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Inaugurazione
Nel Palazzo degli Istituti Anatomici, al Valentino, sede del Museo dell’Uomo, aprono al pubblico il Museo di Anatomia e il Museo della Frutta
Comunicato stampa
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Quale miglior auspicio per la riapertura di un polo scientifico museale, se non inaugurare il giorno del compleanno di Charles Darwin, due musei che ci riportano idealmente al tempo in cui Torino era la capitale italiana del positivismo scientifico?
Il Palazzo rappresenta un importante esempio di architettura scientifica di fine Ottocento, e nel Museo di Anatomia, in cui è stato intenzionalmente conservato l’allestimento d’epoca, l’aspetto monumentale delle sale sottolinea l’importanza della disciplina e il prestigio della scuola anatomica torinese di fine Ottocento ed è possibile ripercorrerne la storia attraverso i personaggi illustri che ne hanno tracciato l’evoluzione. È inserito nel tessuto urbano di quello che fu la “città della scienza” di Torino nel quartiere San Salvario. Nell’Ottocento, oltre al palazzo, fiori all’occhiello della zona in campo scientifico e agrario erano: l’Orto botanico, i Vivai Burdin, le Serre municipali, l’Accademia di Agricoltura con i suoi orti sperimentali. Oggi, partendo da questo primo passo di rinascita e crescita, l’intenzione è quella di ridare forza a questa rete di luoghi del sapere scientifico, che possono diventare motore di ricerca e di nuove energie per il territorio e la collettività. Il Palazzo degli Istituti Anatomici è infatti inserito in un ideale percorso che parte dal Parco del Valentino e dall’Orto Botanico, prosegue con il Giardino Roccioso, con l’Orto dei Semplici nel Borgo Medievale fino a arrivare al Centro di Biotecnologie di via Nizza 52.
Il Museo dell’Uomo è un progetto in sviluppo che include oltre al Museo di Anatomia Umana, il Museo di Antropologia Criminale “Cesare Lombroso” (che verrà inaugurato entro il 2008, in locali adiacenti all’aula in cui Cesare Lombroso teneva le sue lezioni) e il Museo di Antropologia ed Etnografia, anch’esso destinato a trasferirsi nel Palazzo degli Istituti Anatomici. I musei non sono corpi a sé. Perfettamente integrati nel complesso architettonico, vanno a completare l’offerta didattica e culturale dell’Università, riportando alla luce e dando la possibilità di apprezzare nuovamente un patrimonio dimenticato di grande valore scientifico. Si tratta di un’esemplare operazione di valorizzazione delle collezioni scientifiche dell’Ateneo, facente parte di un più ampio programma nazionale che ha preso avvio nel corso degli ultimi anni. E’ inoltre un importante esempio di collaborazione tra Università, Enti territoriali e Soprintendenze per la tutela e valorizzazione del patrimonio in beni culturali rappresentato dai Musei universitari.
Il Museo di Anatomia Umana è nato a Torino nel 1739 e, dopo vari trasferimenti, fu riallestito nel 1898 all’interno del Palazzo degli Istituti Anatomici. Riapre ora dopo un grande lavoro di restauro e recupero durato tre anni dal 2003 al 2006. Di grande valore il connubio tra restauro conservativo della museologia scientifica ottocentesca originaria e le nuove tecnologie, che assumono un ruolo didascalico non invasivo, ma fondamentale per la comprensione di alcuni nodi salienti. Il progetto "Nuovi media per vecchie memorie" è stato infatti ideato a integrazione del percorso di visita originario, affidando ad alcuni video il compito di raccontare storie avvincenti connesse a vicende scientifiche e umane. La grande opera di restauro conservativo ha interessato le parti murarie, con il recupero della tinteggiatura originaria, le colonne in granito bianco, i pavimenti in mosaico veneziano, le lunette in cui undici tele raffigurano scienziati del passato, le vetrine espositive e gli infissi con i loro vetri originali o anticati, che contribuiscono ad evocare l'atmosfera ottocentesca. Il nuovo progetto illuminotecnico è stato studiato per mettere in evidenza l'architettura solenne delle sale. Sono stati restaurati gli oggetti delle collezioni, fra cui quella di modelli in cera, che con oltre duecento pezzi è una delle più importanti a livello internazionale. È stato inoltre schedato e riordinato l'archivio storico, consentendo il recupero di informazioni fondamentali alla ricostruzione della storia degli oggetti esposti e di quella dei personaggi che hanno lavorato nel museo.
Nello stesso palazzo apre i battenti anche il Museo della Frutta, che raccoglie una straordinaria collezione di frutti artificiali, opera di Francesco Garnier Valletti (Giaveno 1808 – Torino 1889): mille e più esemplari tra pere, mele, pesche, susine, ciliegie, albicocche, uva…, finalmente esposti dopo un accurato restauro. Ma anche una grande biblioteca scientifica, un interessante archivio, i laboratori chimici e una cospicua raccolta di strumentazione scientifica. Attraverso la collezione e la sua vicenda, si ricostruisce un secolo di storia del rapporto fra scienza e agricoltura e l’evoluzione degli interessi della ricerca in questo settore. Così, a partire dal confronto con le molte varietà di frutta coltivata a fine Ottocento, ora, nell’epoca della “merce perfetta”, viene spontanea una riflessione sul consumo, le biotecnologie e il valore delle biodiversità, ieri e oggi.
L’esperienza di Garnier Valletti si colloca in bilico tra l’arte e la scienza. Il cavalier Garnier Valletti, l’artigiano che produceva frutti e fiori in cera alle corti di Vienna e di San Pietroburgo, geniale ed eccentrica figura di artigiano, artista, scienziato, rientrato a Torino si specializzò nella pomologia artificiale, di cui fu l’ultimo e ineguagliato rappresentante, arrivando a riprodurre, al termine della sua lunga vita 1200 varietà di frutti e 600 di sole uve.
Alcuni aspetti caratterizzano e accomunano i musei e le collezioni ospitate nel Palazzo degli Istituti Anatomici. L’antica arte del modellismo e della scultura, come strumento di riproduzione dettagliata del vero a scopi scientifici, è il filo rosso che lega idealmente i reperti del Museo di Anatomia Umana e la curiosa collezione pomologica del Museo della Frutta.
Per quanto riguarda il Museo dell’Uomo, un percorso ideale organizzerà le originarie collezioni dei tre musei integrandole in un progetto culturale che si svilupperà tra tradizione storica e moderne conoscenze scientifiche.
Questo variegato progetto espositivo museale, arricchito da un programma di incontri ed eventi, è un esplicito richiamo alla riflessione, ispirata dalle collezioni storiche, sulla biodiversità e sulle differenze come valore. Insomma: diverso è bello. E visitando questi musei si capisce perché.
Il Palazzo rappresenta un importante esempio di architettura scientifica di fine Ottocento, e nel Museo di Anatomia, in cui è stato intenzionalmente conservato l’allestimento d’epoca, l’aspetto monumentale delle sale sottolinea l’importanza della disciplina e il prestigio della scuola anatomica torinese di fine Ottocento ed è possibile ripercorrerne la storia attraverso i personaggi illustri che ne hanno tracciato l’evoluzione. È inserito nel tessuto urbano di quello che fu la “città della scienza” di Torino nel quartiere San Salvario. Nell’Ottocento, oltre al palazzo, fiori all’occhiello della zona in campo scientifico e agrario erano: l’Orto botanico, i Vivai Burdin, le Serre municipali, l’Accademia di Agricoltura con i suoi orti sperimentali. Oggi, partendo da questo primo passo di rinascita e crescita, l’intenzione è quella di ridare forza a questa rete di luoghi del sapere scientifico, che possono diventare motore di ricerca e di nuove energie per il territorio e la collettività. Il Palazzo degli Istituti Anatomici è infatti inserito in un ideale percorso che parte dal Parco del Valentino e dall’Orto Botanico, prosegue con il Giardino Roccioso, con l’Orto dei Semplici nel Borgo Medievale fino a arrivare al Centro di Biotecnologie di via Nizza 52.
Il Museo dell’Uomo è un progetto in sviluppo che include oltre al Museo di Anatomia Umana, il Museo di Antropologia Criminale “Cesare Lombroso” (che verrà inaugurato entro il 2008, in locali adiacenti all’aula in cui Cesare Lombroso teneva le sue lezioni) e il Museo di Antropologia ed Etnografia, anch’esso destinato a trasferirsi nel Palazzo degli Istituti Anatomici. I musei non sono corpi a sé. Perfettamente integrati nel complesso architettonico, vanno a completare l’offerta didattica e culturale dell’Università, riportando alla luce e dando la possibilità di apprezzare nuovamente un patrimonio dimenticato di grande valore scientifico. Si tratta di un’esemplare operazione di valorizzazione delle collezioni scientifiche dell’Ateneo, facente parte di un più ampio programma nazionale che ha preso avvio nel corso degli ultimi anni. E’ inoltre un importante esempio di collaborazione tra Università, Enti territoriali e Soprintendenze per la tutela e valorizzazione del patrimonio in beni culturali rappresentato dai Musei universitari.
Il Museo di Anatomia Umana è nato a Torino nel 1739 e, dopo vari trasferimenti, fu riallestito nel 1898 all’interno del Palazzo degli Istituti Anatomici. Riapre ora dopo un grande lavoro di restauro e recupero durato tre anni dal 2003 al 2006. Di grande valore il connubio tra restauro conservativo della museologia scientifica ottocentesca originaria e le nuove tecnologie, che assumono un ruolo didascalico non invasivo, ma fondamentale per la comprensione di alcuni nodi salienti. Il progetto "Nuovi media per vecchie memorie" è stato infatti ideato a integrazione del percorso di visita originario, affidando ad alcuni video il compito di raccontare storie avvincenti connesse a vicende scientifiche e umane. La grande opera di restauro conservativo ha interessato le parti murarie, con il recupero della tinteggiatura originaria, le colonne in granito bianco, i pavimenti in mosaico veneziano, le lunette in cui undici tele raffigurano scienziati del passato, le vetrine espositive e gli infissi con i loro vetri originali o anticati, che contribuiscono ad evocare l'atmosfera ottocentesca. Il nuovo progetto illuminotecnico è stato studiato per mettere in evidenza l'architettura solenne delle sale. Sono stati restaurati gli oggetti delle collezioni, fra cui quella di modelli in cera, che con oltre duecento pezzi è una delle più importanti a livello internazionale. È stato inoltre schedato e riordinato l'archivio storico, consentendo il recupero di informazioni fondamentali alla ricostruzione della storia degli oggetti esposti e di quella dei personaggi che hanno lavorato nel museo.
Nello stesso palazzo apre i battenti anche il Museo della Frutta, che raccoglie una straordinaria collezione di frutti artificiali, opera di Francesco Garnier Valletti (Giaveno 1808 – Torino 1889): mille e più esemplari tra pere, mele, pesche, susine, ciliegie, albicocche, uva…, finalmente esposti dopo un accurato restauro. Ma anche una grande biblioteca scientifica, un interessante archivio, i laboratori chimici e una cospicua raccolta di strumentazione scientifica. Attraverso la collezione e la sua vicenda, si ricostruisce un secolo di storia del rapporto fra scienza e agricoltura e l’evoluzione degli interessi della ricerca in questo settore. Così, a partire dal confronto con le molte varietà di frutta coltivata a fine Ottocento, ora, nell’epoca della “merce perfetta”, viene spontanea una riflessione sul consumo, le biotecnologie e il valore delle biodiversità, ieri e oggi.
L’esperienza di Garnier Valletti si colloca in bilico tra l’arte e la scienza. Il cavalier Garnier Valletti, l’artigiano che produceva frutti e fiori in cera alle corti di Vienna e di San Pietroburgo, geniale ed eccentrica figura di artigiano, artista, scienziato, rientrato a Torino si specializzò nella pomologia artificiale, di cui fu l’ultimo e ineguagliato rappresentante, arrivando a riprodurre, al termine della sua lunga vita 1200 varietà di frutti e 600 di sole uve.
Alcuni aspetti caratterizzano e accomunano i musei e le collezioni ospitate nel Palazzo degli Istituti Anatomici. L’antica arte del modellismo e della scultura, come strumento di riproduzione dettagliata del vero a scopi scientifici, è il filo rosso che lega idealmente i reperti del Museo di Anatomia Umana e la curiosa collezione pomologica del Museo della Frutta.
Per quanto riguarda il Museo dell’Uomo, un percorso ideale organizzerà le originarie collezioni dei tre musei integrandole in un progetto culturale che si svilupperà tra tradizione storica e moderne conoscenze scientifiche.
Questo variegato progetto espositivo museale, arricchito da un programma di incontri ed eventi, è un esplicito richiamo alla riflessione, ispirata dalle collezioni storiche, sulla biodiversità e sulle differenze come valore. Insomma: diverso è bello. E visitando questi musei si capisce perché.
12
febbraio 2007
Inaugurazione
12 febbraio 2007
Location
MUSEO DELLA FRUTTA
Torino, Via Pietro Giuria, 15, (TORINO)
Torino, Via Pietro Giuria, 15, (TORINO)
Biglietti
singolo intero 3 euro, cumulativo – per i due musei - 5 euro
Mercoledì ingresso gratuito
Orario di apertura
dal lunedì al sabato dalle ore 10.00 alle ore 18.00
Vernissage
12 Febbraio 2007, ore 18
Ufficio stampa
SPAINI & PARTNERS