14 novembre 2000

Fino al 10.I.2001 Yves Klein: La vita, la vita stessa che è l’arte assoluta Prato, Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci

 
La più grande retrospettiva antologica in Italia si divide in più sezioni con l’intento di dare un adeguata “visione” di tutta l’opera del genio francese…

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Sono 120 le opere che si possono ammirare nelle sale del Centro Luigi Pecci dell’inquieto Yves Klein. Suddivise in sezioni si parte dagli anni dei monocromi “Monochromes” dei primi anni ’50 e si arriva al “Nouveau Realisme” del ’62, toccando le diverse tappe del suo percorso artistico come l’ “Epoca Blu”, quella “Pneumatica”, l’ “Anthropomètries”, quella delle “Peintures feu”, le “Cosmogonies” e quella caratterizzata dai più “barocchi” dei suoi lavori, chiamata dei “Monogold”.Partendo dunque proprio dai suoi monocromi ci si accorge subito dell’importanza del colore all’interno non solo delle opere, ma della stessa vita: tavole più o meno brillanti evidenziano l’efficacia delle campiture all’insegna di una emulazione dell’emozione, del sentimento.
Anthropometrie
Le più recenti teorie circa la cromoterapia avrebbe di certo reso felice il maestro Klein circa l’importanza del singolo colore separato dal resto, e vissuto in quanto unico. Il fatto che questi lavori siano quasi tutti sprovvisti di titolo (un’eccezione è identificabile con il monocromo arancio “Expression de l’univers de la couleur mine orange” presentato al Salon de Rèaltès Nouvelles di Parigi, ma poi scartato in quanto assente di un qualsiasi elemento segnico) è emblematico dell’esigenza di farli “esprimere” a prescindere da una indicazione, liberi cioè di trasmettere usufruendo della propria vitalità. Nel 1954 Klein pubblica “Yves Peintures” (raccolta di 10 lavori monocromatici) con una prefazione (e da qui si capisce lo spirito con il quale voleva portare in luce l’espressività del singolo colore) dell’amico Pascal Claude che al posto del testo mostrava delle righe nere. In seguito ci sarà un colore che lo affascinerà più di ogni altro, e che meriterà la sua attenzione per un lungo periodo: il Blu. Forse anche l’ultimo dei suoi estimatori è in grado di ricordare l’opera “Venus Bleue”, uno dei molti esempi in cui l’ “IKB” (internazionale Klein Blue”), il colore blu oltremare da lui brevettato, prende il sopravvento sulla forma. Alla mostra è possibile godere anche di alcune delle 11 tavole in monocromo blu presentate nel ’57 alla galleria Apollinaire di Milano, ed è interessante anche sapere che proprio un altro artista dedito al monocromo (seppur con desinenze e intenti diversi), Lucio Fontana, decise di acquistarne una.
Venus Bleue
Le spaziose sale del Pecci dedicano particolare attenzione anche alle opere identificabili nelle Peinture Fleu, sorta di lavorazione “piromane” delle tele che crea un effetto straniante dei soggetti ritratti: l’artista, munito di “lanciafiamme” e con l’ausilio di un pompiere, brucia vernici stese sulla tela, dando loro particolari forme. Stessa sorte spetta ai lavori “Antropometrici” dove i ritratti delle modelle sono veri e propri “ricalchi” dei loro contorni. Klein non voleva ritrarre, ma desiderava che fossero le modelle stesse a segnare la tela col proprio corpo; come un regista dunque, dettava loro le posture da assumere, poi il suo intervento consisteva nel segnare i contorni con particolari unguenti (o vernici) e lavorarli con il fuoco…oppure, lasciare che le forme create componessero “fotogrammi” di colore in movimento. Non mancano le sale dedicate alla “Cosmogonies”, ovvero all’incisione attuata delle intemperie sulle tele dipinte dall’artista (decisamente pittoresco il fatto che Yves Klein corresse con la propria Citroen cabriolet lungo le strade esponendo i propri lavori al vento, al sole e alla pioggia); o anche cenni al periodo dei “Monogold”, dove le tecniche di stesura della “foglia oro” (tecnica perfezionata nel soggiorno inglese negli anni ‘59/’60) imitano in certo qual modo i precedenti monocromi, dando però una incisività alla costruzione dell’opera che sfocia (a mio avviso) verso una tendenza al Barocco. Questa mostra risulta essere molto ricca e piuttosto esauriente circa l’operato dell’artista, che fece dell’arte la vita stessa (citando proprio il sottotitolo) coinvolgendo se stesso in ogni cosa potesse in qualche modo denunciare una qualsivoglia espressione; analizzando il periodo dell’epoca pneumatica e quella successiva, coincidente con la costituzione del Nuovo Realismo (Il 27 ottobre viene costituito il gruppo dei “Nouveax Réalistes” a casa di Klein. I firmatari del Manifesto sono: il critico Pierre Restany e gli artisti Yves Klein -“Yves le monochrome”-, Arman, Dufrêne, Hains, Raysse, Spoerri, Tinguely e Villeglé). ci si cala in una visione totale dell’arte, così coinvolgente da assorbire ogni gesto quotidiano, come ad esempio il vivere la festività della domenica: eloquente la pubblicazione che l’artista fece di un giornale intitolato appunto “Dimanche” e che riporta 4 pagine di scritti circa sue performance, filosofia del blu ecc.. Una sorta di documento che prevede risvolti concettuali non indifferenti se si pensa alle svariate implicazioni che include: recarsi in edicola, acquistare il quotidiano (Le journal d’un seul jour), leggerlo, cercare di capire quanto di vero riporti…ecc.Del periodo pneumatico fa parte anche una particolare “vendita” di “Zone de sensibilité picturale immatérielle” (la prima fu venduta in cambio di grammi d’oro, a Peppino Palazzoni della galleria Blu di Milano in data 18 novembre 1959) la cui testimonianza dell’avvenuta vendita era una fattura che opportunamente doveva venire bruciata subito dopo la conclusione del contratto. Documenti di questa particolare attività promossa e ideata dal geniale Klein sono visibili nelle fotografie che la mostra riporta (c’è anche una delle fatture che –contravvenendo alle clausole contrattuali- avrebbe dovuto non esserci, in quanto cenere).La mostra, curata da Bruno Corà – Direttore artistico del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci – e da Gilbert Perlein – Direttore del Musée d’Art Modern et Contemporain di Nizza – è stata progettata e realizzata in stretta collaborazione con gli Yves Klein Archives di Parigi e mi sento di affermare che i successi delle precedenti mostre organizzate presso il Centro (quella dedicata a Burri e Fontana e quella sull’eclettico Tapis) trovano in quest’ultima un adeguato erede. L’artista trattato, cha ha sicuramente un pregevole richiamo di pubblico, assieme ad altre componenti significative, come ad esempio l’allestimento ben curato, per non parlare dell’analisi esaustiva dei percorsi artistici intrapresi dall’artista nella breve vita (1928-1962), fanno si che il successo di questa mostra sia garantito. In una delle sale del Centro, è possibile documentarsi sull’operato di Yves Klein grazie ad un audio visivo che ne illustra le tecniche, i tracciati artistici, le esibizioni…un ottimo apparato a supporto della mostra.
Monocrhme jeune sans titre
A testimonianza di quanto i curatori e gli enti promotori abbiano a cuore questa antologica, per il 18 di novembre è stata indetta una giornata studio dal titolo “Spiritualità e Materialità nell’opera di Yves Klein”.; oltre ai due promotori (Centro d’Arte Contemporanea Luigi Pecci. E Musèe d’Art Moderne et d’Art Contemporaine di Nizza, l’iniziativa sarà supportata dall’Istituto Francese di Firenze con il patrocinio della Facoltà di Lettere e di Architettura dell’Università di Firenze. Iniziative di questo tipo non possono che trovare il mio consenso, e l’augurio che trovi un altrettanto valido seguito.

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Yves Klein/ La vita, la vita stessa che è l’arte assoluta.
Dal 23.IX.2000 al 10.I.2001Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci-Museo d’arte Contemporanea; prato Viale della Sotto il patrocinio del Ministero Italiano per i beni e le Attività Culturali, Ministero Francese della Cultura e della Comunicazione/ Direzione dei Musei di Francia, Ambasciata di Francia in Roma.Promotori: Comune di Prato, unione industriale Pratese, Cariprato SPA, Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, Famiglia Pecci. In collaborazione con: Yves Klein Archives, Paris.Repubblica, 227 59100 PratoInfo: Le sale espositive del Museo sono aperte durante le esposizioni temporanee, tutti i giorni (chiuso il martedi’), dalle ore 10:00 alle 19:00 (la biglietteria chiude alle 18:30).Il biglietto di ingresso intero per la mostra temporanea e’ di L.12.000; per informazioni e/o visite guidate potete telefonare tutti i giorni, dalle ore 10 alle ore 18, ai numeri 0574-5317 oppure 0574-531832 oppure 0574-531825 oppure potete scrivere all’indirizzo diped.pecci@po-net.prato.it







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