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Mario Giacomelli – Terre scritte
Oltre 40 scatti, molti inediti, provenienti direttamente dall’Archivio Mario Giacomelli di Sassoferrato (Rita Giacomelli), in una mostra esclusiva, promossa dalla Fondazione MIA, curata da Corrado Benigni e Mauro Zanchi, per raccontare un maestro indiscusso della fotografia italiana.
Comunicato stampa
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Per la prima volta a Bergamo, nella bellissima cornice del Complesso Monumentale di Astino, questa esposizione vuole indagare l'opera di Mario Giacomelli attraverso un percorso inedito che rilegge l’esperienza di questo grande autore, che con i suoi potenti bianco e neri ha rivoluzionato il linguaggio della fotografia.
Il tema portante della mostra sarà il paesaggio. Questo motivo è stato fondamentale nel percorso creativo di Giacomelli, ricorrendo continuamente nelle sue fotografie. In particolare il paesaggio campestre delle Marche, ripreso in modo personalissimo e interpretato in maniera sempre più grafica. “Cerco i segni nella terra, cerco la materia e i segni, come può fare un incisore”, ha detto lo stesso Giacomelli.
Il paesaggio di Giacomelli è insieme reale e inventato, così come il suo sguardo è visionario e visivo al contempo. È il pretesto per rappresentare una situazione altra. Le sue sono “terre scritte”, dove l’orizzonte è quasi del tutto eliminato: un incastro di tempo e non-tempo. Nei suoi paesaggi il rapporto tra campagna e memoria, tra Giacomelli e una terra-madre negata e accettata si fa più drammatico, traducendosi in un’asciutta e grande rappresentazione. Della terra egli coglie i segni, la materia, i solchi, tuttavia trovando in essi corrispondenze con i corpi dell’uomo, perché la terra, nella sua poetica, è la carne stessa dell’uomo. In questa serie di scatti, in particolare, partendo dai piccoli dettagli della natura, che veicolano in sé un respiro umano, come un alchimista dello sguardo egli trasforma l’immagine in un “doppio visivo”.
Il paesaggio di Giacomelli, paesaggio della memoria e della favola, paesaggio di figure nascoste e di prodigi, dialoga perfettamente con il luogo e la natura di Astino. Accanto a questa serie saranno esposti anche gli scatti che fanno parte del ciclo Motivo suggerito dal taglio dell’albero, tra le prove più persuasive del maestro marchigiano e che insieme al paesaggio rappresentano un’indagine profonda sul tema della natura.
Catalogo edito da Silvana Editoriale (€ 20,00), con testi di Corrado Benigni, Mauro Zanchi, Katiuscia Biondi Giacomelli e un’intervista ad Artuto Carlo Quintavalle (a cura di Corrado Benigni)
Il tema portante della mostra sarà il paesaggio. Questo motivo è stato fondamentale nel percorso creativo di Giacomelli, ricorrendo continuamente nelle sue fotografie. In particolare il paesaggio campestre delle Marche, ripreso in modo personalissimo e interpretato in maniera sempre più grafica. “Cerco i segni nella terra, cerco la materia e i segni, come può fare un incisore”, ha detto lo stesso Giacomelli.
Il paesaggio di Giacomelli è insieme reale e inventato, così come il suo sguardo è visionario e visivo al contempo. È il pretesto per rappresentare una situazione altra. Le sue sono “terre scritte”, dove l’orizzonte è quasi del tutto eliminato: un incastro di tempo e non-tempo. Nei suoi paesaggi il rapporto tra campagna e memoria, tra Giacomelli e una terra-madre negata e accettata si fa più drammatico, traducendosi in un’asciutta e grande rappresentazione. Della terra egli coglie i segni, la materia, i solchi, tuttavia trovando in essi corrispondenze con i corpi dell’uomo, perché la terra, nella sua poetica, è la carne stessa dell’uomo. In questa serie di scatti, in particolare, partendo dai piccoli dettagli della natura, che veicolano in sé un respiro umano, come un alchimista dello sguardo egli trasforma l’immagine in un “doppio visivo”.
Il paesaggio di Giacomelli, paesaggio della memoria e della favola, paesaggio di figure nascoste e di prodigi, dialoga perfettamente con il luogo e la natura di Astino. Accanto a questa serie saranno esposti anche gli scatti che fanno parte del ciclo Motivo suggerito dal taglio dell’albero, tra le prove più persuasive del maestro marchigiano e che insieme al paesaggio rappresentano un’indagine profonda sul tema della natura.
Catalogo edito da Silvana Editoriale (€ 20,00), con testi di Corrado Benigni, Mauro Zanchi, Katiuscia Biondi Giacomelli e un’intervista ad Artuto Carlo Quintavalle (a cura di Corrado Benigni)
21
aprile 2017
Mario Giacomelli – Terre scritte
Dal 21 aprile al 31 luglio 2017
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE MIA – COMPLESSO MONUMENTALE DI ASTINO
Bergamo, Via Malj Tabajani, 4, (Bergamo)
Bergamo, Via Malj Tabajani, 4, (Bergamo)
Vernissage
21 Aprile 2017, ore 18.30
Editore
SILVANA EDITORIALE
Autore
Curatore