12 febbraio 2004

fino al 31.III.2004 Julian Schnabel Milano, Cardi – Cardi & Co

 
Torna a Milano dopo tre anni Julian Schnabel. Con una nuova serie di lavori dal forte impatto emotivo. Un addensamento di riferimenti e significati da decifrare. Emozioni in grande formato per i sensi e per l’intelletto...

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E’ un periodo ricco di esposizioni e celebrazioni per Julian Schnabel (New York,1951). Una grande retrospettiva a Francoforte (che il prossimo autunno raggiungerà Napoli), un’imponente monografia e ora questa esposizione dei suoi più recenti lavori che occupa entrambe le sedi della galleria Cardi, una delle poche gallerie private di Milano adatta ad ospitare opere di formato così imponente, che aveva aperto il nuovo spazio tre anni fa proprio con Schnabel.
Il pittore statunitense, in questa “doppia” mosJulian Schnabel - Dont pet the white dog-2003-cm205x172 tra, dimostra di aver mantenuto un’assoluta integrità artistica (nonostante la pletora di vip presenti all’inaugurazione e di un certo suo ‘divismo’) dopo un percorso trentennale in cui ha attraversato e poi superato molte definizioni e generi talvolta innovandoli. Inoltre le sue opere possiedono un grande impatto emotivo e sensoriale, associato ad un rigore compositivo ottenuto seguendo la strada più difficile: l’accostamento di elementi eterogenei e talvolta stridenti. Elementi che donano -dice Schnabel- “un aspetto ‘etnografico’” all’insieme.
I dipinti della nuova serie hanno come sfondo particolari più o meno ingranditi della stessa immagine, che si intuisce sacra (in alcuni casi compaiono i piedi di un crocifisso). Tale immagine è riportata su tela ed è come congelata, “plastificata” da uno strato di resina steso più o meno regolarmente. Sopra questi due elementi si accumulano, in un misto di armonia e contrasto, grandi tratti di colore, forme, onde, scritte, grumi di cera. Concetti come astrazione e figurazione perdono di senso, sublimati in un universo multiforme creato ex novo dal pittore. Le cornici in stile barocco fatte di fibra di vetro sono ancora una volta parte integrante dei lavori dell’artista, mentre le imponenti dimensioni -una costante nell’ormai nutrito corpus di Schnabel- fanno il resto, senza voler essere una strizzata d’occhio al pubblico e alla spettacolarità, ma piuttosto una necessità espressiva. SJulian Schnabel - Blind Girl Surf Club-2003cm 243x396 chnabel dichiara al proposito: “Per me, il formato dei dipinti è parte della loro funzione e del loro contenuto, ed è ciò che permette allo spettatore di connettersi con le opere a livello fisico, emozionale e psicologico. Il grande formato di un’immagine fa sì che essa possa comunicare qualcosa, ed entrarvi è quasi come entrare dentro uno schermo” (dal catalogo della personale alla Fondazione Mirò, Barcellona, 1995).
Nonostante la qualità accattivante, i lavori sono piuttosto criptici sul piano del significato, sollecitano contemporaneamente i sensi e l’intelletto, e si configurano come una sorta di ‘rebus visivi’ (complice la presenza di parole e frasi talora bizzarre, come “Blessing the salmon”e “I can cook and play the guitar”). Proprio questa necessità di “decifrare” ha spinto il grande scrittore americano William Gaddis a lodare Schnabel perché “ci costringe a guardare e riguardare” a lungo le sue opere. Un buon consiglio per il visitatore di questa mostra.

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stefano castelli
mostra visitata il 4 febbraio 2004


Julian Schnabel – Galleria Cardi & Co.:
Corso di Porta Nuova, 38-Milano
Tel.: 02-62690945
Lunedì ore 15,30-19,30 / dal martedì al sabato ore 10,30-13,30 e 15,30-19,30
Galleria Cardi:
Piazza Sant’Erasmo, 3-Milano
Tel.: 02-29003235
Lunedì ore 15,30-19,30 / dal martedì al sabato ore 9,30-12,30 e 15,30-19,30
E-mail: info@galleriacardi.com
www.galleriacardi.com
Catalogo a cura di Maurizio Caldirola con testo di Max Hollein – euro 30
Fino al 31 marzo 2004.


[exibart]

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