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La fattoria degli animali meccanici
Vecchi attrezzi agricoli, ferri rugginosi, tubi e falcetti dimenticati in cantine, parti di macchine in disuso diventano oggetti preziosi nelle mani di Patrizia Lottini che li trasforma in animali astratti e fantasiosi radunati in un’insolita fattoria
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Vecchi attrezzi, ferri rugginosi, tubi e falcetti dimenticati in cantine, parti di macchine
in disuso: sono gli oggetti preziosi reinventati dalla scultrice grossetana Patrizia Lottini.
Dall’assemblaggio riconoscibile di questa ferraglia arrugginita l’artista fa nascere nuove forme
di vita meccanica, gli animali astratti e fantasiosi che trovano la loro collocazione ideale alla
Sala Santa Rita di Roma dal 6 febbraio al 2 marzo 2013.
La mostra, a cura di Norberto Vezzoli, è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e
Centro Storico di Roma Capitale Dipartimento Cultura – Ufficio Programmazione e Gestione
Spazi Culturali in collaborazione con Zètema Progetto Cultura.
Il percorso creativo che conduce a questa sorprendente Fattoria degli animali meccanici nasce
dallo stretto rapporto dell’artista con la natura, in particolare con l’ambiente della maremma,
suo specifico luogo d’origine e di vita. Il contatto costante con l’esperienza di fattoria, la
conoscenza della funzione degli attrezzi e la dimestichezza con la vita degli animali si unisce
allo studio delle antiche saghe e leggende locali, costituendo il filo di collegamento coerente di
tutto il lavoro della scultrice.
Il disco della frizione di una vecchia millecento che diventa il guscio di una chiocciola o
un vecchio forcone che forma la coda di un gallo sono i materiali che, incontrandosi e
sovrapponendosi, creano nuove forme e figure dando origine alla fattoria con diversi tipi
di vita animale e sconosciuti abitanti dei boschi maremmani, in bilico tra saghe, fantasia ed
estro creativo. Sono attrezzi e macchine che raccontano del lavoro nei campi e che l’artista
destruttura e recupera a nuova vita, dando nuova dimensione alle forme, nuove vite plasmate
dall’arte e dalla fantasia.
Nel lavoro di Patrizia Lottini prevale la manualità, la costruzione procede con tempi lunghi
e la scultura prende forma lentamente, in linea con i ritmi delle stagioni per dare poi vita
all’arte.
L’artista descrive così le proprie sculture ed il percorso per realizzarle:
I vecchi attrezzi, i pezzi di ferro rugginosi e le nuvole, hanno una poesia comune: spetta alla
nostra fantasia scoprirla!
Materiali legati l’uno all’altro che, incontrandosi, sovrapponendosi, come le nuvole, creano nuove
forme e figure; innovative forme di vita pur se meccanica, una sinfonia colorata dalla ruggine
che ne ha segnato il tempo ma non la fine!
Forse è una bizzarra evoluzione della specie e forse Darwin era un fabbro…
Patrizia Lottini nasce a Grosseto nel 1955 e da qualche anno vive in una piccola fattoria al Pian dei
Bichi, nel comune di Roccastrada, nel cuore della maremma grossetana. Dopo il diploma magistrale
ha frequentato a Roma l’università, facoltà di lettere, indirizzo storico artistico, ma abbandona dopo
un triennio per motivi familiari.
Alla CCIAA di Grosseto, le viene affidato per anni, oltre alle normali funzioni d’ufficio, la cura e la
creazione degli allestimenti in manifestazioni e fiere alle quali l’Ente partecipa.
Dal 2005 decide di dedicarsi a tempo pieno solo a ciò che più le interessa: la fotografia, il disegno e
la scultura divengono il suo universo, lascia l’impiego, apre un laboratorio e si dedica alla ricerca di
nuove forme.
Collabora con sue scenografie originali alle messe in scena teatrali della Compagnia Instabile dei
Dintorni di Roccastrada e negli ultimi anni si dedica totalmente alla scultura creando - con della
ferraglia recuperata e rottami - dei soggetti in cui realtà e fantasia si fondono, sempre ispirandosi alla
natura che la circonda.
La prima esposizione di queste opere, Ruggine e seta, si è svolta a giugno 2007 nei bastioni delle
mura, organizzata dalla pro-loco di Grosseto.
Nel 2009, sempre nei medesimi spazi, ha avuto luogo una sua seconda personale.
Nell’estate del 2009 e del 2010 ha partecipato alla collettiva Mostra alla Rocca organizzata dal
Comune di Roccatederighi. Sue opere sono presenti in collezioni private in Italia, Francia, Svizzera,
Germania, Danimarca e Canada.
Patrizia Lottini si definisce un’artista fabbrile e fantasiosa.
Sala Santa Rita: via Montanara (adiacenze piazza Campitelli).
Orario di apertura: Mar-Sab ore 11.00-19.00; chiuso domenica e lunedì
INGRESSO LIBERO
Info: 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 21.00)
www.salasantarita.culturaroma.it
http://salasantarita.wordpress.com
Sponsor di Sala Santa Rita
Banche Tesoriere di Roma Capitale: BNL Gruppo BNP Paribas, UniCredit, Monte dei Paschi di Siena
Ufficio stampa Zetema Progetto Cultura
Gabriella Gnetti 0682077305 (348 2696259) g.gnetti@zetema.it
Ufficio Stampa dell’artista
Studio Vezzoli tel. 026552781 – fax. 0289282601 info@studiovezzoli.com www.studiovezzoli.com
in disuso: sono gli oggetti preziosi reinventati dalla scultrice grossetana Patrizia Lottini.
Dall’assemblaggio riconoscibile di questa ferraglia arrugginita l’artista fa nascere nuove forme
di vita meccanica, gli animali astratti e fantasiosi che trovano la loro collocazione ideale alla
Sala Santa Rita di Roma dal 6 febbraio al 2 marzo 2013.
La mostra, a cura di Norberto Vezzoli, è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e
Centro Storico di Roma Capitale Dipartimento Cultura – Ufficio Programmazione e Gestione
Spazi Culturali in collaborazione con Zètema Progetto Cultura.
Il percorso creativo che conduce a questa sorprendente Fattoria degli animali meccanici nasce
dallo stretto rapporto dell’artista con la natura, in particolare con l’ambiente della maremma,
suo specifico luogo d’origine e di vita. Il contatto costante con l’esperienza di fattoria, la
conoscenza della funzione degli attrezzi e la dimestichezza con la vita degli animali si unisce
allo studio delle antiche saghe e leggende locali, costituendo il filo di collegamento coerente di
tutto il lavoro della scultrice.
Il disco della frizione di una vecchia millecento che diventa il guscio di una chiocciola o
un vecchio forcone che forma la coda di un gallo sono i materiali che, incontrandosi e
sovrapponendosi, creano nuove forme e figure dando origine alla fattoria con diversi tipi
di vita animale e sconosciuti abitanti dei boschi maremmani, in bilico tra saghe, fantasia ed
estro creativo. Sono attrezzi e macchine che raccontano del lavoro nei campi e che l’artista
destruttura e recupera a nuova vita, dando nuova dimensione alle forme, nuove vite plasmate
dall’arte e dalla fantasia.
Nel lavoro di Patrizia Lottini prevale la manualità, la costruzione procede con tempi lunghi
e la scultura prende forma lentamente, in linea con i ritmi delle stagioni per dare poi vita
all’arte.
L’artista descrive così le proprie sculture ed il percorso per realizzarle:
I vecchi attrezzi, i pezzi di ferro rugginosi e le nuvole, hanno una poesia comune: spetta alla
nostra fantasia scoprirla!
Materiali legati l’uno all’altro che, incontrandosi, sovrapponendosi, come le nuvole, creano nuove
forme e figure; innovative forme di vita pur se meccanica, una sinfonia colorata dalla ruggine
che ne ha segnato il tempo ma non la fine!
Forse è una bizzarra evoluzione della specie e forse Darwin era un fabbro…
Patrizia Lottini nasce a Grosseto nel 1955 e da qualche anno vive in una piccola fattoria al Pian dei
Bichi, nel comune di Roccastrada, nel cuore della maremma grossetana. Dopo il diploma magistrale
ha frequentato a Roma l’università, facoltà di lettere, indirizzo storico artistico, ma abbandona dopo
un triennio per motivi familiari.
Alla CCIAA di Grosseto, le viene affidato per anni, oltre alle normali funzioni d’ufficio, la cura e la
creazione degli allestimenti in manifestazioni e fiere alle quali l’Ente partecipa.
Dal 2005 decide di dedicarsi a tempo pieno solo a ciò che più le interessa: la fotografia, il disegno e
la scultura divengono il suo universo, lascia l’impiego, apre un laboratorio e si dedica alla ricerca di
nuove forme.
Collabora con sue scenografie originali alle messe in scena teatrali della Compagnia Instabile dei
Dintorni di Roccastrada e negli ultimi anni si dedica totalmente alla scultura creando - con della
ferraglia recuperata e rottami - dei soggetti in cui realtà e fantasia si fondono, sempre ispirandosi alla
natura che la circonda.
La prima esposizione di queste opere, Ruggine e seta, si è svolta a giugno 2007 nei bastioni delle
mura, organizzata dalla pro-loco di Grosseto.
Nel 2009, sempre nei medesimi spazi, ha avuto luogo una sua seconda personale.
Nell’estate del 2009 e del 2010 ha partecipato alla collettiva Mostra alla Rocca organizzata dal
Comune di Roccatederighi. Sue opere sono presenti in collezioni private in Italia, Francia, Svizzera,
Germania, Danimarca e Canada.
Patrizia Lottini si definisce un’artista fabbrile e fantasiosa.
Sala Santa Rita: via Montanara (adiacenze piazza Campitelli).
Orario di apertura: Mar-Sab ore 11.00-19.00; chiuso domenica e lunedì
INGRESSO LIBERO
Info: 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 21.00)
www.salasantarita.culturaroma.it
http://salasantarita.wordpress.com
Sponsor di Sala Santa Rita
Banche Tesoriere di Roma Capitale: BNL Gruppo BNP Paribas, UniCredit, Monte dei Paschi di Siena
Ufficio stampa Zetema Progetto Cultura
Gabriella Gnetti 0682077305 (348 2696259) g.gnetti@zetema.it
Ufficio Stampa dell’artista
Studio Vezzoli tel. 026552781 – fax. 0289282601 info@studiovezzoli.com www.studiovezzoli.com
05
febbraio 2013
La fattoria degli animali meccanici
Dal 05 febbraio al 03 marzo 2013
arte contemporanea
Location
SALA SANTA RITA
Roma, Via Montanara, 8, (Roma)
Roma, Via Montanara, 8, (Roma)
Orario di apertura
Da martedì a sabato dalle ore 11 alle ore 19
Vernissage
5 Febbraio 2013, h 18.30
Ufficio stampa
ZETEMA
Autore
Curatore