27 settembre 2000

Fino al 24. X. 2000 Cagol&Impellizzeri Galleria Estro, Padova

 
Presso la nuova sede della Galleria Estro ha avuto luogo la videoproiezione Spider&Empire (Cagol) e la performance Rinkoboy (Impellizzeri)...

di

Spider&Empire
Alle ore 19 di sabato 23 settembre si udiva per le vie del centro di Padova una musica potente e straniante provenire dalle porte chiuse della Galleria Estro: l’opera di Cagol si stava proiettando sulla parete bianca della galleria. L’opera Spider&Empire metteva in parallelo immagini diverse: quelle di un incrocio stradale urbano, con lo zoom su un ragno intento a tessere la propria tela. Le due riprese hanno ritmi diversi, nel senso che il montaggio dell’incrocio è impostato sulla velocità e sull’accelerazione della quotidianità che vi si ritrae, mentre il lavoro del ragno viene esposto con metodica lentezza e fiera precisione.
Empire, CagolUn parallelismo che al momento incuriosisce ma che poi con il mutare della musica penetra e aliena. Auto e furgoni che sfrecciano, poi si bloccano al semaforo e ripartono scattando, nuvole che sfilano con colori acidi ed insoliti, passanti rincorsi dal tempo e palazzi fissi ed immobili ad osservare…Empire inquietanti nella loro fissità, così diversi dalla dinamicità che scorre ai loro piedi da assumere il ruolo di “controllori” ipotetici. La ripetizione delle sequenze aiuta a focalizzare i particolari che tendono a mimetizzarsi con l’urbano, così l’occhio può identificare forme nuove tra quelle di tutti i giorni…In tutta questa frenesia diviene ancor più anomala la presenza del ragno: un elemento naturale ripreso nella più ovvia delle sue funzioni; tra il verde distorto e fuori fuoco appare in primo piano la presenza dell’architetto Spider, tutto concentrato nell’erigere la propria abitazione-trappola.
Mondi distanti ma entrambi facenti parte della quotidianità presentati assieme proprio per indurre in stato di “attenzione” verso ciò che ci circonda, ma anche per proporci un altrettanto valido spunto di riflessione nei confronti delle cose, dell’ingegno umano, e del rapporto con la natura in generale. Il trentunenne Cagol non vuole lasciare nulla al caso e condisce il tutto con la ripetitività di una colona sonora vibrante e coinvolgente: musica che riesce ad accompagnare sia le sequenze veloci di Empire che la cadenza sorniona di Spider.
Spider, CagolSe il primo confronto tra i due soggetti appare evidente (la tela del ragno come abitazione, e così gli edifici umani…ma la tela anche come trappola per vittime e pure i palazzi in qualità di gabbie per gli stessi umani-vittima), via via che le immagini si ripetono e determinano quella sorta di alienazione dalle stesse, creando una decontestualizzazione ridondante, si forma un parallelismo complesso circa la percezione delle cose, e per transitività della vita stessa. Ciò che ci appare e che per pigrizia, fretta, disinteresse cataloghiamo come conosciuto, con la videoproiezione di Cagol viene a perdere fermezza e costringe a mutare atteggiamento. Il passante che attraversa, le auto che svoltano, il ragno che lavora…diventano irrimediabilmente altro, e noi, prigionieri del ritmo e della ripetitività siamo messi nella condizione di “osservare” e “pensare”; una pausa forzata causata dalla distorsione e dalla sequenzialità dell’immagine: una sosta imposta dalla necessità di riflettere.



Rinkoboy
Alle 19.45 si riaccendono le luci, ma solo per un attimo perché dal buio totale appare “in posa da mannequin” Francesco Impellizzeri . Nei panni del più alla moda dei giovani discotecari, figlio della società dei consumi, vittima del mercato dell’oggetto…Impellizzeri si atteggia ironicamente al ritmo delle musiche di Stefano Savi Scarponi. La performance risulta essere una parodia del glamour e della società dei consumi in generale, ma nel suo ripetersi (la durata è di quasi 6 minuti, ma viene ripetuta per cinque volte) finisce per far perdere ogni traccia di ironia e stampa a caldo la repulsione per un mondo centrato sul denaro, sui luoghi comuni, sull’apparire e sugli stereotipi.
RinkoBoy, ImpellizzeriNelle prime fasi Rinkoboy è in posa alla “Vogue” (di Madonna memoria) e sembra compiacersi delle sue zeppe enormi, dei pantaloni attillati, della capigliatura da 4 ore e degli occhiali avvolgenti…si lascia ammirare anche mentre “consuma” i prodotti delle multinazionali (si ciba da dei vasetti contenuti in un cartone), della pubblicità, dei media. Con il passare dei minuti però sembra che un’ombra si abbatta sulla sua determinazione di “apparire” e crescono piano piano incertezze verso ciò che sta “consumando”; nell’incedere della musica la ribellione sta avvenendo: Rinkoboy estrae vasetti dallo scatolone per scagliarli contro il muro, ne rompe a decine ostentando la sua nuova scelta…quella di opporsi. Francesco Impellizzeri propone una presa di coscienza utilizzando le armi della parodia per colpire più duramente. Il nome stesso del per personaggio interpretato (si perché l’artista interpreta un come a teatro) richiama proprio a quella tipologia di ragazzo imbrigliato nei retaggi della moda e del trendy, ove ogni minima decisione è frutto di un condizionamento, non certo personale; dove ogni accessorio è frutto di precise strategie di marketing, dove ogni gesto è copia di uno generato dalla massa, da un personaggio da copertina, da una star televisiva. L’uscita dal “tunnel” non appare facile, nella performance , ma possibile. Non vi è modo di capire se il nuovo “Boy” che ha sostituito l’ormai superato “Rinko” sia positivo, o se non finisca anch’esso per rimanere intrappolato nelle maglie di una qualsiasi altra “eventualità”. Anche dall’assenza di una soluzione si comprende come Impellizzeri non voglia imporre il proprio parere su un “certo” (e diciamo pure diffuso) modo di vivere, ma se ne trae invece una forma di “riflessione” che ha il tono di un “aprite gli occhi” detto tra le pieghe di un sorriso, ma con l’insistenza di un’ossessione.


Cagol&Impellizzeri

Stefano Cagol lavora sulla base di ricerche effettuate nei confronti della fotografia e del cinema. Tutta la sua opera prende vitalità proprio nel video ( “Living in the Cities in North America “, “Entropia”) nei quali la decontestualizzazione della cosa comune (Marcel Duchamp insegna) assume non solo valenze “altre” ma anche fattezze inimmaginabili.

Francesco Impellizzeri lavora sia con l’elemento fotografico, che con la figlia del teatro (la performance) interpretando sempre personaggi che evidenziano problematiche legate sial al mondo maschile che femminile. I “Rinkoboy”, “Rokkodrillo”, “Madame’700”, “lady Muk”si nutrono di fumetti, cartoons, film, soap opera, videoclips, moda, pubblicità….insomma di tutto ciò che oggi sembra costituire iil bombardamento di informazione.

Kranix


Dal 23 settembre al 24 ottobre
“Stafano Cagol e Francesco Impellizzeri”
Galleria Estro, Padova
Via san Prosdocimo, 30
Ingesso gratuito
Orario: dal martedì al sabato dalle 17 alle 20
Info:
tel. +39 049 8725487
E-mail estroarte@libero.it


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