23 settembre 2003

architettura_interviste Fuksas, la nuvola e altre storie

 
Il Macro è una boutique cafona. Il Maxxi per fortuna che non è in centro. La sistemazione dell'Ara Pacis è stupida e velleitaria. Le Scuderie del Quirinale roba da criminali. L'auditorium troppo isolato. L'architetto Massimiliano Fuksas parla dei suoi progetti e di quelli degli altri architetti che stanno cambiando il volto di Roma. In un'intervista da non perdere...

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Il Palazzo dei Congressi dell’Eur (Centro Congressi Italia) è stato subito soprannominato “Nuvola”…
É stata adottata come “nuvola” da altri, io non l’ho mai chiamata così. É stata davvero la gente, ed oggi a Roma si conosce la “nuvola”. I tempi di realizzazione saranno anche relativamente brevi, infatti per il 2006 dovrebbe essere finito.

I due progetti concomitanti del Palazzo dei Congressi e dell’Agenzia Spaziale Italiana, l’uno all’Eur l’altro a fianco del MAXXI di Zaha Hadid sembrano simili…Agenzia Spaziale Italiana - Massimiliano Fuksas
Sono l’uno l’evoluzione dell’altro. L’ASI è un nastro, elemento ricorrente anche in altri progetti, tra i più recenti quello concepito con Doriana per Armani a Hong Kong. Ho lavorato molto su questa forma che si piega e si modifica, che ha la stessa giacitura, che disegna e organizza gli spazi interni.

Il rapporto con Roma si sta aprendo anche ad altri interventi, a partire da quello di Zaha Hadid. Un’opinione?
 Basta che non si costruisca all’interno del centro storico della città consolidata io sono felicissimo, perché il vero problema Palazzo dei Congressi Italia - Massimiliano Fuksas di Roma è quello di costruire nelle aree che funzionano meno. É lì che c’è bisogno di maggiori energie, di maggiore tensione.

E degli interventi di Meier?
La chiesa a Tor Tre Teste mi va benissimo, non mi va bene per niente questa protesi stupida che vogliono fare a Ripetta, all’Ara Pacis. Lì trovo che sia velleitario, senza senso. Si viene a creare uno schermo contro le chiese che hanno già un loro problema: sono gemelle, costruite in periodi così lontani tra loro, una dal Valadier l’altra da Longhi, una manierista l’altra di spirito romantico-neoclassico. Oltre a questa forma di coabitazione faticosa manca anche il pezzo che le teneva insieme, ovvero il degradare dei gradoni verso il porto: tutto questo era già saltato all’epoca con l’assetto della piazza di Morpurgo.meier, Ara Pacis Quando le cose si stanno stabilizzando noi tendiamo a romperle. Una realtà ormai metabolizzata è oggi completamente sfasciata e si ricomincia daccapo.

E poi c’è Odile Decq che sta costruendo il MACRO nell’area dell’ex birreria  Peroni…
É un progetto che rappresenta il primo passo necessario in quella struttura. Il secondo sarà quello di restaurare il disastro che hanno fatto alla Peroni, dove sono riusciti a rendere uno spazio industriale bello una specie di boutique odile decq, progetto per il secondo lotto degli spazi espositivi ex fabbrica birra peroni, roma cafona.

Gae Aulenti ha invece lavorato alle Scuderie del Quirinale. Cosa ne pensi?
É un atto criminale, che fa anche rima. Non puoi prendere un edificio che ha già una sua logica, una precisa tessitura delle murature, una continuità e snaturarle mettendo delle protesi davanti perché questo piace ad una che vuole farsi vedere. L’architetto si vuole far vedere e quando? Quando ci sono già cose straordinarie e devi solo scomparire, dimenticarti e farti dimenticare.

Per finire questa passeggiata nella nuova Roma griffata dai grandi architetti internazionali non possiamo trascurare la tormentatissima storia dell’Auditorium di Renzo Piano…Renzo Piano - Auditorium di Roma
Per l’auditorium, credo che anche Piano sia completamente d’accordo, il luogo è il primo problema. Doveva nascere al Borghetto Flaminio, vicinissimo al cuore della città, con un buon collegamento con la metropolitana, integrato completamente ed era stato pensato come una grande sala che doveva in qualche modo sostituire e completare lo spazio dell’auditorium di Santa Cecilia in via della Conciliazione. Poi è diventato sempre più grosso e alla fine è nata l’idea bizzarra di collocarlo in un non-luogo, vicino allo stadio, nell’ex villaggio olimpico. Il vero problema è il non-luogo che, per quanto si voglia, lo rende lontano ed estraneo dal rapporto con la città.

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cristina di stefano

[exibart]

3 Commenti

  1. I GRANDI ARCHITETTI DEL PASSATO E DEL PRESENTE,SAREBBERO CERTAMENTE PIU’ PRUDENTI ED EDUCATI.
    MA CHI CREDE DI ESSERE ” IL SIGNOR FUKSAS ” ?
    MEDITI SULLE SUE OPERE, E RISPETTI IL LAVORO DEGLI ALTRI : ABBIAMO BISOGNO DI CONCRETEZZA NON DI FALSI PROFETI !!!
    ARCHITETTO PAOLO RIGONI.

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