10 aprile 2003

fino al 20.V.2003 Stefano Arienti – Massimo Kaufmann Torino, Galleria In Arco

 
Due amici, due artisti, si incontrano e dialogano. Ne nasce una mostra che stira lo spettatore tra molteplici opposte polarità. La pittura e la scultura, il colore e l’acromia, l’astrazione e la figurazione, il sacro e il profano. Eppure qualcosa converge. Un nuovo puntinismo?

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Ripiegàti su se stessi, con i corpi assediati dal peso del tempo, Agnes, Karol e Francesco sembrano immortalati nella ripetizione della propria immagine più nota su bianche lastre di marmo di Carrara. Ufficialmente sono Madre Teresa, il Papa e Padre Pio. Interessato ai professionisti della fede Stefano Arienti si mette in cerca di coloro che lasciano una “traccia esemplare” in un mondo che sostiene le religioni istituzionalizzate come ultimi baluardi di certezze in via di dissoluzione. Lo fa in quelle che sono “tentazioni di monumento”, come i suoi precedenti lavori sulle iconeStefano Arienti Karol 2003 marmo bianco di Carrara 120x80x2c pop. Arienti ritrae santi e pii incidendoli nelle loro pose più conosciute ed anche più significative. Lavora per sottrazione di materia bucando le lastre e costruendo con i buchi le sagome dei personaggi. Poi poggia le lastre tra il pavimento e la parete, come tele nello studio del pittore in attesa di essere appese, consacrate sui muri dell’arte. Sono lapidi defilate e rispettose, patenti di santità che giocano tra la scultura e il disegno nella lavorazione al tornio. Attraverso la purezza e la memoria della materia marmorea, attraverso la sua immortale durezza ed il suo biancore venato di ricordi ancestrali, queste opere serbano le figure gracili, troppo umane, faustiane colonne morali che Arienti tenta di rimettere al posto che loro spetta, come se fosse uno scultore papale che usa lo spessore della materia dura e lucente per inneggiare, celebrare e incitare.
Davanti all’altezza morale ritratta da Arienti, ecco le opere di Massimo Kaufmann, che invitano a perdersi nei reticoli di colori costruiti su tele di grandi dimensioni. Sono le rizomatiche traduzioni di città oppure di pose del Kamasutra, ormai assorbite nelle armonie dei colori e delle luci. Un lavoro di eccezionale sensualità e luminosità, costruito con tutti i colori della tavolozza Massimo Kaufmann Senza Titolo 2003 olio su tela 90x140 abbinati alle forme semplici del cerchio e del quadrato. Eseguite a mano libera, disegnate e poi dipinte, queste particelle di colore esplodono come decorazioni impazzite, anarchiche, che si addensano e riverberano sullo spazio della tela per creare costellazioni, grumi focosi di gialli e rossi, come in Concerto, oppure fredde distese di blu e verdi come in L’après-midi d’un Faune: opera che dichiara il suo impianto musicale usando il titolo di una nota composizione di Igor Stravinskij. Le ultime tele di Kaufmann risuonano di armonia e caos: sono partiture caotiche di colori prima della nascita della forma. Sono come le incandescenti nebulose astrali da cui sorgono le stelle.
Curata da Luca Beatrice, la mostra presenta gli ultimi lavori di due artisti che inquadrano una ricerca rigorosa dentro equilibri formali e tematici impeccabili, segno di una grande maturità artistica che, in questa occasione, parla per punti più che per linee.

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www.galleriamazzoli.com/statait/kaufmann.htm 
www.milano.artecontemporanea.org/museodelpresente/arienti.htm 

nicola angerame
mostra visitata il 4 aprile 2003


Stefano Arienti, Massimo Kaufmann
dal 27 marzo al 20 maggio 2003
Galleria In Arco, Piazza Vittorio Veneto 1 – 3, 10124 Torino
Tel. 0118122927 Fax 011 8140119
sito web: www.in-arco.com  
e-mail: info@in-arco.com
dal lunedì al sabato 15,30-19,30


[exibart]





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