13 gennaio 2003

fino al 15.III.2003 La Commedia Dipinta Firenze, Museo Marino Marini

 
La compatibilità fra naturalismo ed estetismo, i turbamenti del simbolismo e la riscoperta dell’arte religiosa. I protagonisti della cultura figurativa toscana tra Otto e Novecento. Trà ingenuità e aspirazione alla modernità…

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L’occasione della mostra è data dal centenario della realizzazione de La Divina Commedia nuovamente Illustrata da artisti italiani, curata da Alinari fra il 1902 e il 1904. L’impresa – definita un vero e proprio ‘banco di prova’ per il simbolismo italiano – fu preceduta da un concorso rivolto agli artisti italiani, indetto nel 1900, che proclamò vincitori Alberto Zardo e Armando Spadini, tra i 31 partecipanti. Tra questi figuravano Giovanni Fattori, Plinio Nomellini, Arturo Martini, Duilio Cambellotti, Galileo Chini e Libero Andreotti.
Si tratta dunque di una mostra molto eterogenea, che riflette bene il clima complesso della Firenze dei tardi anni Novanta dell’Ottocento, satura 27162 di stimoli ma ancora lontana dallo scardinamento introdotto dalle avanguardie. Convivono con alterni risultati gli echi di un verismo descrittivo e interpretazioni semplificate di preraffaellismo; un satanismo onirico di matrice romantica sottende ad esempio alle immagini di Arturo Martini mentre De Carolis appare nei suoi lavori ancora incerto fra eredità divisionista e art nouveau.
Risaltano su tutte le incisioni di Duilio Cambellotti con tagli compositivi obliqui coniugati ad immagini potentemente plastiche, con ampie zone scure, memori della lezione della grafica di Previati, e capaci di trascendere la lezione del realismo sociale in monumentali simboli.
Per meglio intendere il clima in cui il concorso nasce la parte centrale della mostra è affiancata da tre sezioni collaterali, che completano e sostanziano il tema centrale. Si inizia infatti con una sezione storica che definisce27163 l’ininterrotta fortuna iconografica di Dante e della Commedia nella pittura ottocentesca, soprattutto toscana: dalle interpretazioni puriste di Amos Cassioli a quelle più segnate dal gusto per il revival medievale.
La seconda sezione è incentrata sul dipinto di Fausto Zonaro dedicato al tema della madre, anch’esso riferibile a un concorso Alinari del 1899. Questa sezione, pur ridotta, è senz’altro quella che maggiormente solleva problemi di natura estetica: i dipinti qui presentati, stanno a testimoniare la riscoperta dell’arte religiosa diffusa dalle Biennali veneziane e la necessità di un superamento del verismo più intransigente a favore di un’arte capace di rivolgersi allo spirito, e di cui la rivista fiorentina Il Marzocco si era fatta portavoce fin dal 1896. .
La terza sezione documenta la fortuna delle edizioni illustrate della Divina Commedia in ambito europeo dall’età romantica in poi, con le prove di Flaxman, di Ademollo o Pietro Benvenuti, alla versione corsiva di Gustave Doré, diversissime per sensibilità e invenzioni da quelle su cui è incentrata la mostra e dunque sollecitazioni ulteriori a considerare con occhi nuovi i portati dell’ondata simbolista in Toscana.

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silvia bonacini
mostra visitata il 4/1/2003


Museo Marino Marini, Piazza San Pancrazio
Orario e giorni di chiusura 10-17 chiuso martedì e festivi
Biglietto comprensivo della visita al Museo 4 euro
Telefono 055219432
Catalogo Alinari 35 euro


[exibart]

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