27 luglio 2001

Fino al 23.IX.2001 Omaggio a Picasso. Da Mirò a Lichtenstein Milano, Fondazione Mazzotta

 
In mostra 69 opere di artisti contemporanei che rendono omaggio a Picasso. Corredano la rassegna più di cento opere grafiche del grande genio spagnolo...

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Le opere in mostra fanno parte della serie Hommage à Picasso, collezione voluta dal critico d’arte tedesco Wieland Schmied, dopo la morte del Maestro avvenuta nel 1973. Si tratta di una raccolta di lavori dedicati alla figura del genio spagnolo e realizzati da grandi artisti contemporanei del secolo scorso.
In alcuni il legame con Picasso è immediato, come accade per Pol Bury con il suo Etudes puor les demoiselles d’Avignon. In altri invece viene rappresentato il maestro nelle sue fattezze. Jorge Castillo descrive, per esempio, un Picasso demiurgo, dal cui pennello nascono creature “cubiste”. Il suo lavoro fa emergere ancora di più le diverse caratteristiche degli artisti esposti, affiancato come è a Corneille, vistoso nei colori e nella rappresentazione della donna e “dell’albero estatico”.
Sono poi presenti Manzù con un’incisione a colori e acquatinta, nelle quali racchiude, con un tratto semplice e delicato, i volti che si abbracciano del maestro e della figlia, e Paolozzi, con una sorta di spaccato architettonico che a ben guardare sembra un viso sornione.
Shusaku Arakawa approfitta invece dell’occasione per scrivere una lettera a Picasso, una scritta multicolore che si sfuma e dilegua, mentre Rauschenberg ci offre una serigrafia che è un collage di quotidiani (riecheggiamento delle composizioni che l’artista spagnolo realizzò subito dopo il 1910).
Mirò, ancora, si diverte a giocare con le lettere che compongono il nome del Maestro e che volteggiano nell’incisione, caricandosi di colori e curvature inaspettate.Roy Lichtenstein - Still life with Picasso litografia a colori, 1973, Fondazione Antonio Mazzotta
Nell’opera di Hamilton, vediamo ancora l’immagine dell’artista al lavoro, con in primo piano un toro, figura legata all’immaginario poetico/artistico picassiano. E’ forse Alan Davie quello che più esplicitamente ringrazia il maestro per averlo ispirato. La sua litografia si intitola, e fa del titolo una parte dell’opera, “al mio carissimo maestro Pablo Picasso”.
Non è presente con una installazione, ma con un collage di un progetto per l’impacchettamento della Sylviette di Picasso al Washington Square Village il celebre Cristo.
Lo spettatore vede se stesso specchiandosi nella lastra di acciaio inox di Pistoletto, con un piccione che ci guarda di sbieco. Più immediata la litografia di Warhol, un’immagine della figlia di Picasso, Paloma, offuscata da rettangoli che cadono dinamici dall’alto. Omaggio alla vita privata del Maestro, dunque. E questo è uno spunto di lettura della raccolta di lavori. Infatti, mentre alcuni artisti si lasciano ispirare da grandi capolavori del pittore spagnolo, altri ne mettono in risalto la figura privata, ritraendolo in compagnia dei suoi affetti, o alle prese con i suoi strumenti di lavoro. Ne è un esempio il Picasso “pop-art” di Lichtenstein, dove una natura morta, formata da frutta e da una brocca ricolma di pennelli, si trova sotto lo sguardo di un Picasso che appare materialmente nella litografia.
Altri artisti hanno disseminato le loro fatiche con messaggi da recapitare idealmente a Picasso, spesso scritti addirittura in “baloons” da fumetto. E’ il caso di Niki De Saint Phalle, che scrive “vive Picasso” e “je t’aime”, oppure di Fahlstroem, il quale fa della sua opera un manifesto di protesta contro la guerra e le stoltezze degli uomini, riempiendo la stessa di scritte fitte fitte accompagnate da piccole immagini eloquenti. Oppure ancora il “vive Picasso” di Tinguely, collage non materico di suoni, parole, oggetti, immagini, sovrapposti con tecniche di riproduzione disparate a formare un’immagine/messaggio dinamica e in movimento.
Nell’ultima sala, l’esposizione prosegue con Baj, Wewerka, Rosenquist che presenta matite giganti, o Ting, le cui gocce di colore su fondo nero si accalcano sul bordo superiore del quadro, sfidandone la gravità. Si divertono con la rappresentazione tridimensionale dello spazio e l’illusorietà della stessa Vaserely e D’Arcangelo, e Robert Indiana fa di Picasso e delle tappe significative della sua vita un logo tipico di ambienti pubblicitari o del design. L’incisione di Guttuso è invece ispirata a “Massacro in Corea”.
Accanto a questa variegata carrellata di lavori, trovano posto anche più di cento opere grafiche realizzate dal Maestro. Nella prima sala sono esposte 15 incisioni all’acquaforte e puntasecca della serie de i saltimbanchi, ascrivibili al periodo blu dell’artista. Si passa dal ritratto crudo della povertà, immagini dove neppure sui volti dei bimbi possiamo cogliere un granello di speranza, a situazioni dal chiaro gusto erotico, come La danza barbara, dove figure grottesche e sgraziate ballano nude dinanzi a Salomè ed Erode, mollemente distesi. Ci imbattiamo poi nella serie de Le cocu magnifique, raccolta di 12 immagini realizzate per illustrare il testo di Fernand Crommelynck Anche in questo caso, è l’erotismo la linea che unisce le illustrazioni di questo gruppo.Joan Mirò - Pablo- 1971 incisione a colori - Fondazione Antonio Mazzotta
E ancora, sono in mostra i costumi disegnati per Il tricorno, un balletto popolare basato sul racconto di Pedro Antonio de Alarcòn che narra le avventure di un mugnaio e di sua moglie, messo in scena dal produttore russo Daighilev, e le illustrazioni realizzate da Picasso per il testo Sables mouvants (sabbie mobili) dell’amico Pierre Reverdy.
In quest’ultima raccolta di lavori, l’uso dell’acquatinta accentua il carattere onirico/sognante delle figure ritratte che appaiono sfumate e leggere, accennate nei loro corpi e movimenti. Mentre Reverdy si concentra su temi quali l’ineluttabilità della morte e la difficoltà della passione, Picasso volge lo sguardo sul difficile rapporto uomo – donna, nel suo caso visto attraverso la specifica relazione artista – modella.
Chiude la rassegna la raccolta de I venti poemi di Gòngora. Picasso affiancò ad ognuna delle poesie di Luis de Gòngora y Argote una incisione all’acquaforte a pagina intera, spesso a rappresentare una donna.
Ricordiamo, per finire, che presso gli spazi espositivi è presente una postazione multimediale tramite la quale effettuare maggiori approfondimenti relativi alle opere esposte.

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Link correlati:
La mostra on-line Fondazione Mazzotta


Stefania Caccavo



Fino al 23.IX.2001. Omaggio a Ricasso, da Mirò a Lichtenstein. Milano, Fondazione Antonio Mazzotta, Foro Buonaparte 50. Info: tel. 02.878197, fax: 02.8693046, mail: mazzotta@iol.it. Orario d’apertura: aperto tutti i giorni, dalle 10 alle 19.30; martedì e giovedì fino alle 22.30; chiuso tutti i lunedì e dal 13 al 20 agosto. Biglietto d’ingresso: intero £ 10.000, ridotto £ 8.000 (il martedì sera dalle ore 20 alle ore 22, gruppi superiori alle 20 persone), ridotto £ 6.000 (studenti, militari, disabili, carta d’argento).
Visite guidate: senza prenotazione, il martedì e giovedì alle ore 19, il mercoledì e venerdì alle ore 18. Ad agosto il servizio viene sospeso per riprendere, con gli stessi orari, dal 4 fino al 21 settembre.
Catalogo Edizioni Gabriele Mazzotta, Milano, 144 pp, 150 illustrazioni, £ 75.000 in libreria, £ 38.000 in mostra.


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