13 novembre 2002

fino al 4.XII.2002 Nessuno ci può rubare la gioia della prima intuizione Torino, Galleria 41 artecontemporanea

 
L’esposizione è costituita da disegni e collages eseguiti da Beppe Sesia dal 1998 ad oggi e rimandanti alle più importanti fasi della sua ricerca artistica. Dall’approccio informale degli esordi agli assemblaggi materici ricoperti di pigmento degli anni novanta…

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Un’interessante ipotesi di lettura in merito al nuovo allestimento realizzato da 41 artecontemporanea, dedicato alla produzione di Beppe Sesia (Torino, 1916), ci viene fornita da un noto aforisma di Goethe, preso in prestito per dare il titolo all’intera mostra: “Nessuno ci può rubare la gioia della prima intuizione”. La prima intuizione può corrispondere, nel caso di queste opere, al guizzo creativo, all’ispirazione, al concepimento di una suggestione che presto prenderà forma, ma anche allo slancio comunicativo ed esplorativo proprio dell’infanzia, tra sagome, sostanze e colori tutti da scoprire. L’esposizione torinese è Beppe Sesia costituita da disegni e collages eseguiti da Beppe Sesia dal 1998 ad oggi, che sono da collegare alle più incisive fasi della sua ricerca artistica: dall’approccio informale degli esordi, agli assemblaggi materici ricoperti di pigmento dell’ultimo decennio, passando per la produzione geometrico-modulare che ha contraddistinto i lavori degli anni settanta e ottanta.
La tecnica utilizzata dall’artista, piuttosto elaborata ed estrosa, prevede l’accostamento di svariati ritagli di carta stagnola, intrichi di strisce adesive e apporti grafici a biro . Tra le peculiarità delle opere selezionate, a tratti destabilizzanti, sono da sottolineare il marcato impiego dei più diversi elementi cromatici, l’evidente aspetto ludico dell’intera procedura e una certa volontà di recuperare il passato – soprattutto attraverso il riesame delle varie scelte compositive compiute o nella costante indagine dei più alti aspetti della storia dell’arte. I lavori in mostra sono suddivisi in quattro differenti gruppi: un insieme di elaborazioni totalmente astratte; un piccolo nucleo di opere raffiguranti teschi umani e due serie volte alla rivisitazione dei capolavori del passato Dama con l’ermellino e Ritratto di Ginevra Benci . I lavori dedicati alle figure leonardesche, per esempio, sono stati realizzati utilizzando le fotocopie delle rispettive riproduzioni quali basi da decorare con i metodi più disparati: colorandole con semplici pennarelli, ma anche attraverso l’applicazione di strisce plastificate su fondi metallizzati. Tale particolare scelta espressiva favorisce un’interessante interazione tra il mezzo meccanico, che consente la duplicazione di immagini attraverso una fotocopiatrice, e la manualità in senso Beppe Sesiastretto, corrispondente all’accostamento dei vari ritagli ma anche alla colorazione del disegno. Le guarnizioni e gli interventi materici di Sesia, nonostante ricoprano totalmente la matrice prescelta, non hanno la funzione di celare o confondere bensì quella di interpretare, valorizzare e descrivere un dato modello secondo un punto di vista del tutto personale. Tra le proposte di maggior impatto, sono da segnalare le sfrontate combinazioni di teschi che riconducono, con estrema rapidità, alla chiassosa e stridente ineluttabilità della morte.

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sonia gallesio
mostra visitata il 12 ottobre 2002


Beppe Sesia – Nessuno ci può rubare la gioia della prima intuizione
Torino, Galleria 41 artecontemporanea, Via Mazzini 41
Tel +039 011 8129544
Dal 5 ottobre al 4 dicembre 2002.
Orario: dalle 16.30 alle 19.30, dal martedì al sabato.
Ingresso libero.


[exibart]

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