03 gennaio 2002

Fino al 24.III.2002 I mai visti – Capolavori dai depositi degli Uffizi Firenze, Sala delle Reali Poste

 
Cinquanta pezzi dai depositi degli Uffizi ed esposti per tutti, gratuitamente, per renderci conto di un patrimonio che ci appartiene. Le opere si propongono di sensibilizzare il grande pubblico su due temi: l’importanza dei depositi di un grande museo e il progetto di ampliamento dei nuovi Uffizi...

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Attraverso un dispiegarsi di opere tra loro diverse per tempo, stato di conservazione e genere questa mostra è dunque da intendere come introduzione al significato e al ruolo dei depositi, parola ammantata di un fascino misterioso, che promette scoperte e tesori nascosti, labirinto dove si nascondono capolavori abbandonati all’oblio. L’intento degli organizzatori è di superare questa visione romantica, e di renderci più familiare il ruolo funzionale dei depositi. Cicerone, busto romano Agli Uffizi i depositi si compongono di duemilacinquecento opere, vale a dire più di quelle attualmente in esposizione, frutto di generazioni di mecenatismo mediceo e Lorenese, di donazioni –la collezione Feroni da cui proviene l’Angelo annunziante di Carlo Dolci, la Strozzi Sacrati e la Contini Bonacossi, solo per ricordare le più importanti- e acquisti. Altre opere son conservate nei depositi per motivi precauzionali, in attesa di restauro o perché, come nel caso degli arazzi, non esiste ancora un ambiente idoneo all’esposizione all’interno del percorso museale. Il progetto dei Nuovi Uffizi, entro il 2003, dovrebbe ovviare alle lacune presenti nel percorso del museo e integrare l’esposizione attuale con opere rappresentative per periodi, realtà geografiche o artisti importanti e meno rappresentati. Questo vale ad esempio per Giuseppe Maria Crespi, artista bolognese prediletto del Gran Principe Ferdinando e di cui gli Uffizi possiedono alcuni dei quadri più significativi. In mostra è possibile ammirare L’autoritratto con la famiglia , un’opera piccola e fragile, pervasa di quella vena intima e giocosa che rese popolare l’artista. Tra i capolavori in mostra val la pena ricordare anche la Venere con un amorino, un cane e una pernice di Tiziano, variante su un tema amatissimo dall’artista e correntemente non esposta per motivi di spazio, la Flagellazione di bottega del Botticelli, l’ Angelo Annunziante e Annunziata di Melozzo da Forlì e, per chi non avesse avuto l’occasione di ammirarlo a Crespina, il bellissimo Pomeriggio a Fiesole dipinto da Baccio Maria Bacci e che è senza dubbio uno dei capolavori del Novecento toscano. Bartolomeo Manfredi, Incoronazione di spineNon è stata tralasciata la sezione archeologica, fondamentale per intendere la varietà del collezionismo granducale e per ricostruire la storia della Galleria: un importante ritratto di Cicerone di età Flavia, sarcofagi e rilievi completano il percorso espositivo.
Grazie al contributo della Cassa di Risparmio che, in sinergia con Natale a Firenze e Anna Maria Petrioli Tofani con i suoi collaboratori, ha realizzato la mostra, la Sala delle Reali Poste è stata inoltre dotata di un nuovo impianto di umidificazione per consentire l’esposizione di opere su tavola. Ciò fa sperare in un utilizzo costante di questo ambiente a svelare, come allude il suggestivo allestimento, sempre nuovi capolavori.

Silvia Bonacini


Date 15 dicembre 2001-3 marzo 2002
Luogo Sala delle Reali Poste
Indirizzo Piazzale degli Uffizi, Firenze
Orario e giorni di chiusura, martedi-domenica, ore 10.00 – 18.00
Ingresso gratuito
Catalogo Giunti, €18


[exibart]

1 commento

  1. Sì, la mostra è davvero interssante sotto tantissimi aspetti. Peccato per l’allestimento, davvero mostruoso: sembra di essere dentro una bomboniera gigante

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