04 giugno 2004

exibinterviste – la giovane arte Deborah Ligorio

 
Luoghi, soprattutto. Ovvero come uno spazio influenza i suoi abitanti e come loro lo modificano. Raccontato attraverso videoanimazioni, mappe, installazioni. Con uno stile asciutto, che mescola pop, science-fiction, videogames. Paesaggi contemporanei e habitat customized, secondo Deborah Ligorio…

di

Come sei diventata un’artista? Cosa è stato davvero determinante?
Ho studiato arte, questo ha sicuramente influito; La cosa determinante è stato il mio coinvolgimento. Lavorare come artista è in assoluto quello che mi interessa e piace fare.

Solitamente spetta ai critici sintetizzare e descrivere la ricerca di un artista. Se dovessi invece sinteticamente, in tre righe, definire la tua arte come faresti?
Descrivo la realtà rivolgendo attenzione ad aspetti che comunemente sono meno evidenziati. Nel raccontare fatti che mescolano il personale con il generale utilizzo come punto di partenza i luoghi, soffermandomi su come spazio/territorio/ambiente influenzano chi li abita e come questi sono modificati da chi li vive.

Un tuo pregio e un tuo difetto nell’ambito dell’arte, quindi in campo lavorativo.
Sono interessata alla sperimentazione. A volte è un pregio e altre volte è un difetto.

E nella vita?
Per me non esiste una netta distinzione tra vita e arte.

Una persona davvero importante attualmente per il tuo lavoro?
Difficile ridurre il tutto ad una sola persona, le persone importanti sono tante.
Il mio lavoro è influenzato dalle persone con le quali instauro delle relazioni, da quelle che mi stanno vicino, dagli amici e dalla famiglia.

Sei soddisfatta di come viene interpretato un tuo lavoro? Chi l’ha interpretato meglio e chi invece ha preso una cantonata? Che rapporto hai con i critici e con la stampa?
Penso che nessuno abbia preso delle grosse cantonate anche se ci sarebbero parecchi aspetti del mio lavoro che potrebbero essere ulteriormente approfonditi. In genere ho un buon rapporto con la stampa e trovo stimolante lo scambio d’idee con i critici.

Che rapporto hai col luogo in cui lavori. Parlaci del tuo studio…
Pur cambiando spesso città e edificio il mio studio si ricompone sempre allo stesso modo: un ammasso di appunti e un computer. Spendo parecchio tempo nel mio studio dove realizzo le idee che spesso nascono fuori.

deborah ligorio detail of MAP_0033, 2002, c-print, 20 x 20 cm
Quale è la mostra più bella che hai fatto e perché?

Mi vengono in mente due mostre. La prima è una collettiva fatta nel 2001, “Strategies Against Architecture II”, Fondazione Teseco, Pisa, curata da Luca Cerizza. Una mostra che ospitava prevalentemente lavori site specific di grossa portata, di artisti italiani e internazionali che ritengo molto validi. Quando ripenso a quella mostra, la ricordo come una bell’esperienza e come una mostra riuscita.
La seconda mostra si è da poco conclusa: “Was ist in meiner Wohnung wenn ich nicht da bin?”, Greifswalderstrasse 212, Berlino, curata da Caroline Eggel e Christiane Rekade; Anche questa mostra è molto importante perché stimo il lavoro delle curatrici e degli artisti, oltre ad essere la prima di una serie di mostre in programma a Berlino.

Quanto influisce la città in cui vivi con la tua produzione? E’ indifferente? Preferisci girare di città in città o lavorare sempre nel solito posto?
Ho spesso cambiato città sia in Italia che all’Estero. Il cambiamento e le città hanno sempre influito parecchio, sia come fonte d’ispirazione che per rinfrescare il lavoro e il modo di vedere le cose.

deborah ligorio REMAKE from E-SCAPE, 2003, variable size
Ormai consacrati Cattelan e Beecroft, tra i giovani artisti italiani chi secondo te ha delle chance per emergere sulla scena internazionale? Chi invece è sopravvalutato?

Penso che la struttura della scena internazionale sia cambiata negli ultimi anni, dando spazio a molte più persone senza consacrare nessuno. Immagino quindi che ci siano tante chance, meno clamorose, per parecchi artisti.

La politica culturale italiana e il sistema privato dell’arte. Per un giovane artista cosa significa rimanere in Italia, produrre, investire, costruire qui?
Il fatto che altri paesi sostengono la ricerca dei giovani artisti più dell’Italia, ha incoraggiato le mie permanenze all’estero.

bio
Deborah Ligorio è nata a Brindisi nel 1972, vive tra Milano e Berlino.
selected exhibition2004 “3 Fireplaces and 2 Bathtubs”, MAK Center for Art and Architecture at the Schindler House, Los Angeles, curated by the Artists and Architects in Residence 2003 “Ratio”, Galleria d’arte Contemporanea di Monfalcone, (GO), curated by Andrea Bruciati “Re-Location”, Superstudio, Milan, curated by Caroline Corbetta. 2002 “Fiction & Form, Film and Video Program”, Filmmuseum, Amsterdam, by DeAppel Curatorial Training Program 2002 “ExIt” Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, curated by Francesco Bonami. 2001 “Strategies Against Architecture II” Teseco Foundation, Pisa, curated by Luca Cerizza. “Expanded” Auditorium San Carlo, Milan, curated by Generazione Media. “Play” Openspace, Milan, curated by Gigiotto del Vecchio.
selected conferences and Presentations 2003 – Artists’ talk, Sparwasser HQ, Berlin, D, curated by Lise Nellemann.
– Work Art TV, Rttr,Trento, It, curated by Fabio Cavallucci. 2000 – Lecture, Brera2 Academy of Art, Milan, It, curated by Sonia Campagnola. – Lecture, Umanitaria Art School, Milan, It, curated by Aimara Garlaschelli. 1999 – Presentation of NSK project, with Lorenzo Bini and Massimiliano Gioni, Link Project, Bologna, It, curated by Luca Vitone

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www.deborahligorio.com

a cura di massimiliano tonelli


[exibart]

1 commento

  1. very flat, come le tariffe del telefono dove parli quanto vuoi e paghi sempre lo stesso.

    E poi, perchè un paio di domande sembrano rivolte ad un uomo se la Ligorio è donna?

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