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Raffaele Luongo
Raffaele Luongo, nato nel 1966 a Caracas, espone per la prima volta nello spazio di Piazza dei Martiri proponendo opere indicative per comprendere la sua visione artistica. È interessante, in questo giovane artista, la sua necessità di utilizzare, proprio in questo particolare momento, il proprio sangue come unico mezzo per raccontare la sua storia e per conservare la memoria
Comunicato stampa
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Raffaele Luongo, nato nel 1966 a Caracas, espone per la prima volta nello spazio di Piazza dei Martiri proponendo opere indicative per comprendere la sua visione artistica. È interessante, in questo giovane artista, la sua necessità di utilizzare, proprio in questo particolare momento, il proprio sangue come unico mezzo per raccontare la sua storia e per conservare la memoria. Il sangue e il cartoncino bianco satinato, materiali predominanti nelle sue opere, diventano agenti della sua sensibilità. La residualità e la fragilità degli elementi utilizzati mostrano, nelle opere, una volontà di sottrazione di senso.
In lavori come “My peasant roots” è proprio il processo di realizzazione che ne rileva il messaggio. I 17 secchi di cartoncino bianco satinato sono posizionati e raccolti al centro della galleria. Al loro interno sono disegnati, con il sangue, brevi storie di fumetti o immagini del vissuto dell’artista. L’opera, così, diviene traduzione pratica dell’azione del ricordare (ovvero, mettere nei secchi). La purezza dell’atmosfera prodotta, rievoca uno spazio parallelo in cui le opere sembrano essere prelevate direttamente dalla testa dell’artista.
Nei disegni e in opere come “Baruffa in Galleria”, la realtà è ridotta ad una sua semplificazione: Luongo entra nelle storie di Paperino e Topolino, riducendo l’esistenza ad una misura bidimensionale. In lavori come “Raffaele e l’idromuseo d’Arte Contemporanea” l’artista immagina, proprio come nelle storie dei due personaggi, di attraversare un museo d’arte contemporanea pieno d’acqua, un idromuseo, entro una boccia trasparente. Il moto casuale con il quale si muove la sfera, presentato nel video, conduce lo spettatore tra i lavori precedenti dell’artista, riprodotti in miniatura.
Nell’opera “Raffaele e l’autoritratto senza residui”, Luongo costruisce un meccanismo dove una sega a nastro, posizionata su un letto bianco, muovendosi ad intervalli, fa scaturire improvvisamente un vuoto dopo pochi secondi di funzionamento. Ed è proprio questo vuoto prodotto tra un elemento statico, come il letto, ed un altro, in frenetica azione, come la sega, che cattura l’attenzione dell’artista.
“Disegno le immagini che mi hanno formato. Sono giunture che fanno coesistere i miei diversi tempi formando un organismo unico. Il sangue le irrora ma si rapprende e si ossida all’istante.
Il sangue nella sua letteralità fa fuori il corpo, l’organismo e la stessa circolazione per presentarsi come elemento residuale, “reale”, nella cui coagulazione si risolve il disegno, l’aneddoto.
Il mio corpo diviene una configurazione di superficie.
(Configurazione è la linea continua di tutte i miei disegni)” [Raffaele Luongo]
In lavori come “My peasant roots” è proprio il processo di realizzazione che ne rileva il messaggio. I 17 secchi di cartoncino bianco satinato sono posizionati e raccolti al centro della galleria. Al loro interno sono disegnati, con il sangue, brevi storie di fumetti o immagini del vissuto dell’artista. L’opera, così, diviene traduzione pratica dell’azione del ricordare (ovvero, mettere nei secchi). La purezza dell’atmosfera prodotta, rievoca uno spazio parallelo in cui le opere sembrano essere prelevate direttamente dalla testa dell’artista.
Nei disegni e in opere come “Baruffa in Galleria”, la realtà è ridotta ad una sua semplificazione: Luongo entra nelle storie di Paperino e Topolino, riducendo l’esistenza ad una misura bidimensionale. In lavori come “Raffaele e l’idromuseo d’Arte Contemporanea” l’artista immagina, proprio come nelle storie dei due personaggi, di attraversare un museo d’arte contemporanea pieno d’acqua, un idromuseo, entro una boccia trasparente. Il moto casuale con il quale si muove la sfera, presentato nel video, conduce lo spettatore tra i lavori precedenti dell’artista, riprodotti in miniatura.
Nell’opera “Raffaele e l’autoritratto senza residui”, Luongo costruisce un meccanismo dove una sega a nastro, posizionata su un letto bianco, muovendosi ad intervalli, fa scaturire improvvisamente un vuoto dopo pochi secondi di funzionamento. Ed è proprio questo vuoto prodotto tra un elemento statico, come il letto, ed un altro, in frenetica azione, come la sega, che cattura l’attenzione dell’artista.
“Disegno le immagini che mi hanno formato. Sono giunture che fanno coesistere i miei diversi tempi formando un organismo unico. Il sangue le irrora ma si rapprende e si ossida all’istante.
Il sangue nella sua letteralità fa fuori il corpo, l’organismo e la stessa circolazione per presentarsi come elemento residuale, “reale”, nella cui coagulazione si risolve il disegno, l’aneddoto.
Il mio corpo diviene una configurazione di superficie.
(Configurazione è la linea continua di tutte i miei disegni)” [Raffaele Luongo]
13
dicembre 2006
Raffaele Luongo
Dal 13 dicembre 2006 al 03 febbraio 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA ALFONSO ARTIACO
Napoli, Piazzetta Nilo, 7, (Napoli)
Napoli, Piazzetta Nilo, 7, (Napoli)
Orario di apertura
dal lunedì a sabato 10-13.30 e 16-20
Vernissage
13 Dicembre 2006, ore 19.30
Autore