Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Si è aperta ieri al museo Madre di Napoli una bella mostra dedicata a Lucio Amelio. Che in questa città, la sua, è stato grande gallerista (sapeva ben vendere!) ma soprattutto coautore (insieme a qualche altro coraggioso illuminato) di un’incredibile stagione di crescita, sperimentazione, intelligenza e finezza culturale che aveva nell’arte il suo centro mobile.
Negli anni ripercorsi dalla mostra, ’65-’82, come anche in quelli successivi, a Napoli non esisteva un museo di arte contemporanea. Ma quello che c’è oggi, il Madre, probabilmente non sarebbe mai esistito se non ci fosse stato Lucio Amelio, un privato che aveva il senso del bene comune, laddove questo “bene” coincideva con l’arte.
Il doveroso e felice omaggio che il museo gli rende, rovescia il rapporto tra lui e la città, scrivendo una nuova pagina di quella storia che s’intitola Napoli per Lucio Amelio.