08 novembre 2002

fino al 19.I.2003 Utopie Quotidiane Milano, Pac

 
Dalla pittura alla scultura, dal video alla fotografia, il fil-rouge che lega gli artisti in mostra non è una corrente d'appartenenza, né una scelta stilistica o una particolare epoca, ma una ricerca personale, in cui l'opera d'arte diviene strumento per creare utopie quotidiane. Con ricadute sul mondo circostante…

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Dopo il successo della mostra dedicata all’iperrealismo di Duane Hanson, il Pac conclude la programmazione annuale con la mostra Utopie Quotidiane, l’uomo e i suoi sogni nell’arte dal 1960 a oggi, curata da Vittorio Fagone e Angela Madesani. Sono circa cento le opere esposte, di 47 artisti italiani e stranieri, a testimonianza ed espressione della vita dell’uomo, della sua storia sociale e individuale.
Nell’ossimoro del suo stesso titolo, l’evento propone la polarità tra il vissuto personale e le più ampie visioni di un mondo ideale. L’Utopia, il non luogo, è il regno 26082 dell’artista; l’arte è, una via di ritorno dalla fantasia alla realtà, come asserisce Freud nell’Introduzione alla psicanalisi (1917). A partire dagli anni ’60 infatti, nasce una nuova dimensione dell’arte per la necessaria connessione coi mass-media; l’artista è portato ad una riflessione linguistica che tuttavia non concepisce la tecnica in modo feticistico, ma come semplice mezzo espressivo di una dimensione soggettiva. La figura dell’artista come educatore è ormai tramontata: egli è un uomo, un individuo che con la propria opera testimonia una condizione sociale a partire dall’interno della società stessa: “io mi vedo più come testimone che come educatore. Come testimone il mio interesse sta aumentando sull’impatto emozionale dei fatti e degli avvenimenti del mondo” (Fahlstrom). L’artista è colui che si prende cura del mondo, che misura la consapevolezza tramite la realtà e che proprio per questo riesce ad avere coscienza di una situazione, prima ancora di scienziati e politici.
Ecco quindi che Cioni Carpi nelle sue riflessioni sul rapporto uomo/natura trasforma un uomo in un vaso; Fabio Mauri medita invece sull’utopia nel mondo politico/sociale; Mauro Ghiglione riflette sui grandi della storia, da Gandhi a Hitler (…o viceversa?) Do Ho Suh - Utopie Quotidianeutilizzando nella sua opera anche un densimetro, ossia un misuratore di bugie; Alberto Zanazzo in un video si prende gioco dei personaggi dell’arte e della politica.
La mostra propone in definitiva un confronto fra generazioni, ricostruendo il passaggio del testimone e l’evolversi storico di alcuni grandi temi e problematiche, dal rapporto con la natura al problema della città, dalla diffusione della tecnologia, alla massificazione dei processi sociali, dall’omologazione dell’identità, al dramma della memoria storica, a riprova che l’arte contemporanea è riflessione concreta sul mondo e nel mondo.

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Il sito del Pac

elisabetta abbiati
mostra visitata il 22/10/2002


Utopie Quotidiane – L’uomo e i suoi sogni nell’arte dal 1960 a oggi
Dal 23/10/2002 al 19/01/2003
Pac, Padiglione d’Arte Contemporanea, Via Palestro 14, Milano (zona centro)
Orari: 9.30/19.00 tutti i giorni; giovedì 9.30/22.00; chiuso lunedì
Ingresso: Intero € 5,20; Ridotti, gruppi e studenti € 2,60; Scolaresche € 1.80
Informazioni: tel.02/76009085, fax 02/783330, e-mail: segreteria@pac-milano.org


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