11 febbraio 2003

fino al 30.III.2003 Gianni Caravaggio – Tempo Drogato Milano, Francesca Kaufmann

 
Leggerezza, spazialita, effervescenza. In bilico tra effetto ottico e sperimentazione certosina, le sculture di Caravaggio riflettono questa volta attorno al concetto di tempo. Iperrealismo e astrattezze. Drogate…

di

“Bisogna avere in sè il caos per partorire una stella che danzi”
Alfred Nietzsche

La mostra si distribuisce in tre momenti. L’opera principale è costituita da un solido corpo di legno, formato dall’unione di numerosi listelli di faggio e betulla bianca che ridisegnano seguendo una spirale gli anni del tronco stesso. La spirale segue un impianto geometrico e compatto. Questa l’immagine che si propone all’ingresso della galleria, immagine totalmente stravolta sul lato opposto. L’intervento dell’artista tende a scomporre lungo le linee dei listelli la geometria, creando un turbamento ed esplodendo la forma compatta del solido. I tagli esplorano e tendono a raggiungere l’anima, punto di partenza della spirale, simbolo del tempo e della continuità.
Il punto su cui focalizza l’attenzione Gianni Caravaggio è la percezione soggettiva del tempo e lo scostamento variabile rispetto al fenomeno temporale scientifico.
“Tempo Drogato” è anche il titolo del video. In quest’opera la concezione del tempo segue un’immagine che si avvicina a quella proposta da Spinoza, per il quale il tempo era un “modus cogitandi durationi explicandae inserviens”, modo che nasce dal confronto della durata delle cose con quelle dei movimenti certi e determinati.
Nel video Caravaggio si focalizza sulla perpetrazione di un’immagine in continuo movimento seguendo il formarsi ed il disperdersi dei cerchi che le gocce piovane lasciano sull’asfalto bagnato. Un banale fenomeno naturale ripreso da un punto di vista estremamente ravvicinato, scompone l’immagine fino a farla Gianni Caravaggio diventare una forma astratta in divenire. E’ proprio questo ‘divenire’ su cui l’artista sembra concentrarsi, in questo caso è un attimo quasi impercettibile che nel momento della sua pienezza scompare fagocitato dalla nascita di un’altra forma. Metafora accomuabile alla temporalità del nostro tempo e delle nostre vite. Come scrisse Pindaro “L’uomo è sogno d’ombra”.
Quello che più affascina l’artista in queste immagini è che lo sguardo umano venga inagannato da un effetto ottico per cui pare che questi cerchi o spirali siano formati da tanti pixel e sembrano arrestarsi in alcuni punti, quasi a vincere sulla continuità. L’immagine ipnotizzante rilassa lo sguardo fino a perdere coscienza in un labirinto di cerchi.
Infine, l’artista propone un altro sistema scultoreo intitolato “Star Sistem”, un totem composto dall’incastro di più stelle marine una sull’altra. Più la struttura tende verso l’alto più diventa precaria e la distanza tra un elemento e l’altro diminuisce. L’idea del tendere all’elevazione, alle stelle del firmamento, utilizzando stelle del fondo marino fa parte di un ironico gioco di opposti.
Caravaggio riporta in questa struttura l’aneddoto di Achille e la tartaruga, per cui più si va avanti e meno spazio si percorre. Più la struttura anela all’elevazione e più l’equilibrio ne risente. Per l’artista questa scultura rappresenta il desiderio di immortalità e l’equilibrio labile che si mantiene tra l’esserci e il non esserci, tra la coerenza e l’incoerenza, tra gli opposti che a volte coincidono.

articoli correlati
De Gustibus alle Papesse
La leggerezza nell’arte contemporanea

laura garbarino


Gianni Caravaggio
Dal 23 gennaio 2003 a marzo 2003
Galleria Francesca Kaufmann
Via Dell’Orso 16, Milano
Orari: aperto da martedì a sabato dalle 15.30 alle 19.30.
Per informazioni: tel. 02/72094331, fax 02/72096873


[exibart]

1 commento

  1. quante belle cose hai detto…e chissà se invece che in una cabina del telefono avesse fatto la mostra in una galleria quante altre ne avresti potuto dire…

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui