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Surandsub–face
la superficie come mise en abime nell’opera di Edward Evans e di Enzo Ruggiero
Comunicato stampa
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Nei due artisti a contatto, Edward Evans e Enzo Ruggiero è possibile indagare la relazione tra superficie e substrato, tra affioramento e scomparsa, in una dialettica di segni di natura squisitamente pittorica, per quanto concerne la fattura e la resa visiva, ma perennemente coinvolti nell’oscillazione semantica tra segno e scrittura, per quanto concerne i loro scintillamenti concettuali, distesi pittoricamente sulla superficie ma ad essa non complanari, disposti su sotto-ripiani oppure su rialzi e terrapieni che negano continuamente il riposo superficiale, alludendo, per alto o per basso, alla sua motilità.
A dirimere il lavoro dei due artisti è una notazione di carattere tecnico. Evans realizza le sue opere utilizzando l’aerografo mentre Ruggiero realizza i suoi lavori con tecniche tradizionali come la pittura e il collage, realizzati ora su carte o carte complesse, ora su oggetti e reperti, in particolare libri e legni residuali (ante, cornici etc..). In secondo luogo, i due artisti si orientano diversamente riguardo alla direzione dello smottamento superficiale; Evans produce un’apertura per rialzo verso l’esterno del piano, Ruggiero una doppia effrazione ottenuta sottentrando nella superficie con un caratteristico gioco di velature e sovrapposizioni, e delocando poi risolutamente i limiti spaziali, lo specchio stesso dell’azione, grazie all’utilizzo di reperti sui quali si dilunga il gesto pittorico tracimando dal quadro all’oggetto trovato.
Nel suo complesso la mostra argomenta che la superficie abbia la stessa tenuta inalienabile del tabù, nel senso che ogni sua manomissione o rideterminazione portino con sé gli stessi elementi di irrequietudine e di crollo statutario della realtà e pertanto necessitino di analoghi sforzi ridefinitori. L’assetto superficiale del segno, anche e ancor più nel suo rinvio all’oltre, al sottratto, sembra dunque ineliminabile, e la superficie, in un gioco costante di avvicinamento e scostamento, di affermazione e abolizione risulta il luogo dialettico di fondazione dell’opera.
Nelle opere di Evans emerge un mondo che pare remoto e tuttavia costitutivo tanto della materia quanto dell’umano, dove l’impronta biologica contiene la matrice alfabetica mantenendole nell’equilibrio di una consustanzialità che non è priva di un pathos soffermato e pulsante, ottenuto tramite un potente iperrealismo.
L’opera di Ruggiero, attraverso le carte, le istallazioni e i residui di oggetti pigmentati, trasborda sia il valore comunicativo e confusivo della scrittura di pubblica utilità, di pubblico abuso, sia il suo archetipo segnico, primordiale, tra funzione sociale e fondamento aurorale, in opere che hanno la stessa fulminea attitudine sintetica che consente all’artista di percorrere vaste traversate culturali e di ricapitolarle con una concisione che non è mai priva di bellezza, grazie all’uso di pigmenti intensi, profondi, pastosi memori di una sicura maestria pittorica tradizionale ma emigrata in una speculazione visiva certamente impervia.
Con questa mostra Palazzo Ducale riprende uno dei filoni espositivi che caratterizzano l’attività della galleria pavullese sul versante dell’indagine fra segno e scrittura nelle regioni più pensose e intellettualmente fruttuose della visualità.
Edward Evans, vive e lavora nel Minnesota (USA) dove è professore universitario; svolge un’intensa attività espositiva in tutto il mondo.
Enzo Ruggiero, vive e lavora tra Foggia e Bologna. Inizia la sua attività artistica negli anni “60” dedicandosi alla sperimentazione nel segno dell’avanguardia.
A dirimere il lavoro dei due artisti è una notazione di carattere tecnico. Evans realizza le sue opere utilizzando l’aerografo mentre Ruggiero realizza i suoi lavori con tecniche tradizionali come la pittura e il collage, realizzati ora su carte o carte complesse, ora su oggetti e reperti, in particolare libri e legni residuali (ante, cornici etc..). In secondo luogo, i due artisti si orientano diversamente riguardo alla direzione dello smottamento superficiale; Evans produce un’apertura per rialzo verso l’esterno del piano, Ruggiero una doppia effrazione ottenuta sottentrando nella superficie con un caratteristico gioco di velature e sovrapposizioni, e delocando poi risolutamente i limiti spaziali, lo specchio stesso dell’azione, grazie all’utilizzo di reperti sui quali si dilunga il gesto pittorico tracimando dal quadro all’oggetto trovato.
Nel suo complesso la mostra argomenta che la superficie abbia la stessa tenuta inalienabile del tabù, nel senso che ogni sua manomissione o rideterminazione portino con sé gli stessi elementi di irrequietudine e di crollo statutario della realtà e pertanto necessitino di analoghi sforzi ridefinitori. L’assetto superficiale del segno, anche e ancor più nel suo rinvio all’oltre, al sottratto, sembra dunque ineliminabile, e la superficie, in un gioco costante di avvicinamento e scostamento, di affermazione e abolizione risulta il luogo dialettico di fondazione dell’opera.
Nelle opere di Evans emerge un mondo che pare remoto e tuttavia costitutivo tanto della materia quanto dell’umano, dove l’impronta biologica contiene la matrice alfabetica mantenendole nell’equilibrio di una consustanzialità che non è priva di un pathos soffermato e pulsante, ottenuto tramite un potente iperrealismo.
L’opera di Ruggiero, attraverso le carte, le istallazioni e i residui di oggetti pigmentati, trasborda sia il valore comunicativo e confusivo della scrittura di pubblica utilità, di pubblico abuso, sia il suo archetipo segnico, primordiale, tra funzione sociale e fondamento aurorale, in opere che hanno la stessa fulminea attitudine sintetica che consente all’artista di percorrere vaste traversate culturali e di ricapitolarle con una concisione che non è mai priva di bellezza, grazie all’uso di pigmenti intensi, profondi, pastosi memori di una sicura maestria pittorica tradizionale ma emigrata in una speculazione visiva certamente impervia.
Con questa mostra Palazzo Ducale riprende uno dei filoni espositivi che caratterizzano l’attività della galleria pavullese sul versante dell’indagine fra segno e scrittura nelle regioni più pensose e intellettualmente fruttuose della visualità.
Edward Evans, vive e lavora nel Minnesota (USA) dove è professore universitario; svolge un’intensa attività espositiva in tutto il mondo.
Enzo Ruggiero, vive e lavora tra Foggia e Bologna. Inizia la sua attività artistica negli anni “60” dedicandosi alla sperimentazione nel segno dell’avanguardia.
16
dicembre 2006
Surandsub–face
Dal 16 dicembre 2006 al 14 gennaio 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIE CIVICHE DI PALAZZO DUCALE
Pavullo Nel Frignano, Via Giardini, 3, (Modena)
Pavullo Nel Frignano, Via Giardini, 3, (Modena)
Orario di apertura
martedì e giovedì 15/18 – sabato e domenica 10/13 – 16/19
Aperture straordinarie: 26 dicembre – 1 gennaio 16/19
Vernissage
16 Dicembre 2006, ore 18
Autore
Curatore