18 gennaio 2002

Prada firma Mariko

 
“Pure Land”, viaggio immaginario che porta lo spettatore a ripercorrere le sacre radici del proprio io, rappresenta la prima personale giapponese di Mariko Mori. Un evento nato dalla collaborazione fra il Museum of Contemporary Art, Tokyo e la Fondazione Prada, Milano...

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Il fulcro dell’esposizione di Mariko Mori, nota ed eccentrica artista del sol levante, ospitata dal Mot, Museum of Contemporary Art di Tokyo fino al 24 marzo, è costituito da due monumentali e visionarie installazioni: Garden of Purification (1999) e Dream Temple (1999). Si tratta di due ambienti “sacri” realizzati con uno scopo ben preciso: il Garden è uno spazio fisicamente cieco, aperto però alla meditazione, che permette allo spettatore di porsi di fronte a se stesso ed annullare così la sottile barriera che separa il mondo interno da quello esteriore. Mariko Mori, Enlightment Capsule, 1996/1998, Courtesy Fondazione Prada, Foto A. MaranzanoIl Dream Temple, un colossale tempio orientale, nasce invece dalla fusione tra scienza e senso del mistero e si pone come opera d’arte globale, che consente di elevarsi e raggiungere una maggiore e più profonda coscienza di sé e dei propri limiti.
La mostra è anche un’occasione per ripercorrere le tappe fondamentali della ricerca dell’artista giapponese: si parte infatti dai primi lavori fotografici datati ‘94-‘95, come i racconti metropolitani di Tea Ceremony III ed Empty Dream, sino alle realizzazioni più recenti, tra cui le visioni fantastiche di Mirror of Water, Entropy of Love e Pure Land (1996-98).
Notevoli anche l’installazione video 3-D Nirvana (1997), la video proiezione Kumano (1998) e la scultura intitolata Enlightenment Capsul(1998).Mariko Mori, Garden of Purification, 1999, Courtesy Fondazione Prada, Foto A. Maranzano
Una ricerca espressiva a 360° quella di Mariko Mori, che parte da fotografie di grandi dimensioni, moderne allegorie che ritraggono l’artista in abiti da lei stessa disegnati, colta nel momento in cui “interpreta” vari ruoli femminili all’interno del contesto urbano contemporaneo (palese è la critica nei confronti della società). Una ricerca espressiva che si avvale di tecnologie mediatiche sempre più avanzate, utilizzate con sorprendente disinvoltura dall’artista, che passa dai video alle fibre ottiche, con le quali realizza immagini tridimensionali affiancate da icone tratte dalla cultura tradizionale giapponese. L’arte di Mariko Mori affonda infatti le sue radici proprio nella storia, negli usi, nei costumi della sua terra d’origine, che racconta con l’estrema libertà di chi conosce, e ama, i linguaggi della contemporaneità.
Mariko Mori ha partecipato alla Biennale di Venezia e alla Biennale di Lione, ha esposto al Centre Pompidou di Parigi, alla Serpentine Gallery di Londra, al Museum of Contemporary Art di Chicago, e alla Fondazione Prada di Milano.

link correlati
www.fondazioneprada.org

Cinzia Tedeschi


Mariko Mori – Pure Land
dal 19.I.2002 al 24.III.2002
Mot – Museum of Contemporary Art Tokyo
Temporary Exhibit Space 1F&B2F
Orari: tutti i giorni dalle 10 alle 18; venerdì fino alle 21.
Informazioni: Mot, tel. ++81-03-5245-4111, fax ++81-03-5245-1140
Ufficio stampa: Fondazione Prada, Milano, tel. 02/54670981, fax 02/54670258, e-mail: info@fondazioneprada.org
Mostra curata e organizzata dal Museum of Contemporary Art, Tokyo e Fondazione Prada, Milano
Curatori: Junichi Shihoda, Chief Curatore, Mot-Tokyo; Germano Celant, Direttore Fondazione Prada, Milano


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8 Commenti

  1. Sono venuto a conoscenza della mostra da un mio amico che lavora in giappone per qualche mese e che mi ha scritto una mail. Ha detto che la mostra e’ bellissima sembra di essere a disneyland. Per me invece Mariko Mori mi fa lo stesso effetto della magnese S. Pellegrino. Ciao a tutti.

  2. Fusione tra scienza e… senso del mistero?? Cosa intendi per “senso del mistero”?
    Mi sembra che la terminologia sia approssimativa; forse volevi riferirti alla Metafisica kantiana?

  3. L’unica cosa approssimativa mi sembra tutta questa Mori, tipico frutto delle elucubrazioni dei cosiddetti critici d’arte.
    Non a caso è sponsorizzata da Prada.

    Quanto alla metafisica kantiana applicata a alla Mori o, più in generale, a questa pseudo-arte-nipponica-technoccidentalchic, ci vuole molta, molta fantasia.
    Anzi no, è sufficiente non conoscere una sillaba della metafisica kantiana.
    Ciao, Biz.

    p.s. Buono il lavoro di Cinzia Tedeschi, che certamente è più interessante di questa schifezza giapponese.

  4. Luigi….
    … sei, “venuto” a conoscenza?
    Ehmm,.. Con una home page così mi sembra che tu sia venuto e basta.
    Comunque mi sembra meno volgare che tante cose che certi idioti scrivono pensando di proporre cultura; almeno la tua ha il pregio della conservazione della specie.
    Ciao, Biz.

  5. Come dibattito in questo caso non ne sarei troppo sicura… forse sarei piu’ per un elenco di opinioni favorevoli o non.
    Questo tipo di arte prodotta e originata da una artista orientale, quale la Mori, e’ indubbiamente hi-tech e commerciale. Per quanto riguarda Kant sarebbe necessario fare dei riferimenti precisi, altrimenti si rischia di fare dei discorsi solo tra iniziati. Se invece, leggendo varie critiche, come mi e’ accaduto di fare, in poche parole potrei dire che Mariko Mori si e’ creata una sua filosofia (di derivazione orientale) e che una delle sue ragioni fondamentali preposte alle sue installazioni e foto sono di trasformare la sua arte in un atto di significato atemporale e stanno a suggerire una sua visione del tempo a varie dimensioni. In alcune esibizioni era sua intenzione di coinvolgere l’ udienza per dare e condividere le sue esperienze atemporali. Personalmente sono stata all’esibizione (Galleria Serpentina) e l’esibizione era di gran lunga una delle piu’
    originali che abbia mai visto.

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