11 dicembre 2002

fino al 20.XII.2002 Debora Hirsch – Temp Id Milano, Antonio Colombo

 
Il tempo che lentamente devasta, corrompe, sgretola, infierisce sull’uomo, sulle cose, e soprattutto sulla bellezza femminile. Ecco il filo conduttore attorno al quale si concentrano i lavori di Debora. Brasiliana trapiantata a Milano...

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Il tempo passa spesso impercettibilmente e modifica l’esistente: questo è il tema sviluppato da Debora Hirsch nella sua personale milanese.
L’artista nasce nel 1967 a San Paolo in Brasile, di formazione scientifico-economica (è laureata in ingegneria gestionale e ha frequentato un master in business administration alla Bocconi di Milano), sceglie di dedicarsi all’arte, e di utilizzare l’arte quale strumento per indagare la realtà e comunicarne Debora Hirsch alcuni aspetti. E lo fa avvicinandosi ed aderendo al linguaggio iperrealista. Dal 2000 espone principalmente in Italia ed in Brasile.
Le opere presentate in questa occasione sfruttano le possibilità espressive offerte dall’uso della digitalizzazione delle immagini : oltre ad alcuni dipinti, infatti, sono presenti due video digitali realizzati dall’artista stessa.
All’interno della mostra il tema della transitorietà del tempo è affrontato quindi in due diversi gruppi di lavori.
Il primo, più tradizionale, è costituito da alcuni dipinti. In essi sono rappresentati ritratti di donne di diverse età. Si tratta di primi piani in cui i volti sono indagati e riprodotti con una ricerca del dettaglio quasi scientifica; sono proprio lo spessore o la localizzazione della singola ruga o il colorito più o meno luminoso dell’incarnato a denunciare la presenza di un orologio biologico preciso ed infallibile, ma soprattutto comune a tutti gli esseri viventi. E visto che gli unici soggetti rappresentati sono donne è inevitabile lasciarsi sfiorare, anche solo per un attimo, dal sospetto che il vero tema della mostra riguardi proprio la caducità della bellezza femminile.
Il secondo gruppo di opere è invece costituito da due video.
Il primo, intitolato Lachesis, riprende e sviluppa in maniera più sistematicaDebora Hirsch le problematiche affrontate nei dipinti, nel corso di pochi minuti, infatti, assistiamo alla trasformazione di un volto femminile dovuta al passare del tempo, come se fosse uno scorrere di infiniti fotogrammi. L’immagine sembra fissa e sempre uguale ma in pochi minuti ci si trova davanti ad una figura diversa, i capelli, inizialmente rossi, sono diventati bianchi e la consistenza della pelle perde tonicità: un volto apparentemente poco più che adolescente passa attraverso la giovinezza giungendo alla piena maturità.
Il secondo video, intitolato In Thin Net Toe, propone un personaggio digitale femminile intento a recitare L’infinito di Giacomo Leopardi in lingua inglese. La fonetica anglosassone fa sì che il poema venga storpiato proprio come il passaggio del tempo deforma i corpi. E proprio la lettura del testo leopardiano suggerisce una possibile chiave di lettura delle opere esposte. La riflessione su ciò che è finito e ciò che è infinito, la condizione di finitezza dell’essere umano, limite universale che ci rende precari e provvisori su questa terra e confusi di fronte all’idea stessa di “infinito” fa sì che proprio l’arte, da sempre, sia stata il metodo privilegiato per bloccare lo scorrere del tempo e rendere eterni corpi, attimi di vita e pensieri.
Paradossalmente qui avviene l’opposto ed è proprio questo a rendere la mostra particolarmente inquietante.

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Il sito di Colombo Arte Contemporanea

elena demartini
mostra visitata il 06/12/2002


Debora Hirsch-Temp Id
Antonio Colombo Arte Contemporanea, via Solferino, 44-20121 Milano (Zona Garibaldi-P.ta Nuova)
tel/fax 0039.02.29060171, e-mail: info@colomboarte.com  
Orario: Martedì-Sabato, 16-19.30

bio Debora Hirsch è nata a San Paolo (Brasile) nel 1967, vive e lavora a Milano. Tra le principali mostre ricordiamo: nel 2002 VideoRom 4.0, MACRO, ex Mattatoio Testaccio, Roma, “Torino incontra l’arte” (6° edizione); “VIDEO.IT” Arte giovane a San Pietro in Vincoli (4° edizione), Europa Video Art, Chiesa San Paolo, Modena; Acc. Galerie Weimar, Weimar; Galleria Canen, Castellò De La Plana, Torino,a cura di Elena Volpato, Mario Gorni e Francesco Poli; “OPEN2002-5th International exhibition of sculptures and installation”, Lido di Venezia, a cura di Pierre Restany, testo di Gianni Romano; “Festival of world’s people” a Seoul, a cura di Jin-sup, Yoon e Cho, Hye-young; “Nuove acquisizioni” Museo di Palazzo Forti a Verona, a cura di Giorgio Cortenova; “VideoRom” Galleria Zanutti di Milano, a cura di Cristiana Perrella; “Viasatellite” Mercati Traianei a Roma e “Geipeg” Galleria Dina Carola di Napoli, a cura di Alessandra Galletta; negli anni precedenti “Emporio 2” Viafarini e Care Of a Milano; “Guardaroba, liberi e vestiti” Ex Monastero di Santa Scolastica a Bari; “Le muse inquietanti” alla Fondazione Pino Pascali a Polignano a mare; “Premio Cairo Communication” alla Posteria di Milano; “Ultra corpi” Chiesa e Chiostro di S. Agostino di Pietrasanta; Galleria ES di Torino (personale a cura di Luca Beatrice); “Soap opera” En plein air arte contemporanea a Pinerolo; 40° Premio Suzzara della Galleria civica d’arte contemporanea di Suzzara; “La linea dolce della nuova figurazione” alla Galleria Annovi di Sassuolo (MO).


[exibart]

2 Commenti

  1. Questi lavori della Hirsch sono come le immagini pubblicitarie delle creme antirughe e antietà…o come i volti di tante donne consumatrici della chirurgia estetica…di inquientante c’è solo la ripetizione della stesso volto.

  2. Sono andata a vedere questa mostra due volte. Solo nella seconda volta, sono riuscita ad afferrare completamente il senso. La mostra è straordinaria e la raccomando per chi ha voglia di riflettere.

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