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Ruggero Zangrandi: un viaggio nel Novecento
La mostra propone una selezione di documenti, provenienti dall’archivio personale del giornalista e scrittore, ripercorrendo, nei suoi aspetti centrali, la vicenda umana, politica e professionale di una personalità che ha attraversato, vivendole con intensità e partecipazione, le vicende storiche e politiche del Novecento
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Ospitata alla Casa della Memoria e della Storia dal 25 settembre al 19 ottobre 2012, la mostra Ruggero
Zangrandi: un viaggio nel Novecento, propone una selezione di documenti, provenienti dall’archivio
personale del giornalista e scrittore, ripercorrendo, nei suoi aspetti centrali, la vicenda umana, politica
e professionale di una personalità che ha attraversato, vivendole con intensità e partecipazione, le
vicende storiche e politiche del Novecento.
L’iniziativa, a cura dell’Istituto Romano per la Storia d’Italia dal Fascismo alla Resistenza (Irsifar),
è promossa da Roma Capitale - Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico, Dipartimento
Cultura - Servizio Programmazione e Gestione Spazi Culturali in collaborazione con Zètema Progetto
Cultura. L’Archivio personale di Ruggero Zangrandi è stato donato all’Irsifar dalla figlia Gabriella nel
2007 e contiene documenti dal 1929 al 1970.
La ricca attività politica e intellettuale che ha caratterizzato il percorso di vita di Zangrandi
è rappresentata in mostra attraverso 14 pannelli, divisi in 6 sezioni: “I giovani nel tempo
fascista”; “Carcere e deportazione”; “La militanza comunista”; “Zangrandi giornalista”; “Zangrandi
scrittore”; “Ricerche storiche”. Si tratta di 62 documenti: lettere, fotografie, riviste, opuscoli e
manifesti, diari e promemoria e ricerche storiche.
Tra le lettere sono comprese quelle di Vittorio Mussolini del 10 gennaio 1936; del Ministro della
Cultura Dino Alfieri del 15 febbraio 1938; a Benito Mussolini del 15 marzo 1936; di Zangrandi
alla famiglia dal carcere di Regina Coeli. Come testimonianza del dopoguerra, le lettere di Palmiro
Togliatti, di Lucio Lombardo Radice, di Giancarlo Pajetta.
Nella documentazione fotografica troviamo, tra le altre, le immagini della classe del liceo Tasso
di Roma nel 1935, le foto della redazione di “Paese sera” negli anni Cinquanta e quelle relative
all’assegnazione dei Premi Viareggio e Prato. Per le riviste, opuscoli e manifesti, le riviste giovanili
fondate da Vittorio Mussolini con le copertine disegnate da Mario Sironi; opuscoli e manifesti per
il “Movimento Universalfascista” e per il “Partito socialista rivoluzionario”. Nei diari e promemoria, i
resoconti degli interrogatori subiti da Ruggero Zangrandi dopo l’arresto nel 1942; il Diario di prigionia
1943-1945; il Diario della deportazione in Germania. Tra gli articoli e reportage, alcuni esempi
della sua attività giornalistica: le principali inchieste, la rubrica su “Paese sera” con lo pseudonimo
di “Publio”, il reportage sul viaggio in Germania .
La parte conclusiva della mostra rende conto delle ricerche fatte da Zangrandi per ricostruire la storia
della sua generazione e quindi per la stesura dei volumi Il lungo viaggio attraverso il fascismo e quelli
dedicati all’8 settembre 1943.
Mercoledì 26 settembre 2012 alle ore 15,30, la mostra è arricchita da un convegno, sotto l’Alto
Patronato del Presidente della Repubblica e promosso da Irsifar, a cui partecipano Emilio Gentile
Zangrandi nel fascismo: il lungo viaggio; Luca La Rovere Dal fascismo alla Repubblica; Elena Aga Rossi
L’8 settembre e la mancata difesa di Roma; Mariuccia Salvati Roma 1944-45, riflessioni e speranze;
Pier Giorgio Zunino Rileggendo il “Lungo viaggio” del 1948. Presiede il convegno Umberto Gentiloni, è
presente Gabriella Zangrandi.
Ruggero Zangrandi (Milano, 1915 – Roma, 1970) si avvicina all'attività giornalistica sul finire degli anni Trenta,
quando, giovane studente del Liceo Tasso di Roma, avvia un’intensa collaborazione con i periodici scolastici
promossi dal suo compagno di banco Vittorio Mussolini: «La penna dei ragazzi», «Anno XII» e «Anno XIII».
La frequentazione del figlio del duce e di Villa Torlonia, lo porterà poi, in breve tempo, a collaborare con «Il
Popolo d'Italia», organo del Partito fascista, e con numerose riviste di rilievo nazionale.
L’attività redazionale, caratterizzata da un certo anticonformismo e da uno spirito che gli stessi protagonisti,
ispirandosi al primo fascismo, individuano come "autenticamente rivoluzionario", lo mette in contatto con
studenti di tutta Italia che, numerosi, guardano con interesse alle nuove pubblicazioni. È il primo embrione di
quella che Ruggero Zangrandi definirà la «rete», un gruppo di giovani che, dall’attività culturale e giornalistica,
allargherà il proprio raggio d’azione all'attivismo politico e lentamente arriverà ad una presa di coscienza
antifascista. Attraverso la fondazione di alcuni gruppi politico-culturali destinati ad aggregare, intorno all'idea
dell'Universalfascismo, i giovani della «rete», Zangrandi diventa il fulcro intorno a cui ruota l’organizzazione
di questa attività politica che, seppure con qualche contrasto, fino alla fondazione del Partito socialista
rivoluzionario e alla clandestinità, nel 1939, resta nell’ambito delle iniziative tollerate dal regime.
È il percorso descritto dallo stesso Zangrandi prima ne Il lungo viaggio. Contributo alla storia di una
generazione (1948), poi ne Il lungo viaggio attraverso il fascismo (1961), scritti nei quali l'autore, tornato
alla fine della guerra dopo aver vissuto la terribile esperienza del carcere e della deportazione in Germania,
affronta il tema scottante dell'adesione ideale al fascismo di un'intera generazione di giovani.
Nel 1946 Ruggero Zangrandi si iscrive al Partito comunista italiano e riprende l'attività giornalistica,
attraverso la collaborazione con quotidiani indipendenti, ma gravitanti nell'area comunista. Partecipa
all'esperienza de «La Repubblica d'Italia» e, in seguito, curando la rubrica «Ventiquattro ore», diventa
commentatore politico di «Paese sera», incarico che ricoprirà fino alla morte. I trascorsi politici fascisti e la
notorietà acquisita come giornalista sul finire degli anni Trenta, lo pongono subito in una posizione difficile nei
confronti dei compagni di Partito. La pubblicazione de Il lungo viaggio, con le sue tesi sui giovani che aderirono
al fascismo, lo espone poi, sia nel 1948 che nel 1961, a violente polemiche che, in entrambi i casi, saranno
stroncate solo dall’intervento sulla stampa del segretario Palmiro Togliatti. Anche la pubblicazione delle opere
a carattere storico (1943: 25 luglio – 8 settembre; 1943: 8 settembre; L'Italia tradita), provocherà reazioni
durissime all’interno del Partito.
Le sue ricerche sulle trattative con i governi alleati per la firma dell'armistizio e sulla mancata difesa di Roma,
evidenzieranno infatti la precisa volontà dei governi del primo dopoguerra, costituiti con la partecipazione
del Pci, di occultare le responsabilità politiche e morali della classe dirigente badogliana e degli alti gradi
dell'esercito, che avevano portato all'abbandono del Paese dopo l'8 settembre 1943 e alla consegna della
capitale in mano tedesca. Dopo la pubblicazione del primo volume, le reazioni sulla stampa del senatore
comunista Mario Palermo, che aveva presieduto la Commissione d’inchiesta sulla mancata difesa di Roma,
istituita nel 1946, risulteranno durissime e Zangrandi si troverà di nuovo in una posizione di aperto contrasto
con i vertici del Partito, che gli varrà anche la convocazione di fronte ad una commissione interna, presieduta
da Giorgio Amendola. È il "processino di partito" che, lontano dal raggiungere il chiarimento per il quale era
stato convocato, vedrà Ruggero Zangrandi ribadire con forza le tesi sostenute nelle sue opere, aprendo con il
Partito una frattura difficile da ricucire.
Ancora una volta, come già in occasione della pubblicazione de Il lungo viaggio, riceve però il sostegno forte
della società civile, cui egli stesso fa appello in occasione della vicenda giudiziaria che lo vedrà protagonista,
sul finire degli anni Sessanta, in seguito ad una querela ricevuta dopo la pubblicazione di 1943: 25 luglio
– 8 settembre. È proprio questo rapporto con la società civile uno dei tratti caratteristici della personalità
di Zangrandi capace di affrontare temi e problematiche che costituiscono momenti di rottura rispetto alle
interpretazioni dominanti nella vita culturale del Paese. In questo senso, proprio l'esperienza del fascismo
raccontata nelle autobiografie degli anni giovanili e la constatazione degli effetti dell'abbandono di una
generazione alle illusioni della propaganda del regime, sembrano rappresentare lo spartiacque fondamentale
che determina quella urgenza di chiarezza, che Ruggero Zangrandi rivela in tutti gli aspetti del suo operato e
che assume la dimensione interiore di una vita vissuta come testimonianza.
Casa della Memoria e della Storia
Via San Francesco di Sales, 5 (Trastevere) - 00165 Roma lun-ven ore 9.30/20.00 - sab e dom chiuso
Tel. 060608, 06 6876543 www.casadellamemoria.culturaroma.it; http://casamemoria.wordpress.com
INGRESSO LIBERO
Sponsor della Casa della Memoria e della Storia Banche Tesoriere di Roma Capitale: BNL Gruppo BNP
Paribas, UniCredit, Monte dei Paschi di Siena
Ufficio stampa Zètema Progetto Cultura: Gabriella Gnetti +39 06 82077305 +39 348 2696259
g.gnetti@zetema.it
Zangrandi: un viaggio nel Novecento, propone una selezione di documenti, provenienti dall’archivio
personale del giornalista e scrittore, ripercorrendo, nei suoi aspetti centrali, la vicenda umana, politica
e professionale di una personalità che ha attraversato, vivendole con intensità e partecipazione, le
vicende storiche e politiche del Novecento.
L’iniziativa, a cura dell’Istituto Romano per la Storia d’Italia dal Fascismo alla Resistenza (Irsifar),
è promossa da Roma Capitale - Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico, Dipartimento
Cultura - Servizio Programmazione e Gestione Spazi Culturali in collaborazione con Zètema Progetto
Cultura. L’Archivio personale di Ruggero Zangrandi è stato donato all’Irsifar dalla figlia Gabriella nel
2007 e contiene documenti dal 1929 al 1970.
La ricca attività politica e intellettuale che ha caratterizzato il percorso di vita di Zangrandi
è rappresentata in mostra attraverso 14 pannelli, divisi in 6 sezioni: “I giovani nel tempo
fascista”; “Carcere e deportazione”; “La militanza comunista”; “Zangrandi giornalista”; “Zangrandi
scrittore”; “Ricerche storiche”. Si tratta di 62 documenti: lettere, fotografie, riviste, opuscoli e
manifesti, diari e promemoria e ricerche storiche.
Tra le lettere sono comprese quelle di Vittorio Mussolini del 10 gennaio 1936; del Ministro della
Cultura Dino Alfieri del 15 febbraio 1938; a Benito Mussolini del 15 marzo 1936; di Zangrandi
alla famiglia dal carcere di Regina Coeli. Come testimonianza del dopoguerra, le lettere di Palmiro
Togliatti, di Lucio Lombardo Radice, di Giancarlo Pajetta.
Nella documentazione fotografica troviamo, tra le altre, le immagini della classe del liceo Tasso
di Roma nel 1935, le foto della redazione di “Paese sera” negli anni Cinquanta e quelle relative
all’assegnazione dei Premi Viareggio e Prato. Per le riviste, opuscoli e manifesti, le riviste giovanili
fondate da Vittorio Mussolini con le copertine disegnate da Mario Sironi; opuscoli e manifesti per
il “Movimento Universalfascista” e per il “Partito socialista rivoluzionario”. Nei diari e promemoria, i
resoconti degli interrogatori subiti da Ruggero Zangrandi dopo l’arresto nel 1942; il Diario di prigionia
1943-1945; il Diario della deportazione in Germania. Tra gli articoli e reportage, alcuni esempi
della sua attività giornalistica: le principali inchieste, la rubrica su “Paese sera” con lo pseudonimo
di “Publio”, il reportage sul viaggio in Germania .
La parte conclusiva della mostra rende conto delle ricerche fatte da Zangrandi per ricostruire la storia
della sua generazione e quindi per la stesura dei volumi Il lungo viaggio attraverso il fascismo e quelli
dedicati all’8 settembre 1943.
Mercoledì 26 settembre 2012 alle ore 15,30, la mostra è arricchita da un convegno, sotto l’Alto
Patronato del Presidente della Repubblica e promosso da Irsifar, a cui partecipano Emilio Gentile
Zangrandi nel fascismo: il lungo viaggio; Luca La Rovere Dal fascismo alla Repubblica; Elena Aga Rossi
L’8 settembre e la mancata difesa di Roma; Mariuccia Salvati Roma 1944-45, riflessioni e speranze;
Pier Giorgio Zunino Rileggendo il “Lungo viaggio” del 1948. Presiede il convegno Umberto Gentiloni, è
presente Gabriella Zangrandi.
Ruggero Zangrandi (Milano, 1915 – Roma, 1970) si avvicina all'attività giornalistica sul finire degli anni Trenta,
quando, giovane studente del Liceo Tasso di Roma, avvia un’intensa collaborazione con i periodici scolastici
promossi dal suo compagno di banco Vittorio Mussolini: «La penna dei ragazzi», «Anno XII» e «Anno XIII».
La frequentazione del figlio del duce e di Villa Torlonia, lo porterà poi, in breve tempo, a collaborare con «Il
Popolo d'Italia», organo del Partito fascista, e con numerose riviste di rilievo nazionale.
L’attività redazionale, caratterizzata da un certo anticonformismo e da uno spirito che gli stessi protagonisti,
ispirandosi al primo fascismo, individuano come "autenticamente rivoluzionario", lo mette in contatto con
studenti di tutta Italia che, numerosi, guardano con interesse alle nuove pubblicazioni. È il primo embrione di
quella che Ruggero Zangrandi definirà la «rete», un gruppo di giovani che, dall’attività culturale e giornalistica,
allargherà il proprio raggio d’azione all'attivismo politico e lentamente arriverà ad una presa di coscienza
antifascista. Attraverso la fondazione di alcuni gruppi politico-culturali destinati ad aggregare, intorno all'idea
dell'Universalfascismo, i giovani della «rete», Zangrandi diventa il fulcro intorno a cui ruota l’organizzazione
di questa attività politica che, seppure con qualche contrasto, fino alla fondazione del Partito socialista
rivoluzionario e alla clandestinità, nel 1939, resta nell’ambito delle iniziative tollerate dal regime.
È il percorso descritto dallo stesso Zangrandi prima ne Il lungo viaggio. Contributo alla storia di una
generazione (1948), poi ne Il lungo viaggio attraverso il fascismo (1961), scritti nei quali l'autore, tornato
alla fine della guerra dopo aver vissuto la terribile esperienza del carcere e della deportazione in Germania,
affronta il tema scottante dell'adesione ideale al fascismo di un'intera generazione di giovani.
Nel 1946 Ruggero Zangrandi si iscrive al Partito comunista italiano e riprende l'attività giornalistica,
attraverso la collaborazione con quotidiani indipendenti, ma gravitanti nell'area comunista. Partecipa
all'esperienza de «La Repubblica d'Italia» e, in seguito, curando la rubrica «Ventiquattro ore», diventa
commentatore politico di «Paese sera», incarico che ricoprirà fino alla morte. I trascorsi politici fascisti e la
notorietà acquisita come giornalista sul finire degli anni Trenta, lo pongono subito in una posizione difficile nei
confronti dei compagni di Partito. La pubblicazione de Il lungo viaggio, con le sue tesi sui giovani che aderirono
al fascismo, lo espone poi, sia nel 1948 che nel 1961, a violente polemiche che, in entrambi i casi, saranno
stroncate solo dall’intervento sulla stampa del segretario Palmiro Togliatti. Anche la pubblicazione delle opere
a carattere storico (1943: 25 luglio – 8 settembre; 1943: 8 settembre; L'Italia tradita), provocherà reazioni
durissime all’interno del Partito.
Le sue ricerche sulle trattative con i governi alleati per la firma dell'armistizio e sulla mancata difesa di Roma,
evidenzieranno infatti la precisa volontà dei governi del primo dopoguerra, costituiti con la partecipazione
del Pci, di occultare le responsabilità politiche e morali della classe dirigente badogliana e degli alti gradi
dell'esercito, che avevano portato all'abbandono del Paese dopo l'8 settembre 1943 e alla consegna della
capitale in mano tedesca. Dopo la pubblicazione del primo volume, le reazioni sulla stampa del senatore
comunista Mario Palermo, che aveva presieduto la Commissione d’inchiesta sulla mancata difesa di Roma,
istituita nel 1946, risulteranno durissime e Zangrandi si troverà di nuovo in una posizione di aperto contrasto
con i vertici del Partito, che gli varrà anche la convocazione di fronte ad una commissione interna, presieduta
da Giorgio Amendola. È il "processino di partito" che, lontano dal raggiungere il chiarimento per il quale era
stato convocato, vedrà Ruggero Zangrandi ribadire con forza le tesi sostenute nelle sue opere, aprendo con il
Partito una frattura difficile da ricucire.
Ancora una volta, come già in occasione della pubblicazione de Il lungo viaggio, riceve però il sostegno forte
della società civile, cui egli stesso fa appello in occasione della vicenda giudiziaria che lo vedrà protagonista,
sul finire degli anni Sessanta, in seguito ad una querela ricevuta dopo la pubblicazione di 1943: 25 luglio
– 8 settembre. È proprio questo rapporto con la società civile uno dei tratti caratteristici della personalità
di Zangrandi capace di affrontare temi e problematiche che costituiscono momenti di rottura rispetto alle
interpretazioni dominanti nella vita culturale del Paese. In questo senso, proprio l'esperienza del fascismo
raccontata nelle autobiografie degli anni giovanili e la constatazione degli effetti dell'abbandono di una
generazione alle illusioni della propaganda del regime, sembrano rappresentare lo spartiacque fondamentale
che determina quella urgenza di chiarezza, che Ruggero Zangrandi rivela in tutti gli aspetti del suo operato e
che assume la dimensione interiore di una vita vissuta come testimonianza.
Casa della Memoria e della Storia
Via San Francesco di Sales, 5 (Trastevere) - 00165 Roma lun-ven ore 9.30/20.00 - sab e dom chiuso
Tel. 060608, 06 6876543 www.casadellamemoria.culturaroma.it; http://casamemoria.wordpress.com
INGRESSO LIBERO
Sponsor della Casa della Memoria e della Storia Banche Tesoriere di Roma Capitale: BNL Gruppo BNP
Paribas, UniCredit, Monte dei Paschi di Siena
Ufficio stampa Zètema Progetto Cultura: Gabriella Gnetti +39 06 82077305 +39 348 2696259
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25
settembre 2012
Ruggero Zangrandi: un viaggio nel Novecento
Dal 25 settembre al 19 ottobre 2012
Location
CASA DELLA MEMORIA E DELLA STORIA
Roma, Via Di San Francesco Di Sales, 5, (Roma)
Roma, Via Di San Francesco Di Sales, 5, (Roma)
Orario di apertura
lun-ven ore 9.30/20.00 - sab e dom chiuso
Vernissage
25 Settembre 2012, h 11.30
Ufficio stampa
ZETEMA