23 ottobre 2002

fino al 26.I.2003 Mimmo Paladino Prato, Centro Pecci

 
Un popolo di segni affiora dalle profondità della storia e delle culture, per fondersi con l’immaginario esistenziale individuale. E’ l’incantesimo delle opere di Mimmo Paldino, in mostra al Museo Pecci di Prato...

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Il Brasile, si sa, è un pianeta dipinto sul muro. Sul muro che ci sbarra il passaggio all’inizio dell’ esposizione. La tempera che copriva la parete della Galleria Lucio Amelio di Napoli nel 1978 è riproposta oggi, nel contesto del grande omaggio del Centro Luigi Pecci di Prato a Mimmo Paladino. Una mostra che nasce dalla collaborazione tra Bruno Corà, direttore uscente del museo, e l’artista stesso. Le scelte allestitive ne sono profondamente segnate. Alla volontà di sistematizzare il percorso di Paladino, raggruppando le opere per periodi successivi, si sovrappone l’esigenza di accostare quadri e sculture in base a caratteristiche estetiche. Il risultato è suggestivo, anche se i criteri espositivi rimangono confusi. Mimmo Paladino, Veglia
Il visitatore dovrà appoggiarsi ai testi della brochure e del catalogo (già in ristampa) per districarsi nel complesso mondo dell’artista campano. Il mistero dell’universo di Mimmo Paladino si mantiene intatto. I colori intensi delle tele nella prima sale, i segni primordiali che affollano i tondi nella seconda, le maschere, le linee, le geometrie e i profili animali, le anatomie da arte cicladica e i calchi di scarpe si mescolano nel percorso della mostra come nella coscienza.
In alcune sale, lavori di periodi diversi riescono a trovare un dialogo che ne esalta l’identità. In altre, i curatori cercano di fotografare un momento linguistico o di riproporre l’omogeneità di una serie. Come Zenith (1999), che avvolge la sala 5 in una fascia di opere su alluminio. Presentate per la prima volta in questa sede, sono le serie inedite New York– realizzata all’indomani dell’11 settembre 2001, e Negativi.
Dulcis in fundo, con questi gruppi si conclude il percorso dell’esposizione. L’avventura continua però nel giardino di sculture del Centro Pecci, nell’anfiteatro che accoglie Dormienti in bronzo e nel sotto-teatro, in cui è ricostruita la sala della personale alla XLIII Biennale di Venezia di Mimmo Paladino. Un artista che ha avuto il coraggio di affermare il valore della pittura come mezzo espressivo unico. E di affermarlo alla fine degli anni Settanta, quando imperavano gli strascichi del concettuale. Il recupero della tradizione ha dato vita ad una rivoluzione: la Transavanguardia. Punto di partenza per il viaggio dell’artista, testimoniato al Centro Pecci in tutte le sue sfaccettature. Pittura, scultura, disegni ci regalano un quadro di Mimmo Paladino.

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silvia bottinelli
mostra visitata il 15 ottobre 2002


Paladino,
Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, viale della Repubblica 277, Prato
dal 13 ottobre 2002 al 26 gennaio 2003
aperto tutti giorni dalle 10 alle 19; chiuso il martedì
iinfo: http://www.centropecci.it ; pecci@centropecci.it;
telefono: 0574 5317
Ufficio stampa “Davis & Franceschini” (Lea Codognato, Sabrina Zini)
tel. 055 2347273, e-mail davis.franceschini@dada.it

Il 20 gennaio 2003 andrà in scena al Teatro Metastasio di Prato “Iliade-Odissea”, installazione performance di Mimmo Paldino, accompagnato dalla voce narrante di Toni Servillo.
L’evento è stato organizzato in occasione della mostra antologica dedicata a Paladino dal Centro Pecci.


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