16 maggio 2001

Fino al 26.VI.2001 Catherine Lee Milano, Galleria Karsten Greve

 
In mostra le sculture minimaliste ed astratte dell’artista texana: aggregazioni di differenti elementi geometrici che si compongono l’un con l’altro per dar vita ad una ricca varietà di forme dal sapore arcaico e primordiale...

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La galleria milanese Karsten Greve ospita le installazioni scultoree dell’artista texana Catherine Lee.
Si tratta di forme geometriche che si compongono come pezzi di un puzzle per creare sagome nelle quali si sentono le radici costruttiviste, astratte, ma soprattutto minimaliste che caratterizzano il suo percorso artistico.
Quindici elementi, identici nella forma, si dispongono su tre file ad intervalli regolari, occupando un’intera parete della galleria; mentre la scelta dei tre colori, rispettivamente nero, grigio e verde acqua scandiscono il ritmo dell’installazione ordinati per file. Bronze Plummetts,questo è il titolo della scultura, rivela e conferma la costante inclinazione minimalista dell’artista che si manifesta, appunto, nella ripetizione in multipli della forma, nell’andamento seriale e nella sequenzialità accentuata dal colore e dagli intervalli che determinano il ritmo regolare dell’installazione.
Seguono una serie di piccoli lavori, ognuno a se stante, ma che sono stati composti su di un’unica parete ottenendo un riuscito effetto armonico.
Ogni piccola scultura, realizzata in ceramica con tecnica Raku, è un’aggregazione di diversi elementi che, come pezzi complementari, si uniscono l’uno all’altro creando oggetti dalla forma astratta. Ed è proprio nell’atto del comporre e aggregare le differenti parti delle sue sculture che risulta evidente come, la scultrice texana, non dimentica di tornare a riflettere su quelle problematiche che da sempre accompagnano le ricerche scultoree, ovvero il rapporto tra parte e il tutto e tra positivo e negativo.
Con le sue sculture la Lee dà vita ad un variegato mondo di forme, sagome dal sapore astratto, come si è detto, ma che allo stesso tempo non mancano di alludere ad un immaginario di figure arcaiche e primitive.
L’artista, prima di scultrice, è stata pittrice e lo rivela la particolare sensibilità con cui interviene sulle superfici in bronzo delle sue piccole creazioni e nel sapiente uso e accostamento dei colori, la cui gamma tonale è rigorosamente limitata ai bianchi, ai neri, ai toni terrosi e ai verdi ossidati.
Il risultato, come possiamo vedere in mostra, sono opere nelle quali labile è il confine tra pittura e scultura, e dove la forte impostazione minimalista non dimentica di lasciar spazio sia ad un tipo di figurazione primitiva che ad una sensibilità del tutto pittorica, la quale dona alle sculture una sottile sensualità.
Conclude la mostra una galleria di bozzetti realizzati ad acquarello nei quali il segno e il colore definiscono in modo nitido e pulito quelle forme geometriche che si ritrovano poi nelle sculture dell’artista.

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Elena Arosio




Fino al 26 maggio 2001. Katherine Lee. Milano, galleria Karsten Greve, via Santo Spirito 13, Tel. 02-783840/783856, Fax. 02-783866. Orario d’apertura: da martedì a sabato 11.00/13.30 e 14.00/19.30. Ingresso libero



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4 Commenti

  1. Per me la scultura non dovrebbe essere inserita nel novero delle opere d’arte.Solo la pittura riesce a trasmettere qualcosa di veramente unico.

  2. Io credo di comprendere la posizione di Gennaro, anche se un pò provocatoria, e la condivido.
    Aggiungerei però una precisazione e indirizzerei la forte critica alla scultura contemporanea. Mentre la pittura riesce a trasmettermi forte emozioni e a coinvolgermi , la scultura contemporanea la trovo molto fredda e poco coinvolgente, soprattutto quando si tratta di installazioni o cose simili, che ultimamente si vedono molto in giro.

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