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Simone Giovagnorio – Time-Lapse
Descrizioni silenti di città visibili. Sgombre, abbandonate, congelate. Evacuate o attraversate da qualche apolide effimero che sembra essersene già andato via
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Da un progetto iniziale ideato da Susanna Horvatovicova per l'Istituto Culturale Ceco di Roma, PrimoPiano HomephotoGallery è lieta di presentare “Time-Lapse”, di Simone Giovagnorio.
Come scrive Stefano Elena, curatore della mostra, nel suo testo “Posturban”: «Time-Lapse è quando l’uomo non c’è più, quando sembra di sentirsi soli, di essere soli. Di vedere il dopo-uomo come fossimo affacciati ad una finestra virtuale che guarda sulla città sostituita. Aspettando il passare del tempo che (s)corre veloce come un processo accelerato, curioso e ingordo, che vuole vedere soltanto la fine. Sapere cosa (non) c’è in quel dopo da raggiungere in modalità FAST FORWARD.
Time-Lapse è un metodo, un procedimento, un mezzo. Un dispositivo avviato, sì, dalla testimonianza – da quella fotografia che non tocca e non si tocca (scatti reali che l’artista colleziona durante i suoi viaggi), ma tenuto acceso dall’intervento delicato e attento, scrupoloso e un po’ malato, che mischia quelle testimonianze fra loro, ibridandole senza remore sino a generare futuribili plastici bidimensionali.
Descrizioni silenti di città visibili. Sgombre, abbandonate, congelate. Evacuate o attraversate da qualche apolide effimero che sembra essersene già andato via.
Città contaminate.
Città di concentramento come quelle di Ballard. Brandelli architettonici misti incastrati in random. Still life di metropoli piene di vuoto, con demografia a riposo come se il dosatore d’uomini avesse smesso, improvviso, di distribuire esistenze. Collassi, sottrazioni. Polis inesplose in formato widescreen. Agglomerati tardo-spontanei privi dell’agente inquietante, inquinante, omicida che si chiama uomo e la cui assenza dalla scena non sembra guastare l’immagine. Nessuna apocalisse, ma una non vita artificiale creata da un urbanista simbiotico le cui città-prototipo permettono un consumo istantaneo che comprime il tempo solito di fruizione del vedere, della veduta, e lo blocca. Per sempre.»
Otto stampe lambda a colori di grande formato e un video a raccontare tutto questo.
Come scrive Stefano Elena, curatore della mostra, nel suo testo “Posturban”: «Time-Lapse è quando l’uomo non c’è più, quando sembra di sentirsi soli, di essere soli. Di vedere il dopo-uomo come fossimo affacciati ad una finestra virtuale che guarda sulla città sostituita. Aspettando il passare del tempo che (s)corre veloce come un processo accelerato, curioso e ingordo, che vuole vedere soltanto la fine. Sapere cosa (non) c’è in quel dopo da raggiungere in modalità FAST FORWARD.
Time-Lapse è un metodo, un procedimento, un mezzo. Un dispositivo avviato, sì, dalla testimonianza – da quella fotografia che non tocca e non si tocca (scatti reali che l’artista colleziona durante i suoi viaggi), ma tenuto acceso dall’intervento delicato e attento, scrupoloso e un po’ malato, che mischia quelle testimonianze fra loro, ibridandole senza remore sino a generare futuribili plastici bidimensionali.
Descrizioni silenti di città visibili. Sgombre, abbandonate, congelate. Evacuate o attraversate da qualche apolide effimero che sembra essersene già andato via.
Città contaminate.
Città di concentramento come quelle di Ballard. Brandelli architettonici misti incastrati in random. Still life di metropoli piene di vuoto, con demografia a riposo come se il dosatore d’uomini avesse smesso, improvviso, di distribuire esistenze. Collassi, sottrazioni. Polis inesplose in formato widescreen. Agglomerati tardo-spontanei privi dell’agente inquietante, inquinante, omicida che si chiama uomo e la cui assenza dalla scena non sembra guastare l’immagine. Nessuna apocalisse, ma una non vita artificiale creata da un urbanista simbiotico le cui città-prototipo permettono un consumo istantaneo che comprime il tempo solito di fruizione del vedere, della veduta, e lo blocca. Per sempre.»
Otto stampe lambda a colori di grande formato e un video a raccontare tutto questo.
16
febbraio 2007
Simone Giovagnorio – Time-Lapse
Dal 16 febbraio al 16 marzo 2007
arte contemporanea
Location
PRIMOPIANO HOMEPHOTOGALLERY
Napoli, Via Foria, 118, (Napoli)
Napoli, Via Foria, 118, (Napoli)
Orario di apertura
lunedì – venerdì h. 15.00/1900; sabato e domenica su appuntamento
Vernissage
16 Febbraio 2007, ore 21
Autore
Curatore