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Giuliana Fresco
presentazione del volume sull’artista. Con lei conversa Martina Corgnati curatrice del libro
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Martedì 14 marzo alle 18.30 al Palazzo della Permanente, Via Turati 34 Milano
Con l’artista conversa Martina Corgnati curatrice del volume
Questi dipinti pongono in primo piano il valore dell’identità, della persona: come coscienza, emozione, memoria, testimonianza. Una mente che pensa,
sente, riflette; un corpo che ama, respira, gioisce, soffre. Di fronte ad esso, l’immenso enigma della realtà: le infinite luci di un paesaggio insieme naturalistico e interiore, un paesaggio sempre trasfigurato dai vortici delle forme, dei segni, dei colori, come un incendio nella foresta. L’io incontra il mondo. Una coscienza si interroga sulle molteplici presenze della vita, della storia, del tempo. In realtà, i dipinti della Fresco ci parlano di un incontro, un dialogo, una fusione. Il diaframma della tela o della carta, per lei diviene la
testimonianza, il simbolo più concreto e naturale della comunione tra mente e spazio, corpo e luce. Paolo Repetto, Come in uno specchio
Giuliana Fresco nasce a Milano e, dopo aver vissuto a Genova, Parigi e Roma, si trasferisce a Londra, dove vive dal 1977 al 2005. Ritorna a Milano definitivamente nel 2006. Ha frequentato diverse scuole d’arte a Londra e a Roma. L’avere vissuto in tante città e tanti paesi diversi ha spogliato il suo lavoro di qualsiasi connotazione locale, conferendogli invece piuttosto un’impronta internazionale. Tuttavia, Londra ha rivestito per lei un’importanza speciale, perché è lì che ha individuato definitivamente la sua strada e l’impegno per l’arte è diventato per lei baricentro di vita. Nella capitale inglese ha assorbito la cultura pittorica britannica, dai classici a Bacon e Freud, pur conservando radici fortemente “classiche” e italiane, che spiegano per esempio il suo rapporto con l’antico e il riferimento, di tipo concettuale e non citazionistico, a grandi maestri che hanno segnato il suo lavoro fino a oggi. Gli anni fra il 1970 e il 1980 sono caratterizzati da un linguaggio figurativo, con numerosi ritratti e disegni di paesaggio. Dal 1980 al 1990 il lavoro di Giuliana Fresco acquista una natura intimista (scene d’interni, nature morte…).La pittura si fa più astratta, lasciando al colore il compito di creare un impatto intenso, espressionista, reso ancora più forte dall’uso del segno. Dal 1990 a oggi la sua arte è connotata da una ricerca costante, dove il sapere acquisito si sovrappone stratificandosi, concretezza e spiritualità si alternano a figure senza tempo e paesaggi di memoria, acquisendo risonanze musicali in cui il colore, come sempre, regna sovrano.
Con l’artista conversa Martina Corgnati curatrice del volume
Questi dipinti pongono in primo piano il valore dell’identità, della persona: come coscienza, emozione, memoria, testimonianza. Una mente che pensa,
sente, riflette; un corpo che ama, respira, gioisce, soffre. Di fronte ad esso, l’immenso enigma della realtà: le infinite luci di un paesaggio insieme naturalistico e interiore, un paesaggio sempre trasfigurato dai vortici delle forme, dei segni, dei colori, come un incendio nella foresta. L’io incontra il mondo. Una coscienza si interroga sulle molteplici presenze della vita, della storia, del tempo. In realtà, i dipinti della Fresco ci parlano di un incontro, un dialogo, una fusione. Il diaframma della tela o della carta, per lei diviene la
testimonianza, il simbolo più concreto e naturale della comunione tra mente e spazio, corpo e luce. Paolo Repetto, Come in uno specchio
Giuliana Fresco nasce a Milano e, dopo aver vissuto a Genova, Parigi e Roma, si trasferisce a Londra, dove vive dal 1977 al 2005. Ritorna a Milano definitivamente nel 2006. Ha frequentato diverse scuole d’arte a Londra e a Roma. L’avere vissuto in tante città e tanti paesi diversi ha spogliato il suo lavoro di qualsiasi connotazione locale, conferendogli invece piuttosto un’impronta internazionale. Tuttavia, Londra ha rivestito per lei un’importanza speciale, perché è lì che ha individuato definitivamente la sua strada e l’impegno per l’arte è diventato per lei baricentro di vita. Nella capitale inglese ha assorbito la cultura pittorica britannica, dai classici a Bacon e Freud, pur conservando radici fortemente “classiche” e italiane, che spiegano per esempio il suo rapporto con l’antico e il riferimento, di tipo concettuale e non citazionistico, a grandi maestri che hanno segnato il suo lavoro fino a oggi. Gli anni fra il 1970 e il 1980 sono caratterizzati da un linguaggio figurativo, con numerosi ritratti e disegni di paesaggio. Dal 1980 al 1990 il lavoro di Giuliana Fresco acquista una natura intimista (scene d’interni, nature morte…).La pittura si fa più astratta, lasciando al colore il compito di creare un impatto intenso, espressionista, reso ancora più forte dall’uso del segno. Dal 1990 a oggi la sua arte è connotata da una ricerca costante, dove il sapere acquisito si sovrappone stratificandosi, concretezza e spiritualità si alternano a figure senza tempo e paesaggi di memoria, acquisendo risonanze musicali in cui il colore, come sempre, regna sovrano.
14
marzo 2017
Giuliana Fresco
14 marzo 2017
presentazione
incontro - conferenza
incontro - conferenza
Location
MUSEO DELLA PERMANENTE
Milano, Via Filippo Turati, 34, (Milano)
Milano, Via Filippo Turati, 34, (Milano)
Vernissage
14 Marzo 2017, h 18.30
Editore
SKIRA
Ufficio stampa
LUCIA CRESPI
Autore
Curatore