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Uno sguardo da Capodimonte. Olivo Barbieri – TWIY
Tre grandi fotografi hanno lavorato al progetto site specific e, con modalità diverse di racconto e linguaggio, interpretano il rapporto della città con il Museo, il modo in cui viene percepito e vissuto, la consapevolezza di essere una delle strutture museali più importanti in Europa. La prima delle tre esposizioni è realizzata da Olivo Barbieri, alla quale seguiranno le mostre di Craigie Horsfield e Mimmo Iodice.
Comunicato stampa
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In occasione delle celebrazioni del cinquantenario dell’apertura al pubblico del Museo di Capodimonte, la Soprintendenza per il Polo Museale Napoletano è stata, per la prima volta, committente di tre grandi artisti internazionali.
Tre grandi fotografi hanno lavorato al progetto site specific e, con modalità diverse di racconto e linguaggio, interpretano il rapporto della città con il Museo, il modo in cui viene percepito e vissuto, la consapevolezza di essere una delle strutture museali più importanti in Europa.
Un punto di osservazione del mondo ma anche un punto che il mondo osserva: un luogo in movimento, il crocevia di scambio e di dialogo con il mondo artistico e collezionistico internazionale, come è testimoniato dalla mostra ‘Omaggio a Capodimonte.Da Caravaggio a Picasso’-che si concluderà il 20 gennaio, due giorni dopo l’apertura della prima delle tre esposizioni, realizzata da Olivo Barbieri, alla quale seguiranno, a marzo e a maggio, le mostre di Craigie Horsfield e Mimmo Iodice.
Il progetto di Olivo Barbieri ha un titolo molto particolare, TWIY (The World is Yours), che solo in mostra svela la ricchezza di un lavoro svolto su un doppio confine: quello dell’archivio fotografico del museo, della sua memoria che riconduce direttamente agli anni 50 e quello del contesto che sta intorno ad esso. Il dentro/fuori nelle 12 immagini di grande formato e nel video che Olivo Barbieri presenta in mostra è un lavoro con forte connotazione pittorica: da Capodimonte racconta l’emozione di entrare all’interno del Museo e nel profondo del paesaggio e del territorio.
Il progetto è a cura di Cristiana Colli.
La mostra è organizzata da Civita con il sostegno della Compagnia di San Paolo ed il contributo di Cobecam e della Banca Popolare di Torre del Greco.
Catalogo Electa Napoli
***
“Uno sguardo su Capodimonte. Uno sguardo da Capodimonte”
Olivo BARBIERI -TWIY
I 50 Anni dalla riapertura sono un’occasione speciale che il Museo di Capodimonte celebra anche facendosi committenza. Committenza di senso, committenza che arricchisce le collezioni permanenti. Nasce così l’idea di comprendere nella progettualità di quest’anno tre sguardi contemporanei, DA Capodimonte SU Capodimonte. Sguardi dal museo, sguardi sul museo. Tre fotografi internazionali diversi per età, poetica, linguaggio, uniti da un luogo che è in tutti i luoghi, fisicamente a Napoli ma percepito ovunque nel mondo. Olivo BARBIERI, Craigie HORSFIELD, Mimmo JODICE, sono stati invitati dal Museo di Capodimonte per un progetto Site Specific. Capodimonte è un luogo reale e virtuale che travalica la geografia, un punto sensibile capace di essere qui e Altrove: un tempio laico che ha sempre intrattenuto relazioni con il mondo facendo di questo suo cosmopolitismo intrinseco un’identità forte e riconosciuta. Il Museo trae senso della sua identità di luogo ma anche dal dialogo con il mondo artistico e collezionistico internazionale. Questa celebrazione così simbolica lo rilancia con nuova progettualità come macchina di produzione culturale, sociale e comunitaria: spazio di rappresentazione e valorizzazione delle sue collezioni, committenza che intreccia relazioni con istituzioni, musei, artisti, collezionisti. Forte di antiche identità verso nuove centralità.
Capodimonte è un punto di osservazione del mondo ma anche un punto che il mondo osserva: un luogo in movimento, il crocevia di un racconto infinito. Un’icona nel circuito dei grandi musei del mondo come il Louvre, l’Hermitage, il Prado, il British, il Metropolitan Museum. Ci siamo interrogati su questo luogo, sulla stratificazione di segni, sulle storie e le geografie che contiene. La fotografia da corpo e visione alla modernità fluida del paesaggio contemporaneo, contempla bellezze altre, sguardi e grammatiche differenti. La fotografia che sa essere interpretazione e segno coglie l’etica e l’estetica dei contenitori culturali, le relazioni tra le persone e le cose nella fruizione, gli stili di vita.
Questo invito a grandi fotografi contemporanei non si limita alla realizzazione di progetti site specific ma è occasione di nuovo collezionismo. Barbieri, Horsfield e Jodice sono chiamati a Capodimonte non solo per un progetto espositivo che offrirà una rappresentazione del museo e del contesto comunitario: del loro passaggio resterà traccia e arricchimento nelle collezioni permanenti. Le tre mostre verranno allestite nelle sale che il Museo in questi anni, con Giacomelli Sugimoto e La Chapelle, ha scelto di legare all’arte contemporanea e alla fotografia: uno spazio vocato e di forte identità contemporanea segnato anche dall’affresco di Sol Le Witt, testimonianza di quel dialogo tra memoria e modernità che a Capodimonte da sempre trova cittadinanza nei progetti espositivi e nell’allestimento del terzo piano.
Il primo dei tre fotografi presentati è Olivo Barbieri.
Il suo progetto ha un titolo criptico e molto significativo, TWIY, che solo in mostra svela la ricchezza di un lavoro svolto su un doppio confine. Quello dell’archivio fotografico del museo, della sua memoria che riconduce direttamente agli anni 50, a una storia antica di utilizzo della fotografia come base della conoscenza ; quello del contesto che sta intorno con la scelta originale e forte di entrare a Hollywood, come scrive Roberto Saviano, nella casa di Walter Schiavone a Casal di Principe. Un lavoro che va al cuore della coesistenza degli immaginari, entra nell’idea della rappresentazione, mescola e rende contemporanea la straordinaria storia del Museo. Il dentro/fuori nelle 12 immagini di grande formato e nel video che Olivo Barbieri presenta in mostra è un lavoro con forte connotazione pittorica dove il micro e il macro, la storia dell’arte, i generi dell’iconografia occidentale, il grande cinema si ricompongono in un equilibrio formale e poetico che contiene molte novità, come l’uso pressoché assoluto del bianco e nero. Lui che ha fotografato le metropoli del mondo all’alba e nel divenire delle loro trasformazioni come carne viva, corpi che evolvono, da là, da Capodimonte racconta l’emozione di entrare nella pancia del Museo e nella pancia del paesaggio e del territorio. In ultima analisi è uno stesso viaggio, quello nei reperti di senso e nelle visioni del mondo. Quali che siano. Perché TWIY, The World Is Yours.
Cristiana Colli
Tre grandi fotografi hanno lavorato al progetto site specific e, con modalità diverse di racconto e linguaggio, interpretano il rapporto della città con il Museo, il modo in cui viene percepito e vissuto, la consapevolezza di essere una delle strutture museali più importanti in Europa.
Un punto di osservazione del mondo ma anche un punto che il mondo osserva: un luogo in movimento, il crocevia di scambio e di dialogo con il mondo artistico e collezionistico internazionale, come è testimoniato dalla mostra ‘Omaggio a Capodimonte.Da Caravaggio a Picasso’-che si concluderà il 20 gennaio, due giorni dopo l’apertura della prima delle tre esposizioni, realizzata da Olivo Barbieri, alla quale seguiranno, a marzo e a maggio, le mostre di Craigie Horsfield e Mimmo Iodice.
Il progetto di Olivo Barbieri ha un titolo molto particolare, TWIY (The World is Yours), che solo in mostra svela la ricchezza di un lavoro svolto su un doppio confine: quello dell’archivio fotografico del museo, della sua memoria che riconduce direttamente agli anni 50 e quello del contesto che sta intorno ad esso. Il dentro/fuori nelle 12 immagini di grande formato e nel video che Olivo Barbieri presenta in mostra è un lavoro con forte connotazione pittorica: da Capodimonte racconta l’emozione di entrare all’interno del Museo e nel profondo del paesaggio e del territorio.
Il progetto è a cura di Cristiana Colli.
La mostra è organizzata da Civita con il sostegno della Compagnia di San Paolo ed il contributo di Cobecam e della Banca Popolare di Torre del Greco.
Catalogo Electa Napoli
***
“Uno sguardo su Capodimonte. Uno sguardo da Capodimonte”
Olivo BARBIERI -TWIY
I 50 Anni dalla riapertura sono un’occasione speciale che il Museo di Capodimonte celebra anche facendosi committenza. Committenza di senso, committenza che arricchisce le collezioni permanenti. Nasce così l’idea di comprendere nella progettualità di quest’anno tre sguardi contemporanei, DA Capodimonte SU Capodimonte. Sguardi dal museo, sguardi sul museo. Tre fotografi internazionali diversi per età, poetica, linguaggio, uniti da un luogo che è in tutti i luoghi, fisicamente a Napoli ma percepito ovunque nel mondo. Olivo BARBIERI, Craigie HORSFIELD, Mimmo JODICE, sono stati invitati dal Museo di Capodimonte per un progetto Site Specific. Capodimonte è un luogo reale e virtuale che travalica la geografia, un punto sensibile capace di essere qui e Altrove: un tempio laico che ha sempre intrattenuto relazioni con il mondo facendo di questo suo cosmopolitismo intrinseco un’identità forte e riconosciuta. Il Museo trae senso della sua identità di luogo ma anche dal dialogo con il mondo artistico e collezionistico internazionale. Questa celebrazione così simbolica lo rilancia con nuova progettualità come macchina di produzione culturale, sociale e comunitaria: spazio di rappresentazione e valorizzazione delle sue collezioni, committenza che intreccia relazioni con istituzioni, musei, artisti, collezionisti. Forte di antiche identità verso nuove centralità.
Capodimonte è un punto di osservazione del mondo ma anche un punto che il mondo osserva: un luogo in movimento, il crocevia di un racconto infinito. Un’icona nel circuito dei grandi musei del mondo come il Louvre, l’Hermitage, il Prado, il British, il Metropolitan Museum. Ci siamo interrogati su questo luogo, sulla stratificazione di segni, sulle storie e le geografie che contiene. La fotografia da corpo e visione alla modernità fluida del paesaggio contemporaneo, contempla bellezze altre, sguardi e grammatiche differenti. La fotografia che sa essere interpretazione e segno coglie l’etica e l’estetica dei contenitori culturali, le relazioni tra le persone e le cose nella fruizione, gli stili di vita.
Questo invito a grandi fotografi contemporanei non si limita alla realizzazione di progetti site specific ma è occasione di nuovo collezionismo. Barbieri, Horsfield e Jodice sono chiamati a Capodimonte non solo per un progetto espositivo che offrirà una rappresentazione del museo e del contesto comunitario: del loro passaggio resterà traccia e arricchimento nelle collezioni permanenti. Le tre mostre verranno allestite nelle sale che il Museo in questi anni, con Giacomelli Sugimoto e La Chapelle, ha scelto di legare all’arte contemporanea e alla fotografia: uno spazio vocato e di forte identità contemporanea segnato anche dall’affresco di Sol Le Witt, testimonianza di quel dialogo tra memoria e modernità che a Capodimonte da sempre trova cittadinanza nei progetti espositivi e nell’allestimento del terzo piano.
Il primo dei tre fotografi presentati è Olivo Barbieri.
Il suo progetto ha un titolo criptico e molto significativo, TWIY, che solo in mostra svela la ricchezza di un lavoro svolto su un doppio confine. Quello dell’archivio fotografico del museo, della sua memoria che riconduce direttamente agli anni 50, a una storia antica di utilizzo della fotografia come base della conoscenza ; quello del contesto che sta intorno con la scelta originale e forte di entrare a Hollywood, come scrive Roberto Saviano, nella casa di Walter Schiavone a Casal di Principe. Un lavoro che va al cuore della coesistenza degli immaginari, entra nell’idea della rappresentazione, mescola e rende contemporanea la straordinaria storia del Museo. Il dentro/fuori nelle 12 immagini di grande formato e nel video che Olivo Barbieri presenta in mostra è un lavoro con forte connotazione pittorica dove il micro e il macro, la storia dell’arte, i generi dell’iconografia occidentale, il grande cinema si ricompongono in un equilibrio formale e poetico che contiene molte novità, come l’uso pressoché assoluto del bianco e nero. Lui che ha fotografato le metropoli del mondo all’alba e nel divenire delle loro trasformazioni come carne viva, corpi che evolvono, da là, da Capodimonte racconta l’emozione di entrare nella pancia del Museo e nella pancia del paesaggio e del territorio. In ultima analisi è uno stesso viaggio, quello nei reperti di senso e nelle visioni del mondo. Quali che siano. Perché TWIY, The World Is Yours.
Cristiana Colli
18
gennaio 2008
Uno sguardo da Capodimonte. Olivo Barbieri – TWIY
Dal 18 gennaio al 17 febbraio 2008
fotografia
Location
MUSEO DI CAPODIMONTE
Napoli, Via Di Miano, 2, (Napoli)
Napoli, Via Di Miano, 2, (Napoli)
Orario di apertura
14.30-19.30 chiuso il mercoledì
Editore
ELECTA NAPOLI
Ufficio stampa
CIVITA GROUP
Autore
Curatore