28 gennaio 2003

fino all’8.III.2003 Muntean/Rosenblum Torino, Galleria Franco Noero

 
Giovani teenagers. Corpi in abiti fashionable. Didascalie dipinte come aforismi. Anonime icone che allo sguardo altrui evocano i pensieri di una spiritualità. Sempre metropolitana, contemporanea, new global…

di

Visibile dall’esterno sul marciapiede di via Mazzini, una video proiezione sulla porta d’ingresso della galleria accoglie il visitatore: è mattina in un vuoto parcheggio di un centro commerciale e le luci sono ancora accese. Automobili sfrecciano lontane lungo un’autostrada. Un lento piano sequenza riprende l’irreale verosimile di isolati gruppi confusi di giovani persone immobili: pose plastiche fra auto in sosta e carrelli della spesa. Un testo musicale da partitura operistica esaspera l’acuta percezione di una sorta di familiare estraneità. Le altre opere sono pitture, pitture con didascalia: nella seconda stanza un grande dipinto e due piccoli disegni su carta, mentre interamente affrescata è la parete della piccola dependance spazio al numero 50 di via Mazzini. Austriaci, Markus Muntean e Adi Rosenblum iniziano a collaborare nel 1992 e tre anni dopo aprono lo spazio sperimentale viennese Bricks and Kicks,Muntean/Rosenblum nel quale, dividendosi tra Vienna e Londra, lavorano principalmente attraverso la pittura e la scultura. Muntean/Rosenblum o Muntean & Rosenblum? Come scrive Adam Szymczyk ‘&’ è «più accorpante», ‘/’ «più neutro», più vicino a fare dei nomi dei due artisti un marchio di fabbrica, a dare loro quella riconoscibilità immediata che hanno le grandi griffe. Ed è proprio su questa pericolosa ambivalenza del linguaggio e delle immagini seriali della pubblicità che si gioca la loro ricerca artistica, erosione dall’interno del linguaggio espressivo dei poster, dei fumetti o delle riviste di moda e lifestyle. Giovani ragazzi, stereotipi di un glamour disilluso, vengono trasfigurati in scene che suggeriscono l’iconografia cristiana. Lo spazio umano e metropolitano che compongono, Muntean/Rosenblum assimilabile ai toni della voluta casualità tipica del set fotografico, diviene spazio evocativo ri-composto e celebrato in calce da didascalie, frasi di matrice esistenzialista sui temi universali dell’amore (“Being in and out of love too many times itself makes you harder to love”), della morte (“I don’t like to think of this or that thing ending or even changing. Death is not my friend, nor will he ever be”), della felicità (“What is happiness but a refined form of a pain?”) o di un attimo carpito alla dimenticanza (“Strange, the moments like that when everythings seems to break free and just drift and anything might happen”). Le irregolari lettere dipinte a mano o, ugualmente anonime, ritagliate dai giornali imprimono in parole pensieri, aforismi, interrogativi in calce a volti che guardano, scrutano o che voyeuristicamente si fanno guardare, scrutare. Dotati della forza e immediatezza del naïf e par contiguité non lontani da certi ‘muti’ ritratti fotografici di Beat Streuli , i giovani personaggi new global di Muntean/Rosenblum abitano un limbo emozionale: troppo saggi per essere perduti, troppo precari nell’attimo che li immortala per non sentirsi sperduti.

andrea piovano
mostra visitata il 19 gennaio 2003


Muntean/Rosenblum, Torino, Galleria Franco Noero, Via Mazzini 39/A – 50E
tel./fax +39.011.882208. Dal 14 gennaio all’8 marzo 2003; www.franconoero.com; Orario di visita: da martedì a sabato dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.00


[exibart]



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