggi, alle scene di interni, alle brulicanti vedute parigine e a quelle nostalgiche di Venezia. Un artista versatile e originale che oggi, una straordinaria mostra italiana consente di riscoprire in tutte le sue diverse e affascinanti sfaccettature.
Per questo, la grande retrospettiva su Giovanni Boldini che sarà proposta dal 15 gennaio al 29 maggio dalla Fondazione Palazzo Zabarella, già si preannuncia come uno dei grandi eventi della stagione espositiva europea del 2005.
A quarant’anni dall’imponente rassegna allestita nel 1963 al museo Jacquemart-André di Parigi e dopo la recente pubblicazione del catalogo generale dell’artista, questo evento intende offrire al grande pubblico un’immagine nuova e più approfondita di uno dei maggiori protagonisti della pittura e del gusto internazionali tra Otto e Novecento.
Giovanni Boldini, nato a Ferrara nel 1842 e morto a Parigi nel 1931, è stato nel corso della sua lunga vita uno degli artisti più popolari e amati, proprio per la sua capacità di saper rendere, attraverso una pittura di straordinaria forza evocativa sia di luoghi che di personaggi, l’atmosfera scintillante ma inquieta della Belle Epoque. Di questo momento di passaggio, che preludeva ai drammatici cambiamenti che sarebbero intervenuti nella storia dell’umanità, quest’uomo idolatrato dalle donne, elegante, sofisticato, definito da Diego Martelli uno “gnomo” che “vi inviluppa, vi sbalordisce, vi incanta”, fu il simbolo.
Della enorme produzione pittorica di Boldini, artista di superbo mestiere e veramente prolifico, sono state selezionate circa centoventi opere, provenienti dai maggiori musei (la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, Capodimonte a Napoli, il Musée d’Orsay di Parigi, il Metropolitan Museum di New York, il Philadelphia Museum) e collezioni private europee e americane. Si tratta dei capolavori più significativi di un percorso che lo ha visto partecipe e protagonista di esperienze diverse, dalla giovinezza legata a Firenze e all’adesione al gruppo dei Macchiaioli, alla maturità di una vicenda professionale trascorsa interamente a Parigi, e scandita da frequenti viaggi in Italia, soprattutto a Venezia, o a Londra e in America. In quella che era allora la capitale mondiale delle arti, Boldini mutò il suo linguaggio macchiaiolo degli inizi, dove aveva pur raggiunto esiti originali e sorprendenti per qualità, per aderire alla pittura à la mode condizionata dalle esigenze dei ricchi collezionisti francesi e americani che avevano il loro riferimento nel potente mercante d’arte Goupil. In questo genere, che prevedeva quadri di piccolo formato dipinti con sapiente virtuosismo, con temi o di vita contemporanea o evocanti la grazia perduta del Settecento, guadagnò fama e ricchezza.
Furono il preludio alle opere della maturità, le grandi vedute parigine, quelle di Venezia, le istantanee del mondo della musica e della danza, e soprattutto i monumentali ritratti dei maggiori protagonisti della mondanità e della cultura internazionale, aristocratici, ricchi borghesi, scrittori, musicisti, celebrità dello spettacolo. Ispirate ai grandi maestri del passato, come Van Dyck, Frans Hals, Velazquez, Tiepolo, da lui amati e studiati, queste seducenti immagini si snodano nelle sezioni in cui la mostra è articolata, come in un grande romanzo: il romanzo della vita.
Il progetto illuminotecnico della mostra è curato dalla Disano illuminazione che continua così la già consolidata collaborazione con Palazzo Zabarella. La grande retrospettiva su Giovanni Boldini è illuminata con apparecchi Fosnova (marchio del gruppo Disano), che hanno fornito la luce anche alle mostre realizzate negli anni scorsi nella prestigiosa istituzione padovana.
Quest’anno il progetto illuminotecnico si inserisce nell’allestimento, curato dall’architetto Corrado Anselmi, che è basato su un colore dominante, l’azzurro, declinato in diverse tonalità. "Il mio obiettivo - spiega Anselmi - è quello di dilatare lo spazio e scomporlo, creando ambienti differenziati, che accrescono la sorpresa e le emozioni per il visitatore, consentendo anche di focalizzare i diversi periodi del percorso artistico di Boldini."
Altra novità importante dell'allestimento è la scelta di utilizzare gli ambienti dell'ingresso di Palazzo Zabarella come spazio di introduzione alla mostra, dove, con il supporto di testi e immagini, il visitatore può avere una serie di informazioni generali sull'evento. Per questo spazio è stata studiata un'illuminazione ad hoc realizzata con i nuovi faretti Vision, (Fosnova), firmati da Italo Rota e Alessandro Pedretti.
La mostra è supportata da un ampio corredo grafico, con pannelli esplicativi e didascalie. L'illuminazione, realizzata con proiettori del tipo Compendio, Vision e Gi Otto (Fosnova) ha quindi il compito di dar vita sia alle scelte estetiche sia alle esigenze funzionali dell'allestimento.
La Disano illuminazione, azienda leader nel settore illuminotecnico, ha al suo attivo importanti realizzazioni per grandi mostre e per alcuni dei più importanti siti del nostro patrimonio artistico, tra i quali la Cappella degli Scrovegni di Padova e la valle dei Templi di Agrigento.
Per tutti è il magnifico interprete della Belle Epoque e dei suoi brillanti protagonisti. Certamente Giovanni Boldini è anche questo ma è anche molto di più: un grande artista che, partendo dall’ambiente sperimentale dei macchiaioli, si è presto confrontato con la ribalta internazionale seguendo un suo percorso attraverso un modo del tutto personale di dipingere, ancora sensibile al nuovo ma altrettanto radicato nella tradizione dell’arte italiana ed europea, tra Velazquez e Tiepolo.
Pochi artisti italiani di quel momento hanno, e continuano a riscuotere, il successo che egli ha saputo conquistarsi in tutta Europa e in America. Un successo legato naturalmente ai suoi celeberrimi (e contesi) ritratti, soprattutto quelli femminili, ma anche ai paesaggi, alle scene di interni, alle brulicanti vedute parigine e a quelle nostalgiche di Venezia. Un artista versatile e originale che oggi, una straordinaria mostra italiana consente di riscoprire in tutte le sue diverse e affascinanti sfaccettature.
Per questo, la grande retrospettiva su Giovanni Boldini che sarà proposta dal 15 gennaio al 29 maggio dalla Fondazione Palazzo Zabarella, già si preannuncia come uno dei grandi eventi della stagione espositiva europea del 2005.
A quarant’anni dall’imponente rassegna allestita nel 1963 al museo Jacquemart-André di Parigi e dopo la recente pubblicazione del catalogo generale dell’artista, questo evento intende offrire al grande pubblico un’immagine nuova e più approfondita di uno dei maggiori protagonisti della pittura e del gusto internazionali tra Otto e Novecento.
Giovanni Boldini, nato a Ferrara nel 1842 e morto a Parigi nel 1931, è stato nel corso della sua lunga vita uno degli artisti più popolari e amati, proprio per la sua capacità di saper rendere, attraverso una pittura di straordinaria forza evocativa sia di luoghi che di personaggi, l’atmosfera scintillante ma inquieta della Belle Epoque. Di questo momento di passaggio, che preludeva ai drammatici cambiamenti che sarebbero intervenuti nella storia dell’umanità, quest’uomo idolatrato dalle donne, elegante, sofisticato, definito da Diego Martelli uno “gnomo” che “vi inviluppa, vi sbalordisce, vi incanta”, fu il simbolo.
Della enorme produzione pittorica di Boldini, artista di superbo mestiere e veramente prolifico, sono state selezionate circa centoventi opere, provenienti dai maggiori musei (la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, Capodimonte a Napoli, il Musée d’Orsay di Parigi, il Metropolitan Museum di New York, il Philadelphia Museum) e collezioni private europee e americane. Si tratta dei capolavori più significativi di un percorso che lo ha visto partecipe e protagonista di esperienze diverse, dalla giovinezza legata a Firenze e all’adesione al gruppo dei Macchiaioli, alla maturità di una vicenda professionale trascorsa interamente a Parigi, e scandita da frequenti viaggi in Italia, soprattutto a Venezia, o a Londra e in America. In quella che era allora la capitale mondiale delle arti, Boldini mutò il suo linguaggio macchiaiolo degli inizi, dove aveva pur raggiunto esiti originali e sorprendenti per qualità, per aderire alla pittura à la mode condizionata dalle esigenze dei ricchi collezionisti francesi e americani che avevano il loro riferimento nel potente mercante d’arte Goupil. In questo genere, che prevedeva quadri di piccolo formato dipinti con sapiente virtuosismo, con temi o di vita contemporanea o evocanti la grazia perduta del Settecento, guadagnò fama e ricchezza.
Furono il preludio alle opere della maturità, le grandi vedute parigine, quelle di Venezia, le istantanee del mondo della musica e della danza, e soprattutto i monumentali ritratti dei maggiori protagonisti della mondanità e della cultura internazionale, aristocratici, ricchi borghesi, scrittori, musicisti, celebrità dello spettacolo. Ispirate ai grandi maestri del passato, come Van Dyck, Frans Hals, Velazquez, Tiepolo, da lui amati e studiati, queste seducenti immagini si snodano nelle sezioni in cui la mostra è articolata, come in un grande romanzo: il romanzo della vita.
Il progetto illuminotecnico della mostra è curato dalla Disano illuminazione che continua così la già consolidata collaborazione con Palazzo Zabarella. La grande retrospettiva su Giovanni Boldini è illuminata con apparecchi Fosnova (marchio del gruppo Disano), che hanno fornito la luce anche alle mostre realizzate negli anni scorsi nella prestigiosa istituzione padovana.
Quest’anno il progetto illuminotecnico si inserisce nell’allestimento, curato dall’architetto Corrado Anselmi, che è basato su un colore dominante, l’azzurro, declinato in diverse tonalità. "Il mio obiettivo - spiega Anselmi - è quello di dilatare lo spazio e scomporlo, creando ambienti differenziati, che accrescono la sorpresa e le emozioni per il visitatore, consentendo anche di focalizzare i diversi periodi del percorso artistico di Boldini."
Altra novità importante dell'allestimento è la scelta di utilizzare gli ambienti dell'ingresso di Palazzo Zabarella come spazio di introduzione alla mostra, dove, con il supporto di testi e immagini, il visitatore può avere una serie di informazioni generali sull'evento. Per questo spazio è stata studiata un'illuminazione ad hoc realizzata con i nuovi faretti Vision, (Fosnova), firmati da Italo Rota e Alessandro Pedretti.
La mostra è supportata da un ampio corredo grafico, con pannelli esplicativi e didascalie. L'illuminazione, realizzata con proiettori del tipo Compendio, Vision e Gi Otto (Fosnova) ha quindi il compito di dar vita sia alle scelte estetiche sia alle esigenze funzionali dell'allestimento.
La Disano illuminazione, azienda leader nel settore illuminotecnico, ha al suo attivo importanti realizzazioni per grandi mostre e per alcuni dei più importanti siti del nostro patrimonio artistico, tra i quali la Cappella degli Scrovegni di Padova e la valle dei Templi di Agrigento.
14
gennaio 2005
Giovanni Boldini
Dal 14 gennaio al 29 maggio 2005
arte moderna e contemporanea
Location
PALAZZO ZABARELLA
Padova, Via San Francesco, 27, (Padova)
Padova, Via San Francesco, 27, (Padova)
Biglietti
intero € 10;
ridotto speciale € 8 (gruppi da 10 a 25 persone; oltre i 65 anni d’età; soci TouringClub; biglietto ferroviario con destinazione Padova);
ridotto di legge € 5 (ragazzi dai 6 ai 18 anni e studenti fino ai 27 anni; PadovaCard);
ingresso gratuito ai bambini sotto i 6 anni.
Visite guidate: gruppi € 85, scuole € 50
Vernissage
14 Gennaio 2005, ore 12
Editore
MARSILIO
Ufficio stampa
STUDIO ESSECI
Autore
Curatore